I nuovi piatti di Pasquale Torrente al Convento di Cetara


il poliedrico oste – chef Pasquale Torrente

di Marina Alaimo

Il mare d’inverno assume un fascino contemplativo, profondo ed irresistibile. Non accende desideri semplici e gioiosi come accade d’estate quando luccicante al sole  invoglia a tuffarsi e nuotare e poi stendersi al sole. D’inverno è molto di più: sa mostrare l’estrema bellezza del creato, irripetibile dalla mano dell’uomo. I colori sono diversi, più pacati, l’azzurro si mescola al grigio e rifiuta le tonalità chiare – i celesti ed i turchesi torneranno in primavera.

La facciata esterna

Avvolto dal silenzio e dalla bellezza semplice e fantastica allo stesso tempo, il vecchio borgo di pescatori disegna i tratti di un luogo dell’anima dal quale si farà fatica a distaccarsi. È proprio adesso che si riesce a cogliere caratteri e sfumature dei suoi abitanti lungo la passeggiata sul molo o al bar vicino alla marina dove la torre aragonese con fierezza ci ricorda che siamo a Cetara. E’ gente forse un po’ solitaria, si unisce solo a piccoli gruppi. Conosce la pericolosità dell’incertezza di chi va per mare e deve vivere di quanto si riesce a strappargli. Ha provato la tristezza della noia dei tempi lunghi, statici, interminabili, quando tutto è fermo e sembra non dover più ripartire. Ma anche la fatica di doversi adattare velocemente ad un cambiamento che ha stravolto i vecchi ritmi della piccola comunità di pescatori di tonno ed alici. Il turismo estivo è arrivato in maniera invadente e gli stretti spazi compressi tra la marina e la montagna non riescono a contenerlo. E quindi la stagione per godere al meglio di questo paesino incantato è l’inverno, quando tutto rientra nella normalità.

Spesso la normalità è la dimensione più fantastica che si possa vivere. C’è un altro cambiamento importante che ha aumentato l’interesse verso Cetara. E’ quello del gusto: i prodotti del mare preparati con semplicità e rispetto delle tradizioni  dai ristoranti del posto hanno aperto una nuova strada in ripida ascesa. C’è grande interesse verso la ristorazione cetarese, l’offerta dei pochi locali è diversificata, ma ben incentrata sulla materia prima  rappresentata dal pescato fresco e nobile della costa amalfitana.

Spaghetti freschi cacio e pepe con le cozze

 

Polenta del Mulino marino grigliata con puttanesca di pesce bandiera e lacrime di colatura di alici di Cetara

 

Marmora alla brace con giardiniera

 

Struffoli

Fondamentale importanza ha avuto in tale cambiamento l’impegno della famiglia Torrente che in quarant’anni di attività ha fatto da pioniere in questo settore.

La Falanghina 2001 di Fontanavecchia

Tramonti Costa d’Amalfi di Tenuta San Francesco

 

Passito di Pantelleria Ben Ryé 2009 di Donnafugata

L’eclettico Pasquale è colui che ha dato la virata decisiva, quella energica, fiduciosa, vincente. Ed in una giornata di dicembre, fredda, tersa e ventosa, dopo la lunga sosta sulla marina tra chiacchiere e benefiche risate al bar del paese, proviamo i nuovi piatti del Convento. E’ la cucina di una trattoria di un borgo di pescatori cetaresi: ci si ritrova nel piatto ciò che il mare ha voluto offrire alle reti delle vecchie cianciole.

 

Il Convento

Piazza S. Francesco, 16

Cetara

Tel. e fax 089.261039

www.alconvento.net

9 Commenti

  1. Forse è solo un vago ricordo mangiare bene al Convento oramai lo chef in giro un po’ dappertutto come un jolly ha perso un po’ di vista quella che era la cucina d’un tempo del Convento,sapori veri e servizio ma solo ricordo vago.piatti mal preparati servito da personale scortese e senza professionalità conto da stellato ma niente che appartiene a quest’ultimo.
    Siamo sempre alle solite quando si è (amici )dei giornalisti di mostrano sempre i solito ristoranti

    1. Per la verità abbiamo parlato oggi di tutti e quattro i ristoranti di Cetara. Come sempre da vent’anni. Scrivere qualche luogo comune in meno è così difficile?

  2. credo che è importante che qualcuno si esprima in una dialettica diversa…..Cetara e i suoi quattro ristoranti, rimane sempre Cetare con i suoi quattro ristoranti…!!!! Perchè il Convento è Convento!

  3. Sono stato in questo locale una decina di volte, ma progressivamente ho notato dalla cucina al servizio un lento declino, che giovedi sera è culminato nella peggiori cene mai fatta al Convento.
    Malgrado luglio fa piuttosto fresco, ci accodiamo c’è libero un unico tavolo, accolti in maniera…(per dire siedeti li o dalla finestra), aspettiamo 15 minuti per ordinare (nel frattempo 4 giovani, che si accomodano dopo il sottoscritto, vengono fatti sedere e accolti e riveriti e serviti, manco fossero …….(le solite situazioni italiche per intenderci, dai commenti si capiva che nè capissero assai ….assai di cucina e vino).
    Cmq non andavo di fretto, ordino un misto di alici e parmigiana di alici che avevo trovato sublimi anni fa, ma tra pomodoro stracotto, freddo e cottura non perfetta, sono una delusione, come del resto la marinatura delle alici troppo salata.
    Ordino due primi, paccheri al pesce azzurro e puttanesca di alici, che navigano in un mare di olio di non eccelsa qualità, con cottura del pesce troppo accentuata. Non scelgo altro e chiedo il conto 49 euro.
    Penso seriamente di non farci ritorno, perchè va bene il prezzo non elevato, ma le alici sappiamo tutti il costo e che il periodo migliore è quando sono”gravide” e tornano a riva (mangiate al Convento in tali periodi), ma la qualità dove sta? Va bene che a luglio è di battaglia, come Agosto è la quantità prevale sulla qualità, ma che ci vantiamo a fare a destra e a manca? Poi sui trattamenti privilegiati a ……stendiamo un velo pietoso, ma non ci lamentiamo poi che c’è la crisi, si per i fessi!

  4. Sarò stato sfortunato nel beccare la serata no ma alla luce della qualità della cena “dis-gustata” ieri sera non posso assolutamente condividere nemmeno alla lontana tutti i commenti entusiasti su questo ristorante. Mah !!!!!! un antipasto che piu’ povero non può esistere, uno Zito alla genovese di tonno riscaldato nel microonde (esterno freddo e interno ustionante), una frittura di calamari e gamberi che subisce lo stesso procedimento e che è stata rimandata indietro cosi come è arrivata. In definitiva una delusione megagalattica.

  5. Appena tornato dal convento. Ero curioso di cotanta fama. Me lo ricordero’ come una delle piu’ grosse delusioni degli ultimi anni. Davvero scadente in una cornice come quella di cetara famosa per la qualita’ del cibo. E’ pur vero che o si e’ ristorante o si e’ pizzeria. I ristoranti pizzerie sono sempre una delusione.
    Caro Luciano per favore non diventare come il gambero rosso…

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