Hirohiko Shoda, lo chef giapponese alla Pizzeria Lombardi di Via Foria
di Dora Sorrentino
“Ciao sono Hiro”. No, non è la versione giapponese della canzone “Buonasera, dottore”, ma semplicemente il saluto dello chef Hirohiko Shoda, divenuto famoso per i programmi televisivi dedicati alla cucina “pura”, in onda su Sky, Gambero Rosso Channel e Rai 3. E’ lui la guest star della serata organizzata alla Pizzeria Lombardi di via Foria, promossa dall’azienda Polselli S.p.a. e presentata da Antonella D’Avanzo. Un ciclo di eventi dedicati alla pizza tra tradizione ed innovazione, un’iniziativa condivisa e sostenuta dall’Associazione Verace Pizza Napoletana.
L’Azienda Polselli è di Arce, in provincia di Frosinone, e rappresenta una prestigiosa realtà italiana del settore molitorio di qualità. I cugini Enrico e Carlo Alberto Lombardi sono la quinta generazione di pizzaioli della famiglia, i loro antenati sono stati i primi italiani a portare la pizza napoletana negli Stati Uniti. L’allegria di Hiro non ha eguali e riesce a mettere a proprio agio gli ospiti raccontando i suoi aneddoti sulla pizza, ci spiega come l’ha conosciuta e ci parla della sua amicizia con i Lombardi. Come già accennato, Hiro è uno chef che ama molto la cucina italiana e che prepara i suoi piatti in genere senza cottura, trattando gli ingredienti in purezza.
Ed è così che nasce l’idea dell’antipasto della serata: carpaccio di ombrina con salsa di cedro al pepe verde e bottarga, abbinato ad un fritto di pesce classico, alla maniera napoletana.
Enrico e Carlo Alberto naturalmente rispondono con le loro pizze, a cominciare da un classico, la Nando, con pomodorini del piennolo, bocconcini di mozzarella di bufala e ricotta di cestino.
Poi è la volta della pizza con provola affumicata e scarola saltata con uva passa e pinoli e si conclude con la presentazione di un nuovo prodotto, la pizza “Mille culure”, dedicata a Napoli ed al cantautore recentemente scomparso Pino Daniele, una marinara con cozze cotte nella loro acqua, con aglio, olio e prezzemolo. Per addolcire il palato, la torta setteveli.
Il tutto è stato innaffiato da una Falanghina Macchialupa.
Un commento
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Grande Hiro! Ne ho parlato anch’io qui: http://www.wineblogroll.com/2015/03/ciao-sono-hiro-ed-anche-me-piace-il.html