Identità Golose, pizza superstar con Pepe e Bonci. Romito e Bottura incantano tutti
di Dora Sorrentino
La pizza protagonista del secondo giorno di Identità Golose 2015. Sala blu in over booking per gli interventi dei maestri della pizza d’autore, nello specifico Gabriele Bonci, Franco Pepe, Simone Padoan e Renato Bosco.
1. La pizza è buona ma la pizza può fare anche bene alla salute perché è sana. Franco Pepe crea la pizza Sanacore, dal titolo di una canzone degli Almamegretta. Questa volta si è avvalso del contributo di un team di esperti in cardiologia e nutrizione per una pizza che fa bene al cuore. Le caratteristiche sono: riduzione di sodio attraverso l’uso di sali alternativi, riduzione di grassi di origine animale, aumento della porzione di grassi di origine vegetale, aumento di vitamine, minerali e sostanze antiossidanti, potenziale riduzione dell’indice glicemico. Ed è così che realizza una pizza ottenuta con farina non raffinata, con semi di lino inseriti sia nell’impasto che nella farcitura, zucca proposte in tre diverse cotture, radicchio, ricotta vaccina, olio evo naturalmente a crudo. Chiude l’intervento con la margherita sbagliata: si parte dalla mozzarella, con salsa di pomodoro riccio ed emulsione di basilico, valorizzando sempre i prodotti del suo territorio anche attraverso la nuova associazione “Arruoliamo contadini”.
2. E’ il giorno anche di Gabriele Bonci. Porta il mare nel pane, con una pagnotta di farro ed alghe biologiche. Continua la ricerca del Boncione nazionale sulle materie prime naturali. Da poco più di un anno ha lanciato il progetto orto, in cui i pizzaioli sono coinvolti in prima persona: cinque giorni a lavoro in pizzeria, il sesto è dedicato alla coltivazione dell’orto e allo studio dei vegetali. Questa volta l’attenzione si è concentrata sul mondo marino, dalle alghe dulse alla kombu. La ricetta finale è un pancotto con brodo vegetale, salicornia e vetriola.
3. La sessione sulla pizza si chiude con Vitantonio Lombardo e Angelo Rumolo che presentano la pizza Black, dedicata a Davide Scabin. Il nero della pizza è ottenuto da carbone attivo. La versione di Vitantonio è una pizza fritta in olio di arachidi con ricotta montata con Grana Padano, salsa e caviale di tartufo. La pizza VL di Angelo Rumolo è la stessa presentata all’ultimo Trofeo Caputo nella sezione pizze di stagione, che lo ha portato alla vittoria. Il concetto di nero è lo stesso di Lombardo e viene farcita con patate cotte sotto cenere, guanciale, provola di Caggiano e scaglie di tartufo nero.
4. Sold out nella sala auditorium anche per il prof. Massimo Bottura, che apre l’intervento ricordando Stefano Bonilli con un applauso. Parla di come è nata la sua idea di Refettorio, una mensa per i poveri che verrà installata all’interno dell’Expo 2015 a Milano, dove chef importanti ospiteranno e cucineranno per quindicimila persone. Da una scena vissuta in prima persona, dove due persone stavano gettando nella spazzatura pane secco e libri, si sviluppa l’idea della zuppa di latte: briciole di pane saltate nello zucchero, una spuma composta da latte e pane vecchio e gelato di pane e zucchero. Un piatto che tocca l’anima. Il concetto di recupero ha sempre fatto parte della coscienza dell’Osteria Francescana, con l’obiettivo di ristorare l’anima. Nascono così i passatelli ottenuti dall’essiccazione di bucce vegetali. Quello che non gettiamo diventa un piatto guadagnato e scartare significa arrendersi, non essere in armonia con il mondo.
5. Niko Romito ed Heinz Beck sono gli altri due protagonisti della seconda giornata. Il primo parte dalla ricerca continua che effettua non solo sui prodotti ma anche sulle varie tipologie di cotture, a partire dalla carne. Per la salute è importante sapere cosa succede nel piatto. E tutto ciò porta a dieci spunti di riflessione che ha presentato nel suo ultimo libro realizzato con la collaborazione di Laura Lazzaroni: semplicità, stratificazione, evoluzione, equilibrio, archetipo, salute, vegetale, dolce, pane, degustazione.
Per Heinz Beck la mela rappresenta un ingrediente che è sempre legato al concetto del mangiar sano ed all’intelligenza. Riformulando un vecchio modo di dire, una mela al giorno, se la tiri forte, toglie parecchie rogne da torno.
3 Commenti
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Mah ho i miei dubbi che una pizza bionica faccia bene ai cardiopatici più di una verace pizza marinara dove ci stanno vitamina E e i grassi polinsaturi dell’olio evo che contrastano l’aterosclerosi come il licopene del pomodoro. L’aglio poi è antipertensivo. E poi con tutta franchezza una bella marinara guarisc di più! Perché non è buona perché fa bene, ma fa bene perché è buona. Fa bene allo spirito e se lo spirito sta bene il cuore sta meglio
Condivido a pieno la riflessione del dott. Tommaso Esposito. Con tutto il rispetto per il grande Maestro Franco Pepe, che resta un grande, ma credo che le cardiopatie, ahimè, abbiano bisogno di cure e precauzioni ben più impegnative.
Ad majora
Io sono un pochino parte in causa,avendo avuto un trapianto di cuore la bellezza di sedici anni fa,concordo,quindi pienamente con quanto affermato dal dottor Esposito e che cioè tutto ciò che è buono è anche salutare.A questo proposito i cardiochirurghi che mi seguono da tanti anni,non mi hanno mai vietato nessun cibo e mi hanno solo raccomandato di seguire il buon senso e le linee guida della dieta mediterranea,di conseguenza ogni qual volta mi è stato possibile non mi sono mai privato di una buona pizza napoletana fatta come si deve.PURTROPPO VIVIAMO IN UN PERIODO IN CUI LE SMANIE PRETESE SALUTISTE PORTANO AD ECCESSI E CONFLITTI IDEOLOGICI CHE VERAMENTE HANNO POCO SENSO.