Il Don Alfonso apre giovedì al Ritz-Carlton di Saint Louis
di Antonino Siniscalchi
Focus sulla nuova avventura americana. Il 19 marzo pre-opening, il 23 marzo l’apertura agli ospiti. Countdown per il vernissage al The Ritz-Carlton di Saint Louis del brand «Don Alfonso 1890» negli Stati Uniti, sulla scia delle consolidate partnership di Toronto, Nuova Zelanda, Macao e Lavello. Mario Iaccarino è l’inviato per il varo del nuovo tempio dell’enogastronomia.
Con lui l’executive-chef Antonio Totaro. «Abbiamo esportato nel nuovo locale una “Food casual”, una sorta di riscoperta delle origini del Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui due golfi, anni Settanta – spiega Ernesto Iaccarino, che segue passo dopo passo, in video conferenze i minimi dettagli della nuova avventura -. Il concetto di base è la scelta di grandi materie prime per sostenere le prerogative della dieta Mediterranea. Una idea di cucina, ovviamente, rivisitata in chiave moderna. “Comfort Food”, principalmente, rivolta alle coppie, alle famiglie, che scelgono di andare a pranzo o a cena fuori casa con la possibilità di mangiare dalla pizza a tutti i piatti della dieta Mediterranea».
Un progetto gastronomico in linea con la tradizione che si inserisce in un contesto di super lusso in linea con il «Ritz-Carlton» di superlusso che caratterizza il miglior albergo di Saint Louis.
L’iniziativa del Ristorante Don Alfonso 1890, con Alfonso e Livia Iaccarino che guardano con discrezione alla evoluzione dei figli, Ernesto tra i fornelli e Mario in sala, si inserisce nella filosofia che innova rispettando la cultura e le tradizioni alimentari millenarie della Penisola Sorrentina e della Costiera Amalfitana. Accanto ai piatti tipici della dieta Mediterranea si inserisce l’eleganza del locale, ispirato ad una grande ricerca del design delle due costiere, con maioliche in stile Vietri. Immagine caratterizzata e caratterizzante anche se l’emergenza Covid ha impedito di esportare la produzione italiana.
A Saint Louis, Don Alfonso 1890, quindi, esporta i principi consolidati nel locale di Sant’Agata sui due Golfi. «Se pensi che per un piatto di spaghetti attraversano l’oceano per venire da noi – aggiunge Mario Iaccarino -, allora ti rendi conto come la nostra cucina è un patrimonio di inestimabile valore. La nostra mission è finalizzata a dare la nostra impronta, quella della cucina italiana, in particolare della Campania. Il nostro obiettivo – aggiunge Mario – è di educare gli americani a mangiare con le connotazioni tipiche della cuna italiana. Il menu propone una ventina di piatti, con la classica sequenza antipasti, primi, secondi, dolci».
La carta proposta si caratterizza per almeno 5 piatti di ognuno, con un costo medio di circa 80 euro. Non mancano il Vesuvio di rigatoni e una serie di pietanze che Ernesto definisce «più comfort food che gourmet».