Guglielmo Cavezza del Mommy Cafè a Cicciano è il vincitore di Mille&Un Babà 2025


Mille&UnBabà- premiazione. Da sinistra Sabatino Sirica, Gennaro Esposito, Guglielmo Cavezza, Antimo Caputo, Carmine Caputo, Sal De Riso

di Carmen Autuori

È Guglielmo Cavezza, della pasticceria Mommy Cafè di Cicciano con il suo “Italo”, babà a base di frutti rossi irpini ed erbe mediterranee, tra cui il basilico ed il rosmarino, il vincitore di Mille&UnBabà 2025, il contest di Mulino Caputo ideato da Carmen Davolo di Dieffe Comunicazione, giunto alla quarta edizione. Il Mediterraneo, simbolo di accoglienza e di contaminazione, è stato il protagonista del dolce vincitore del concorso.

Mille&Un babà, Guglielmo Cavezza con “Italo”

Il babà è notoriamente un dolce “vagabondo”, frutto di una ibridazione culturale che nasce in Polonia, arriva in Francia ma è a Napoli che raggiunge un successo straordinario.

La novità dell’edizione 2025, svoltasi nelle eleganti sale del Grand Hotel Vesuvio, è stata quella di internazionalizzare la manifestazione grazie alla partecipazione di diversi pasticcieri che, pur risiedendo in Italia, provengono da varie parti del mondo. Fermo restando l’ “anima” classica del dolce, ognuno di loro ha apportato elementi appartenenti alla propria cultura gastronomica, dall’estratto di rose al cardamomo, allo zafferano, al dulce de leche, al tè matcha.

I maestri pasticcieri di nazionalità peruviana, argentina, giapponese, iraniana e italiana sono stati valutati dalla giuria composta da Sal De Riso, maestro pasticcere nonché presidente dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani (Ampi); Gennaro Esposito, chef e patron de “La Torre del Saracino”; Sabatino Sirica, decano dei pasticceri campani, e Antimo Caputo, Ceo del Mulino Caputo.

Mille&UnBabà, la giuria

I partecipanti

La lucuma, frutto tipico peruviano protagonista del Babà Sour Chocolucuma  di Valentina Rosso & Beatriz Carmen Seminario, coppia italo – peruviana dal Va.Be. di Torino. Dalla consistenza molto vellutata, il dolce richiama il gusto mai stucchevole dello sciroppo d’acero.

Valentina Rosso e Beatriz Carmen Seminario

Il Corazon de dulce de leche è il mini-babà presentato da Monica Thea Galante e Janvier Garbiero, del ristorante Volver, punto di riferimento della tradizione argentina a Torino. La dolcezza del dolce tipico argentino, il dulce de leche appunto, è stata mitigata dalla bagna a base di gin della Patagonia ottenendo un prodotto di grande equilibrio e dall’intensa aromaticità.

Monica Thea Galante e Javier Garbiero

Essenza di rose, cardamomo e zafferano, insieme ad un budino a base di latte e farina di riso protagonisti del babà di  Nazanin Majid, giovane iraniana, interprete della tradizione persiana presso Nun, a Torino. Il nome del dolce non poteva che essere Nostalgia della Persia.

Nazanin Majidi – Nostalgia di Persia

Keiko Ochi, pasticcera giapponese de La Rondine di Firenze ha proposto Armonia, babà a base di tè matcha, distillato di riso e liquore di youzo.

Keiko Ochi Armonia

Babbaciami di Marco Ferrero, titolare della Pasticceria Napoletana Ferrero di Taranto, è la sintesi del tipico cioccolatino italiano, il Bacio, e l’iconico dolce partenopeo: babà bagnato all’alchermes, namelaka al gusto “Bacio”, ricoperto da cioccolato fondente e granella di nocciole di Giffoni.

Marco Ferrero – Babbaciami

Un viaggio dai Monti Lattari alla Costiera il dolce presentato da Giustina Brasiello, pastry chef del ristorante Caruso Roof Garden dell’Hotel Vesuvio Napoli: cuore di ricotta e bagna al limoncello i protagonisti del suo Profumo di Babà.

Giustina Brasiello – Caruso Roof Garden Hotel Vesuvio – Profumo di Babà

Mille&UnBabà 2025 – tutti i protagonisti

La partecipazione di pasticcieri provenienti da paesi con ricche tradizioni culinarie, differenti dalla nostra– afferma Antimo Caputo –è stata l’occasione per dare un’ulteriore nuova veste a uno dei grandi classici della pasticceria partenopea. Il babà è per sua natura un dolce “accogliente”, si pensi alle alveolature che accolgono la bagna o le svariate farciture e proprio per questo ben si presta ad essere contaminato dalle più svariate culture gastronomiche. Mulino Caputo esporta farine in tutto il mondo e conosce l’importanza del confronto e del dialogo tra i professionisti del settore. Ecco perché manifestazioni come queste, al di là del premio, sono un momento di crescita e di fondamentale importanza per tutti i partecipanti: stimolano la creatività artigianale e la crescita professionale. Il nostro intento è stato quello di raccontare, attraverso le creazioni dei maestri pasticcieri, un dolce classico con un linguaggio innovativo”.

 

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