I dieci migliori bianchi campani da invecchiamento: la Top Ten del Mattino
Ed ecco forse la classifica della Guida Mangia&Bevi del Mattino (AAA. Cercasi in edicola ormai esaurita:-) che più mi è piaciuta. Si tratta dei bianchi di annate precedenti ancora reperibili in enoteca o ristorante se non dai produttori, la dimostrazione della vera grande vocazione campana presente in tutte e cinque le nostre province: il vino bianco da invecchiamento.
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1-Antece 2004 Paestum igt, Viticoltori de Conciliis
Un grande capolavoro di Bruno de Conciliis nel quale la frutta, la mineralità, la freschezza e tutte le altre componenti si reggono in un confortevole e rinfrancante equilibrio. Da spendere in meditazione invernale davanti al camino.
Voto 95/100
www.viticoltorideconciliis.com
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2-Exultet 2008 Fiano di Avellino docg, Quintodecimo
Il professore Moio ha sempre cercato di rubare l’anima al Fiano di Lapio. In questa versione centra l’obiettivo regalando con la giusta di legno la spalla adatta a una frutta fresca straordinaria e complessa, adagiata su una beva sapida e senza mediazioni piacioni.
Voto 94/100
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3-Adam 2005 Greco Campania igt, Cantina Giardino
I bianchi di Antonio Di Gruttola si fanno sentire nel tempo quando si distendono dalla cornice bucciosa per incontrare sentori evoluti di miele, idrocarburi, agrumi canditi, zafferano pur conservando inalterata una impressionante verve acida.
Voto 93,5/100
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4-Fiano di Avellino 2006 docg, Guido Marsella
La materia di Guido è sempre stata in eccesso, un po’ come i Taurasi di Molettieri. Questa annata, come la 2004, regala uno slancio maggiore al vino trasformandolo in un vero e proprio capolavoro mai uguale a se stesso .
Voto 93/100
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5-Vigna della Congregazione 2005 Fiano di Avellino docg, Villa Diamante
Concordiamo con Diamante e Antoine, la migliore versione di sempre al netto dell’affetto corale per la prima 1997. Un’annata in cui il bianco si dispiega senza rinunciare alla mineralità di Montefredane, mai così ben interpretata.
Voto 93/100
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6-Pietraincatenata 2009 Paestum igt, Luigi Maffini
Altra grande interpretazione del Fiano del Cilento, più di stile francese ma niente affatto caricaturale. Il legno e il frutto potente si fondono al naso con dolcezza a cui fa da contraltare la sapidità del palato. Beva molto decisa e veloce al palato.
Voto 92,50
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7-Le Serole 2009 Pallagrello bianco Terre del Volturno igt, Terre del Principe
Siamo stati noi a credere nella longevità del Pallagrello conservandolo gelosamente e i fatti ci danno ragione soprattutto nelle annate più problematiche. In questo caso il bianco ha un tono piacevolmente fruttato e fresco.
Voto 92/100
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8-More Maiorum Fiano di Avellino 2009, Mastroberardino
L’idea di mettere un bianco campano in legno e farlo uscire con un po’ di ritardo nasce nella metà degli anni ’90. Da allora le bottiglie riservano la sopresa di una piacevole longevità senza alcun cenno di stanchezza. Anche qui complice l’annata.
Voto 91,50/100
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9-Caracci 2008 Falerno del Massico doc, Villa Matilde
La cifra di questa falanghina passata in legno è sempre stata l’eleganza assoluta, l’quilibrio perfetto tra le diverse componenti in un quadro sapido e fresco. Anno dopo anno il Caracci cresce e regala grandi emozioni agli appassionati.
Voto 91/100
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10-Vigna del Vulcano 2008 Lacryma Christi doc, Villa Dora
Chi lo avrebbe mai detto che un bianco del Vesuvio poteva essere venduto in annate vecchie? Villa Dora ci ha creduto sin dal 2002 e i fatti confermano la scelta lungimirante e coraggiosa. Da buona agricoltura biologica.
Voto 90/100
4 Commenti
I commenti sono chiusi.
Caro Luciano a Natale ho deciso di stappare le ultime tre bottiglie di Coda di volpe Perillo 2006! Fenomenali! Quando ancora il coda di Volpe Perillo era sconosciuto!
Hai ragione Oreste, come sai è il vino che più mi ha colpito in questo 2013
https://www.lucianopignataro.it/a/antologia-2013-le-cinque-cose-che-mi-hanno-stupito-le-hanno-fatte-bottura-oliva-portinari-perillo-e-uliassi/65915/
Infatti, Perillo, mia piccola azienda preferita, mi ha parlato del tuo entusiasmo per il suo coda di volpe! Recentemente Michele nella mia visita per gli approvvigionamenti natalizi per me è per i miei amici, mi ha fatto di un aglianico 1999, quando ancora non si invecchiava i legno, per farmi provare il gusto dell’aglianico originale e due taurasi 2006, non ancora in commercio. Che dire? Speriamo che questa aziende curate ancore direttamente dai proprietari si salvino!
Il tema della salvezza è molto semplice: resisteranno solo le aziende che non prendono scorciatoie:-)