Il brioso e freschissimo rifermentato ancestrale Jinett di Antonio Cascarano al desco di Riccardo Barbera ad Andria: attenti a quei due…
di Andrea De Palma
Metti una sera fresca di settembre in una calda e accogliente masseria pastorale con ambienti in pietra viva e un vecchio amico che ti accogliente come un anfitrione d’altri tempi; breve e doverosa premessa per raccontare di Riccardo Barbera nella sua Masseria a Minervino Murge e della sua ospitalità.
Tavole sobriamente vestite da tovaglie con toni caldi e centro tavola con erbe mediterranee: basilico, origano e rosmarino.
Un caleidoscopio di profumi e stimoli che ti appagano, come la sua cucina fatta di prodotti di piccoli produttori artigiani incrementata dalla sua instancabile curiosità e passione per la cucina tradizionale.
Si inizia con bocconi di calzone con cipolle e ricottina di pecora, succulenta la millefoglie di parmigiana che si arricchisce dei sapori della salsa di pomodoro prodotta artigianalmente in casa.
La stessa salsa va a condire uno spaghetto che scompare in due forchettate e scarpetta finale con il pane a lievito madre ai cereali: obbligatoriamente condito con l’olio evo che vedete in foto, e per questo piatto ho scelto una Nocellara del Belice prodotta ad Andria.
Alla Genovese di Riccardo non si può dire di no e quindi vai con un altro assaggio, e concludo con galletto ruspante, ma la carta è ampia con altre carni e altri primi… ma fatevi consigliare da Riccardo…
E per gli amanti dei vini “artigianali” ho accettato il consiglio perentorio di Riccardo e mi sono “scolato” una bottiglia di Jinette, la bollicina ancestrale di Antonio Cascarano di Rapolla (Pz).
Un vero rifermentato artigianale, che quando apri la bottiglia ne perdi una parte, così com’erano i vini dei nostri nonni.
Il coloro verte sul ramato con profumi inconfondibili da vino artigianale, dando spazio a note di pesca matura e del classico “buccioso” dovuto alla macerazione delle uve, presumibilmente Malvasia ed altri vitigni minori. Man mano che passa il tempo il vino si apre verso altre fragranze come arancia disidratata e camomilla macerata.
Un vino apparentemente ostico ma che si riscatta con la piacevolissima e vivacità di beva, con quella sua bollicina sorprendentemente setosa rinfresca il palato con un mix di acidità, sapidità e sapori di arancia come nei profumi.
Un vino divertente e brioso che si fa bere su salumi formaggi e anche primi come questa pasta con ragu genovese di Riccardo, devo dire che ho scolato la bottiglia: ho dormito beatamente.
Camerlengo
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