I bianchi dell’Alto Adige | Lafoa, Nussbaumer, Lowengang sfidano il tempo
di Marina Betto
Bisognerebbe definirli bianchi senza tempo questi vini altoatesini diversi per vitigno ma con il seme della longevità nel DNA. Lo Chardonnay Lowengang di Alois Lageder il Gewurztraminer Nussbaumer di Cantina Tramin e il Sauvignon Lafòa di Colterenzio assaggiati nell’annata corrente e in quella di quasi dieci anni fa risultano tutti e tre particolari ed interessanti che sfatano a buon titolo il luogo comune che i vini bianchi vadano bevuti giovani. Certamente il vino bianco per invecchiare deve avere determinate caratteristiche, materia, acidità, corredo aromatico e polifenolico importante che con il tempo si arricchisce, si trasforma, si fonde creando quello che diventa un vino completo in cui i vari elementi che lo compongono non si distinguono più singolarmente ma diventano una cosa sola nel sorso. Per capire quali siano le principali caratteristiche di questi vini e il loro potenziale di invecchiamento dobbiamo ricordare quanto sia variegata la geografia altoatesina la sua morfologia e geologia con diversi tipi di terreno fatto di quarzo, scisto e mica, porfido vulcanico, calcare dolomitico che cambiano dalla Valle dell’Isarco alla Val Venosta alla zona di Salorno e Egna di Merano e Bolzano fino alla zona di Santa Maddalena. Anche il clima incide con Bolzano che è di media la città più calda d’Italia dove però gli sbalzi di temperatura sono frequenti generando una grande variabilità climatica secondo anche l’altitudine. In regione se fino agli anni “80 il vino maggiormente prodotto era rosso dal 2000 al 2010 c’è stato un cambio di rotta a favore del bianco merito delle zonazioni che hanno segnalato e prediletto i vitigni a bacca bianca. L’altitudine, l’elevata mineralità, le basse rese la ricerca di una maturazione fisiologica del grappolo ottimale da alle uve bianche tutto il potenziale necessario per l’invecchiamento come in cantina l’affinamento sui lieviti per aumentare la cremosità e la corposità del vino.
Questo terzetto di bianchi d’alta qualità dimostrano ognuno secondo le sue inclinazioni date dal vitigno potenza e struttura, forza, eleganza, pulizia e piacevolezza, che si affina si ingentilisce si trasforma in sorso unico e completo. Sauvignon Lafoa Alto Adige DOC Colterenzio 2018 è giovane e scattante grazie alla sua peculiare spina acida. Le uve colte perfettamente mature fermentano per metà in acciaio e metà in barriques, solo quest’ultima parte del mosto fa la malolattica. Passati otto mesi di maturazione sui lieviti i due vini vengono assemblati. Sambuco e fiori d’acacia si avvertono subito insieme alla salvia e coinvolgono il naso e la papille le note boisé. In bocca non abbiamo un’esplosione aromatica ma grande sapidità. Lafoa è un Sauvignon più muscolare rispetto a quelli di altre zone vitivinicole e questo aspetto caratteristico lo rende riconoscibile e legato al suo territorio. Se l’annata 2018 è stata grande la 2010 si è dimostrata altalenante dal punto di vista meteorologico con un’estate siccitosa e piogge autunnali che hanno regalato vini marcatamente acidi per questo è da considerarsi una perfetta annata da invecchiamento. Sauvignon Lafoa Alto Adige DOC Colterenzio 2010 14,4% vol. è intenso e fruttato con una leggera nota iodata e fumé che affascina. Lo Chardonnay Lowengang 2017 Alois Lageder 13% vol nasce a Magrè in provincia di Bolzano da vigneti a conduzione biologico – dinamica certificata Demeter.
Fermentato in barriques di rovere francese e botti grandi sosta sulle fecce fini per quasi un anno segue affinamento in bottiglia per un altro anno. Il suo è un corpo leggero e aromatico, vivace che sa di pesca ed erba verde, fiori di camomilla che sfociano nella vaniglia e sentori di affumicato. In bocca scivola leggero trascinandosi questa nota affumicata, burrosa e floreale. Nell’annata 2010 lo Chardonnay Lowengang propone questo varietale maturo che sa di mela e pera senza spigolature ma note di vaniglia e mandorla grasse perfettamente integrate che lo fanno ottimo vino da pesce e da carni bianche. Infine analizziamo il Gewurztraminer Nussbaumer Alto Adige DOC di Tramin 2018 e 2011 15% vol. Vitigno aromatico per eccellenza di corpo e potente nasce vicino Termeno lì dove spira l’Ora il vento che risale dal Lago di Garda.
Fermenta solo in acciaio e affina tre mesi in bottiglia prima di uscire. Dorato e cristallino profuma di rose e gigli, zagara e gelsomino pesche e melone, mango e buccia di limone tra le spezie la cannella, lo zenzero, lo zafferano i semi di cumino sono riconoscibili immediatamente. La 2011 è stata un’annata molto calda che si rispecchia nel suo colore oro intenso e nell’esplosione floreale che si avverte al naso e in bocca la persistenza e la suadenza lo rendono un vino molto impegnativo ma l’accompagnamento con il giusto cibo stempera il suo carattere ridondante che fa parte del suo fascino. Nell’annata 2018 Il Gewurztraminer Nussbaumer offre note di freschezza che sanno di limone e cedro, litchi, fiori di acacia e melissa. In bocca ha un ingresso morbido quasi dolce con note di burro e mandorla pralinata ma allo stesso tempo è fresco e vivace. Esprime un ottimo potenziale d’invecchiamento e abbinato con degli affumicati o la cucina esotica renderà al meglio.
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www.colterenzio.it [email protected]
[email protected] aloislegeder.eu
Un commento
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Tre belle espressioni di vini a bacca bianca di una regione particolarmente vocata alla vinificazione ma personalmente per Nussbaumer ho propensione se non altro per la genialità del maestro della loro moderna cantina e per la bella cittadina che ogni due anni ospita il carnevale più ancestrale di tutto lo stivale dove si mangia e naturalmente si beve molto e niente male.PS Per chi ha voglia di provare un solo consiglio mi sento di dare:vini di montagna da bere al mare FM