Il Biancolella di Corrado
Si cominciava a parlare di turismo del vino con Corrado e Andrea D’Ambra impegnati a spiegarmi Nestore, i primi sbarchi degli Achei nell’Isola verde e il genius loci di Ischia appollaiati come bimbi sulla monorotaia dei Frassitelli, una delle più belle vigne del Sud che regala ogni anno un grandissimo bianco. Allora facevano parte del Movimento solo sette aziende e nessuno dalle nostre parti pensava alla ricchezza in agguato nelle campagne. Poi gli anni del successo e, per Andrea e Corrado, la decisione di separarsi come spesso è accaduto e sta succedendo nelle aziende del vino campane, perché chi ha fatto la rivoluzione in questo campo contro tutto e contro tutti ha sempre un carattere forte e difficile. E poi anche perché il vino è un prodotto artigianale, sempre molto personale per quanto raffinata sia la tecnologia introdotta nella lavorazione dell’uva.Corrado ha recuperato un’antica cantina dove ha trovato le sue inziali scolpite nel ferro e da cui guarda il Golfo. In tre stagioni l’ha ristrutturata battezzandola Il Giardino Mediterraneo e adesso, dopo un po’ di sperimentazioni, esce finalmente con il suo Biancolella 2003 fatto in prima persona, molto acciaio e un paio di botti in legno di acacia per un blend capace di regalare nerbo, freschezza e tanti profumi floreali e agrumati, note anche di miele, il primo bicchiere ufficiale in uscita a poco più di sette euro per una clientela affezionata alla sua enoteca Pane e Vino giù a Ischia Porto, dove tutto ha il giusto tono. Il Biancolella è un vino gentile e riservato, non ama imporsi e dunque va bevuto come aperitivo o sulla cucina di mare semplice fatta di poche scottate come solo in Campania si riesce a fare con maestrìa.Torna così in scena Corrado a cui il mondo campano deve molto, soprattutto l’aver acquisito la consapevolezza di non essere soli e di poter cambiare la realtà. Perché la vita e il vino hanno alternative simili: o si svetta per la capacità di adeguarsi al meglio all’esistente, ai gusti e alle idee della maggioranza, oppure si cerca di cambiare. E Corrado preferisce sicuramente questa seconda strada, più difficile ma anche più esaltante perché di libertà.