Broccoli aprilatici di Paternopoli, impossibile resistere
di Annito Abate
C’era una volta, tanto tempo fa un seme che viveva in un campo di un piccolo borgo posto su una collinetta a dominare, panoramico, le valli sottostanti che avevano dato riposo a due fiumi, il Calore ed il Fredane, che, silenti, vi scorrevano da sempre. Nel paesaggio si alternavano uliveti, vigneti e frutteti e tanti orticelli che tingevano, di altre sfumature, la bruna terra, ora chiara e sabbiosa, ora più scura argillosa e pietrosa.
L’acqua scorreva in superficie per muovere le pale dei mulini e sotterranea per irrorare le radici del mondo vegetale.
Prima della nascita del paesino il “Pater” (giovane benestante che sceglie una vita di meditazione e preghiera) aveva trovato rifugio ed isolamento sui colli, attratto da pace e tranquillità, dimorandovi stabilmente e costruendo quella che in seguito fu chiamata la “Cappella dell’Eremita”.
Il piccolo seme fu protetto per lunghi anni e crebbe forte resistendo a terribili terremoti, pestilenze e carestie.
Il “Pater” diventò mistica figura per le genti che avevano popolato le valli e che a lui si rivolgevano, soprattutto, per favorire buoni ed abbondanti raccolti. Il Colle del “Pater”, alla sua morte, fu chiamato “Paternum” e nel suo orto fu trovato il miracolo frutto del seme: una piantina di broccoli verdissimi e stellati, dalle foglie grandi e dagli steli turgidi e rigogliosi.
Questa favola può essere la storia del “Broccolo Aprilatico di Paternopoli” ma è solo frutto della mia fantasia anche se attinge alla verità dei luoghi narrati e della Gente che ne coltiva la Terra.
Il Bell’Anabroccolo è un rinomato prodotto della Verde Irpinia che a Paternopoli si coltiva da sempre, avendo questo borgo rurale un’antichissima tradizione orticola; l’ortaggio “Paternese” ha compiuto un percorso netto bruciando, in un paio d’anni, importanti tappe: 1) è stato iscritto all’Albo dei Prodotti Tipici Tradizionali; 2) nel 2010, all’evento “Aprilatica” è stato interpretato della chef Valentina Martone del “Megaron”; 3) ad agosto 2011 il Comune coinvolge i produttori locali che rispondono con entusiasmo; 4) ad ottobre 2011 il Paesino Irpino aderisce al protocollo di collaborazione con Slow Food; 5) a febbraio 2012 viene ratificata la formazione del Presidio, il diciottesimo della Campania, il primo della Provincia di Avellino, sostenuto dall’Amministrazione Comunale che ne ha finanziato anche gli studi genetici (analisi del germoplasma e selezione naturale in campo sperimentale con la Banca del Seme di Acerra).
Il Responsabile del Presidio Slow Food è Franco Archidiacono (anche Fiduciario della Condotta Irpinia Colline dell’Ufita e Taurasi), Referente Produttori è Quirino Di Benedetto.
Nascono due Associazioni (l’Orto delle Biodiversità e Amici dell’Orto) dei pochi produttori locali (5), i contadini che avevano custodito e salvato le sementi, selezionate nei secoli, che vedono i figli andare via per mancanza di lavoro ma sperano di vederli tornare perché il loro progetto ha funzionato; un rigoroso disciplinare di produzione integrata tutela la genuinità del prodotto, dei produttori e dei consumatori.
«Le regole le hanno scritte direttamente i produttori con l’aiuto di Vito Trotta di Slow Food» mi racconta Quirino Di Benedetto nel campo di Maria Storti a via Pozzo, «è vietato fare trattamenti sulle piante e la raccolta avviene esclusivamente a mano, spezzandole; una persona può farne al massimo poco più di un quintale al giorno».
