Guida Michelin New York 2019: Troppo sushi, troppo poca Italia


di Albert Sapere

Tempo di giudizi per la “rossa” nella capitale mondiale, anche del cibo: New York. La guida Michelin resta fedele a se stessa e più che cercare il buono,  ci pare cerchi quello che conosca meglio, la cucina francese per prima ovviamente e poi il sushi o quantomeno l’influenza asiatica, che molto ha condizionato la stessa cucina d’Oltralpe nell’ultimo decennio. Ci ha sorpreso molto il doppio macaron all’Atelier,  di Joel Robuchon, nuova apertura dopa la scomparsa del monumento francese.

Dopo aver letto la recensione di Pete Wells, critico del New York Times, che descriveva l’Atelier, dopo tre visite, come una cucina “molto disciplinata”, ma niente che lasci il segno a dei prezzi molto elevati. Il critico del NYT salvava solo il reparto della pasticceria, con a capo l’italiano Salvatore Martone.

Tre stelle riconfermate a Le Bernardin e a Per Seristoranti sui quali abbiamo espresso non poche perplessità, hanno più il sapore di mantenete uno status quo, ed una bandiera francese, in terra americana. Riconfermate anche le altre insegna triplement etoilé, Chef’s Table at Brooklyn Fare, L’Elevan Madison Park e Masa. Nuove 1 stella per Le Coucou, ristorate con una moderna interpretazione della bistronomia francese, poi 5 insegne “giappo” NakazawaKosakaNodaOkuda, and Sushi Noz, ancora Asia con Tuome Bouley at home, Atomix, Claro e Oxomoco, e Le Grille di Joel Robuchon. 

L’Italia, almeno per la “rossa” è affidata ai  Bastianich e a quello che resta dell’ex impero Batali, dopo lo scandalo che ha coinvolto lo chef star statunitense. Anche qui molte perplessità. Nell’ultimo viaggio newyorkese, abbiamo trovato una cucina italiana in grande spolvero nella “Grande Mela”, alcuni posti segnalati anche nella nostra Piccola guida ragionata, dove mangiare a New York,  poco considerata dalla Michelin. Anche parlando con dei professionisti newyorkesi del mondo della comunicazione, ci raccontavano che mangiare italiano è di uno comune a NY. Alcuni dei locali più di tendenza nel “pubblico” in questo momento, propongono cucina italiana, questo a dimostrazione che non solo in Italia, c’è uno scollamento enorme tra quello che racconta la critica gastronomica e quello che poi effettivamente il pubblico sceglie.

Sicuramente, come ampiamente ha dimostrato The World’s 50 Best Restaurants, il francese non è più la “lingua” ufficiale dell’alta cucina nel mondo,  un pezzo ancora importante, ma non così come era fino a un decennio fa.  L’identità e l’appartenenza territoriale hanno preso il posto di un “paradigma” classico della cucina francese, che si porta dietro i suoi prodotti (vini inclusi) e quindi la sua economia, replicabile ad ogni latitudine e longitudine.

76 insegne in tutto con una o più insegne (più 6 rispetto al 2018). L’elenco completo:

Tre stelle
Chef’s Table at Brooklyn Fare
Eleven Madison Park
Le Bernardin
Masa
Per Se

Due stelle
Aquavit
Aska
Atera
Blanca
Daniel
Gabriel Kreuther (new)
Ichimura at Uchu (new)
Jean-Georges
Jungsik
Ko
L’Atelier de Joel Robuchon (new)
Marea
The Modern
Sushi Ginza Onodera
Tetsu Basement (new, chiuso definitivamente)

Una stella
Agern
Ai Fiori
Aldea
Atomix (new)
Babbo
Bar Uchu
Batard
Blue Hill
Bouley at Home (new)
Cafe Boulud
Cafe China
Carbone
Casa Enrique
Casa Mono
Caviar Russe
Claro (new)
The Clocktower
Contra
Cote
Del Posto
Faro
The Finch
Gotham Bar and Grill
Gramercy Tavern
Gunter Seeger NY
Hirohisa
Jeju Noodle Bar (new)
Jewel Bako
Junoon
Kajitsu
Kanoyama
Kosaka (new)
Kyo Ya
L’Appart
Le Coucou (new)
Le Grill de Joel Robuchon (new)
Meadowsweet
The Musket Room
Nix
Noda (new)
NoMad
Okuda (new)
Oxomoco (new)
Peter Luger
The River Cafe
Satsuki
Sushi Amane
Sushi Inoue
Sushi Nakazawa (new)
Sushi Noz (new)
Sushi Yasuda
Tempura Matsui
Tuome (new)
Uncle Boons
Wallse
ZZ’s Clam Bar