Grotta del sole, un quarto di luna e uno di sole
29 settembre 2001
Questa Falanghina dei Campi Flegrei torna ad essere simpatica ed interessante. Finalmente alcuni produttori cominciano a guardare oltre la punta del proprio naso commerciale raggiungendo risultati da sottolineare. La differenza, avrete capito il nostro modo di scrutare nel bicchiere, è sempre nell’uso sapiente, cioé non aggressivo, del legno.
Ed ecco dunque il blend, il matrimonio celebrato da Gennaro Martusciello, tra il Caprettone del Vesuvio, altro vitigno autoctono ancora sconosciuto ai più, e la Falanghina. Le due varietà sono state pigiadiraspate insieme, fermentate per 25 giorni e poi lasciate riposare in santa pace per sei mesi dentro le barrique di rovere francese ed americano. Il vino ha un nome decisamente romantico, Quarto di Luna, giocato sul comune dove lavora da sempre la famiglia Martusciello che nel 1989 ha fondato Grotta del Sole (via Spinelli, 2. Telefono 081 8762566. Sito internet, www.grottadelsole.com). Ed ecco a voi così un bianco davvero importante, magari da abbinare ad un bel caprino a pasta molle. La prima annata, da poco in commercio, è del 1999.
Quarto di Luna, certo, ma c’è naturalmente anche il Quarto di Sole da vitigni Piedirosso (al 70 per cento) e Aglianico, il tipico blend della Campania (citiano Gragnano, Lettere, Serpico, Cenito, eccetera, eccetera). La fermentazione avviene in barrique dove, dopo il travaso, il vino riposa per un anno. La prima uscita è la vendemmia 1998. Questo è un rosso che va incontro al gusto internazionale senza per questo tradire l’odore e il sapore del territorio.
Doppia conferma, l’ennesima, del positivo fermento che attraversa il mondo vitivinicolo meridionale. Una polizza vita per il futuro delle nostre tavole.