Siamo in presenza di una filiera cortissima che ha bisogno di grandi energie e sacrifici per restare sul filo della convenienza e qualche volta ci si mette anche la natura: «non è stata una grande annata perché ha piovuto molto e le piante si sono ammalate perché crescono senza “aiuti”, nelle annate regolari quei vuoti (me li indica) non ci devono essere; con meno di 2 ettari produciamo circa 100 quintali che devono essere venduti subito altrimenti “fioriscono”, la filiera non si può e non si deve allungare».
Ci avviciniamo ad una bellissima pianta e il mio “Cicerone orticolo” mi spiega che, in questo campo, le cose sono andate meglio: la natura sabbiosa dei terreni ai piedi dei versanti collinari è riuscita ad assorbire meglio l’acqua evitando di soffocare gli apparati radicali; da Anna Maria Perillo a Piano del Bosco, dove ci sono i suoi campi, è alta collina (quasi 500 metri) ed i suoli hanno una spiccata vocazione per la produzione di olio e vino … e che vino!
Ma perché il “Broccolo Aprilatico di Paternopoli” è diventato un cibo così “buono, pulito e giusto”?
Questi ortaggi, di dimensioni medio-grandi, stelo e cima molto pronunciate, sono consistenti e saporiti, si aprono stellati e con foglie rigogliose, al gusto sono carnosi, la particolare dolcezza è bilanciata da note sulfuree e minerali; una chicca unica e rara!
Anche la confezione immaginata è bella, efficace e sostenibile per l’ambiente: mazzetti, con cime a fiore chiuso e foglie tenere per conservare la fragranza, legati insieme col “giunco” del salice piangente, etichetta in carta riciclata e trasporto in cassette di legno.
Le acque delle sorgenti secolari si insinuano nel sottosuolo ed aiutano le pratiche di coltivazione che prevedono un lungo ciclo vegetativo (da novembre fino alla raccolta di primavera con prima semina a fine estate per ottenere i germogli che saranno reimpiantati prima dell’inverno), una sorta di “affinamento sul campo” che incrementa le proprietà organolettiche del prezioso vegetale, chiamato, non a caso, “aprilatico” a rimarcare il suo periodo di massima espressione.
Per avere a disposizione il prodotto anche in altri periodi dell’anno, aderendo ad un bando del Gal Irpinia Montella, si è avviato un progetto per la trasformazione del prodotto fresco: una conserva vegetale in vasetto per mantenere le caratteristiche dell’ortaggio (salsa, tritato e naturale sott’olio), sinergia tra CNR, trasformatori e produttori. Aspettiamone gli esiti da annunciare, magari, durante Aprilatica 2014 che auspichiamo, vivamente, si faccia l’anno prossimo!
Durante il viaggio di ritorno, una cassetta di broccoli freschissimi nel bagagliaio, penso alle possibili preparazioni, scelgo a mente quelle più semplici, minimali e contadine, quelle che conservano la fragranza dell’ingrediente principale (il vegetale), da degustare insieme ai possibili vini in abbinamento.
Aspetto “Aprilatica” 2014!
Tra preparazioni ed abbinamenti: cucinare il Broccolo Aprilatico Paternese
Ricco di vitamina E (antiossidante) e vitamina K (emostatico); in cucina onore al vernacolo: semplicità e tradizione contadina.
Una ricetta Paternese lo abbina a sarde, aglio e limone.
Pancotto, sapore antico (pane bagnato di liquido di cottura, aglio, olio e peperoncino). Con la pasta è un classico, ottimo con pizza e salsiccia.
Anna Maria Famiglietti, dell’omonima Cantina, custode di antiche ricette di famiglia, ci racconta 3 modi per prepararli:
1) bolliti, aglio e olio; tendenza dolce e leggera sapidità, vino bianco fresco, giovane e poco strutturato, Coda di Volpe.
2) alla perticaregna, olio, aglio e peperoncino passati in padella versato sui broccoli bolliti (con poco sale per conservare caratteristiche e colore); percettibile l’untuosità e l’aromaticità, la sapidità minerale resta delicata come la tendenza dolce, vino bianco, più strutturato, più caldo di alcol ed equilibrato da fresca acidità, Fiano di Avellino.
