I miei migliori morsi del 2024 in ordine di apparizione: 003 gli Scauratielli, ricetta e considerazioni
di Marco Galetti
Gli Scauratielli di Daniela ingredienti e modalità di preparazione:
750 ml di acqua
Rosmarino
Bucce di mandarino, limone e arancia
Mezzo bicchiere di vino bianco
10 gr di sale
50 ml di olio di semi
20 gr di zucchero
500 gr di farina
Un uovo
Olio di semi per friggere
Miele di castagno per condire
Portare a ebollizione l’acqua con il rosmarino, le bucce degli agrumi, il vino, l’olio, il sale e lo zucchero, filtrare e aggiungere in un colpo solo la farina.
Cuocere a fuoco lento, mescolando, fino a quando l’impasto non si stacca dal fondo della pentola.
Ungere la spianatoia con un po’ d’olio e trasferirvi il composto che deve essere impastato bene con le mani unte d’olio avendo cura di togliere eventuali grumi.
Lasciare raffreddare un po’, aggiungere l’uovo e continuare ad impastare, poi formare i classici scauratielli, friggerli in abbondante olio di semi e una volta scolati cospargerli, scialando, con miele di castagno.
Gli scauratielli tipici della Vigilia, sono dolci antichissimi, risalenti al sesto secolo A.C., che sono stati tramandati ai cilentani dai coloni greci, come afferma Luciano Pignataro, sono dolci, rituali, liturgici e mediterranei.
La forma ricorda l’Alfa e l’Omega, le lettere che aprono e chiudono l’alfabeto greco, gli strepitosi scauratielli aprono il cuore, chiudono il pasto e fanno pensare a quanto siano importanti le tradizioni e quanto poco contino le mode e le modelle da non prendere a modello.
Durante i miei soggiorni cilentani ho avuto la fortuna di poter assaggiare più volte questi piccoli grandi regali del passato cilentano, sicuramente quelli maggiormente graditi, anche perché preparati appositamente per me in occasione della mia calata in Cilento il 3 Gennaio, sono stati quelli dorati ma non bruciati, morbidissimi all’interno, senza traccia né sensazione di unto, di Daniela che con questo dolce morso e con il suo trasparente&rincuorante benvenuto al Sud mi ha fatto sentire a casa.
Ma se io, milanese doc da parte di padre e mezzo senese da parte di madre, mi sono sentito a casa a Vallo della Lucania da “Daniela la Dolce e da Mimmo il Pizzaiolo” , non è che, magari, per motivi imperscrutabili, sono un po’ terrone anch’io…
3 Commenti
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Un patrimonio culinario da salvare e tramandare ,come hanno fatto i nostri predecessori.
Sicuramente cilentano di adozione già lo sei. Avrai notato che questa terra è ricca e generosa di prodotti gastronomici semplici ma genuini che conquistano i palati più raffinati, portando il degustatore in un percorso di sapori antichi ma che da generazioni si tramandano nel tempo.
Ciao, felice di rileggere un tuo articolo e di conoscere qualcosa che non sapevo, nonostante le mie vacanze ad Acciaroli e dintorni