Guida ai migliori ristoranti di Amalfi per tutte le tasche e tutti i gusti
di Mario Amodio
Il turismo mordi e fuggi? Ad Amalfi gli fa un baffo. Già, perché chi pensa che la mole di flussi turistici rischia di abbassare l’offerta gastronomica locale si sbaglia di grosso. Complice la presenza, nella sola repubblica marinara di una serie di templi del gusto che tengono insieme nel piatto non solo le due anime, contadina e marinara di questo lembo di terra, ma soprattutto tradizione e innovazione.
E sono oltre una decina i luoghi in cui eleganza e raffinatezza fanno il paio a rivisitazioni e qualità delle materie prime. Il viaggio di gusto nella terra che fu di abili mercanti va da un estremo all’atro della vallata in cui grappoli di case corrono lungo i fianchi delle colline. E poi toccano rocce a picco sul mare e ciottoli della marina, ma anche ambienti attigui a quei monumenti che ancora oggi testimoniano la grandezza della città marinara.
Come l’Arsenale, nelle cui vicinanze sorge uno dei primi ristoranti stellati d’Italia: La Caravella di Antonio Dipino che unisce eleganza, raffinatezza di una proposta gastronomica a un’ampia selezione di vini. Monumentale, infatti è continua a rimanere la carta dei nettari che, un decennio fa, permise alla cantina di ottenere un premio su scala nazionale. La ceramica, che contamina gli ambienti, è la stessa, artigianale, in cui si servono le portate che compongono il nuovo menù estivo realizzato quest’anno per festeggiare i sessant’anni di attività dell’alta ristorazione de La Caravella.
Al secondo anno di attività l’altra piacevole sorpresa gastronomica collocata a pochi metri dal monumento a Flavio Gioia è il ristorante Sensi, dove il giovane e promettente chef, Alessandro Tormolino, allievo peraltro di Gianfranco Vissani, propone una cucina ricercata e innovativa capace di impreziosire la tradizione campana. E non è un caso se nel dicembre scorso l’executive del Sensi fu premiato a Parigi da La Liste con lo «Young Haward» destinato agli chef emergenti, alla presenza di mostri sacri della gastronomia mondiale come Guy Savoy e Alain Ducasse.
Il viaggio goloso nella gloriosa repubblica marinara prosegue sulla sponda più prossima al mare dove sorgono altre due eccellenze: Marina Grande e Lido Azzurro. Gianpaolo e Enzo Esposito da quest’anno hanno affidato la gestione della cucina di Marina Grande al giovane Domenico Tulliano, promettente chef dalla mano delicata e creativa.
Mentre Antonio Pisani, nel suo storico locale Lido Azzurro a pochi passi dal porto di Amalfi persegue la linea della tradizione che ha il suo punto di forza nell’impiego di eccellenti materie prime. Ma senza disdegnare la tentazione di dar sfogo alla creatività che contagia alcune nuove portate.
Dal mare si risale verso il centro storico. Verso il cuore pulsante di Amalfi per far tappa su una delle terrazze più intime, ma spettacolari al tempo stesso, che si affacciano sul corso principale. E’ Gemma, quella che per decenni è stata la trattoria amalfitana per eccellenza, oggi locale gourmet saldamente legato però alla tradizione. Salvatore Milano, il giovane chef che ne governa la cucina, è uno di quegli emergenti che, silenziosamente, sanno ben contaminare la proposta con giuste dosi di innovazioni complice anche lo straordinario utilizzo di materia prima spesso utilizzata per portate di sole crudités. Inerpicandosi dalla vicina piazza dei Dogi fin sul al Monte Falconcello, non c’è più solo la veduta a regalare suggestioni ed emozioni.
All’Nh Convento Collection con l’arrivo di Natale Giunta, che dallo scorso anno supporta il resident chef Claudio Lanuto, la gastronomia non è più solo un dettaglio. Qui, poi, dove D’Annunzio, affacciandosi, riuscì solo pronunciare per tre volte la parola «mare», il general manager Giacomo Sarnataro, ha deciso di ampliare l’offerta gastronomica dando vita all’Amalfi Food Lab, ovvero una serie di serate a tema.
Da un cinque stelle all’altro: il Santa Caterina, eremo alle porte di Amalfi, dove le signore Giusy e Ninni Gambardella hanno scritto la storia della ricettività alberghiera e della grande ristorazione annessa all’hotel. Su questo solco nasce Glicine, il ristorante dell’albergo, affidato da quest’anno allo chef Peppe Stanzione che arriva alla sfida più importante della sua vita professionale in piena maturità. Da Le Trabe, a Paestum, è approdato recentemente, col suo bagaglio d’esperienza, nei luoghi che ospitarono la seconda first lady americana in visita in costiera dopo Jackie: Hillary Clinton. I suoi piatti, tutti di grande tecnica, spiccano per la grande capacità dello chef di salvaguardare la freschezza dei prodotti ed esaltarne i sapori. Non solo in portate di mare.
Sulla sponda opposta, quella che da Amalfi guarda verso Conca dei Marini, sorge un altro tempio di alta gastronomia. E’ Eolo, il cui balcone sul mare è di rara bellezza e suggestione. Uno scrigno che Caterina Gargano ha saputo impreziosire dalla cantina agli arredi, rendendolo unico, così com’è incastonato tra il mare e il grappolo di case del rione sant’Antonio, grazie alla cucina dello chef Francesco Serretiello capace di interpretare con eleganza e originalità i piatti di mare, ma senza rinunciare al un proprio stile sobrio e meticoloso.
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La tappa golosa, l’ultima di questo percorso, è in piazza Duomo. Alla storica pasticceria Pansa, recentemente fregiata a Milano con il World Pastry Stars. Annoverato tra i locali storici d’Italia, l’antico caffè d’Amalfi, gestito da Nicola e Andrea Pansa, è una gioielleria del gusto per qualità e raffinatezza. Una tappa obbligata dopo una serata romantica ai tavoli delle eccellenze amalfitane.