3) stufati, sapore più deciso, tendenza amarognola, colore meno “elettrico”; aglio, olio e peperoncino e broccoli contemporaneamente in padella; vino bianco più morbido, Greco di Tufo o Grecomusc’ di Cantine Lonardo di Taurasi.
I 5 produttori di Paternopoli del Presidio Slow Food
– Anna Maria Perillo via Piano del Bosco, 349 7265957
– Concetta Grasso via San Felice, 0827 71637 – 331 6131670
– Giuseppe Martone C.da S. Nicola 0827 71475
– Maria Storti via Pozzo, 338 1082986
– Silvana Del Vicario via Piano del Bosco, 346 1890137
Questo articolo è stato pubblicato anche sul quotidiano “Il Corriere” (www.corriereirpinia.it)
6 Commenti
I commenti sono chiusi.
Grazie per avermi nominato “vroccolara ufficiale” e vi consiglio caldamente di provare questo prodotto, che è veramente ottimo.
Grazie a Te Annamaria, custode di antiche ricette della tua Famiglia, un Pilastro per Paternopoli. I prodotti tipici tradizionali vanno salvaguardati, tutelati e, pertanto, “comunicati”.
Auspico che l’anno prossimo possa svolgersi una nuova edizione di Aprilatica.
Che piacere leggere quest’articolo, proprio quest’anno che ho avuto la fortuna di poter acquistare e soprattutto gustare il broccolo aprilatico.
Delle ricette proposte mi resta da provare solo l’abbinamento con le salsicce… e non sarà un grosso sacrificio ;) e per l’abbinamento cibo vino ci pensa Sabatino.
Ciao Bianca
Grazie Bianca, so che non avrete problemi, la preparazione dei cibi sarà ottima, così come gli abbinamenti di Sabatino
Hai detto un serie di stupidaggini! non si pubblica senza documentarsi.
Il broccolo paternese quest’anno si è ammalato (verosimilmente una virosi! foglie ingiallite e mancato accrescimento). L’acqua è innocente!
Resta l’amarezza che se ne sono fregati tutti!
Tanto non c’erano in palio euro da mettere in tasca!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La solita storia paternese!!!!!!!!!!!!!!
Se non si comprende quello che è successo all’aprilatico, potrebbe non esserci un’altra manifestazione aprilatica!
A meno che, come è successo, non si propina il marzatico per aprilatico.
Ha ragione, infatti è stato scritto che quest’anno non è stata una annata favorevole. In verità sono stato sul posto, tra i campi, ho parlato con chi produce e va al mercato, con chi sta dando una mano per diffondere la cultura di questo ottimo prodotto d’Irpinia. Ho anche portato con me una cassetta di Broccoli Aprilatici e li ho cucinati come scritto nelle ricette; quelli bolliti esarno ottimi, a testimonianza della bontà del prodotto.
Se si legge bene non ho mai scritto che è stata l’acqua responsabile del “diradamento in campo” anzi ne ho esaltato le sue proprietà che agiscono sulla qualità organolettica del Blasonato Prodotto.
Per il resto comprendo le sue parole, il suo rammarico per una realtà difficile da far decollare; è anche questo lo spirito di chi, con passione, tenta di comunicare i prodotti di un territorio.
I prodotti tipici, quelli non trattati e che seguono un disciplinare specifico, unitamente alla coscienza di chi produce e preferisce rischiare pur di conservare la purezza, sono più soggetti ai “capricci” di Madre Natura.
So bene perchè non si è fatta Aprilatica, i Responsabili del Presidio Slow Food, il Referente dei Produttori, con rammarico, mi hanno detto che quest’anno il prodotto è stato scarso e si è preferito far saltare la manifestazione.
Il mio, infatti, è un auspicio per Aprilatica 2013, spero che possa partecipare anche lei al buon successo e di incontrala a Paternopoli a festeggiare tutti insieme.