I primi 40 anni di Rosolino a Napoli


rosolino e maradona

di Santa Di Salvo

Se il locale è nato lo stesso anno in cui Diego Armando Maradona arriva a Napoli una ragione ci sarà. Anche perché in quel periodo i due destini si intrecciano, tanti gol e notti insonni, le canzoni di Pino Daniele e i rigatoni con pomodorini e melanzane, la città di Beuys e Andy Warhol e le cene spettacolo con i big della canzone, da Franco Califano a Sergio Endrigo, da Ornella Vanoni a Mia Martini, da Peppino di Capri a Georges Moustaki, quello con la faccia da straniero. ”Me lo andai a prendere a Parigi assieme alle Bluebell del Lido, andavo a caccia di attrazioni internazionali contattando tutti gli impresari” racconta oggi Antonio Rosolino. Sono gli incredibili anni Ottanta, proprio quelli raccontati nei film di Paolo Sorrentino con il suo apice catartico nello scudetto del Napoli.
Sul nostro lungomare nasce Rosolino, storico locale in cui tutti i napoletani hanno passato almeno una serata nella vita. A metà tra il ristorante di lusso e un club per amici che amano divertirsi e mangiar bene. Sono gli anni della città obliqua di Edoardo Bennato, una cena spettacolo costa 28mila lire, si arriva a duecento persone servite à la carte, il lunedì c’è sempre il tavolo per Maradona con i calciatori del Napoli, si presentano sul tardi giornalisti caciaroni e politici eccellenti della Prima Repubblica, medici in libera uscita dopo i congressi, ospiti dei grandi alberghi, cantanti, attori, figure di spicco della movida partenopea (allora molto più elegante di quella contemporanea). Di quel Rosolino due cose restano indimenticabili: le grandi orchestre in pedana, almeno i primi tempi. E lo sterminato buffet con tutti i possibili contorni legati alla cucina di tradizione.

rosolino

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Rosolino compie quarant’anni e festeggia questo importante anniversario anche tornando alle belle serate musicali di cui rivendica orgogliosamente la primogenitura in città. Già pieno il calendario degli eventi di dicembre, Capodanno compreso. Sono già passati Jerry Calà ed Erminio Sinni, arrivano tra gli altri Ste, Maurizio Filisdeo, Rosario Miraggio e la Raoul Swing Orchestra. Ma anche il ristorante, che non chiude mai, ha ristrutturato il menu con grandi cult: genovese, pasta e patate, la parmigiana, spaghetti con le vongole, linguine con le cozze, risotto alla pescatora, paccheri all’astice, scarpariello, fritture di terra e di mare, polipetti alla luciana, Chateaubriand, babà e caprese. Alposto dei rigatoni alla Rosolino, che furono cavallo di battaglia dello chef Luigi Napolitano, ancora oggi ai fornelli (pomodorini, melanzane, prosciutto cotto, parmigiano), oggi ci sono gli spaghettoni Rosolino (aglio, olio, gamberi rossi e tarallo sbriciolato). Dilungarsi sul menu è d’obbligo, perché si tratta di classici tornati di gran moda. Con Napolitano in cucina lavora anche Stefano Iermano, da 12 anni in sinergia con il patron.

rosolino

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Accanto ad Antonio oggi ci sono anche le figlie, Astrid e Monica, la nuova generazione all’attacco. Antonio ogni tanto dice che vuole riposarsi, ma scherza, anche se ricorda a tutti di aver ben 55 anni di carriera nel settore. “Ho cominciato la mia attività nel ’68 aprendo l’Anthony Club, stesso stile del Trocadero parigino”.
Del resto, la brillante vita notturna é… una specialità di famiglia. Il mitico papà Angelo fu l’animatore della dolce vita napoletana fin dagli anni Cinquanta, con lo Shaker annesso all’hotel Miramare, dove si esibivano Bongusto a Carosone. E dove nel ’59 arrivò anche il primo trans, la splendida Coccinelle. Allora, una novità e quasi uno scandalo, si sussurrava di audaci spogliarelli (nessuno li chiama più così, oggi esiste solo il burlesque).

Su un grande tavolo centrale e sparsi in giro per il locale fanno capolino le memorie, bellissime le foto d’epoca con i protagonisti. Walter Chiari, I Ricchi e Poveri, Bruno Martino, Gino Paoli, Lucio Dalla, Claudio Baglioni, Eros Ramazzotti, tanti politici. Insomma, da qui sono passati tutti. Ma proprio tutti? “Berlusconi no, lo abbiamo visto solo una sera in video, apparso per salutare i convenuti”. Antonio Rosolino ancora ne sembra dispiaciuto. Via, nessuno è perfetto.

 

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