Greco di Tufo: le migliori dieci etichette da non perdere nel 2017
Un grande vino bianco a tutto pasto, caratterizzante, capace di segnare il territorio irpino più di ogni altro vitigno a nostro giudizio. La 2016 in queste prime battute sembra metterlo in pole rispetto al Fiano per quella strana legge non scritta secondo la quale le due grandi uve si alternano a seconda dei millesimi.
Anche in questo caso abbiamo grandi classici, ma anche nuovi inserimenti. Vediamo.
1-Greco di Tufo 2016 Vigna Cicogna docg
Benito Ferrara
Un grande classico dell’azienda che da ormai un vent’anni viene identificata con il Greco di Tufo da parte degli appassionati. Mente restiamo in attesa del base ancora in cerca di equilibrio, il famoso cru curato da Gabriella Ferrara si mostra già adesso ampio, imponente, con un naso ben calibrato tra il frutto e le tipiche note di zolfo. Al palato è graffiante, freschissimo, fruttato, scattante con una chiusura degna delle migliori annate: intensa e precisa, invoglia a ripetere subito il sorso. Un vino da spendere su quasi tutta la cucina contemporanea.
www.benitoferrara.it
2-Greco di Tufo 2007 Vittorio docg
Di Meo
Grande coraggio a conservare per dieci anni un Greco di Tufo, tra l’altro di una stagione calda. Eppure questo tipo di millesimi, pensiamo anche al 2003, regala belle soddisfazioni agli appassionati dopo qualche anno. In questo caso oltre alla freschezza infinita che domina il palato, stupisce il naso complesso, ancora agrumato con rimandi di pesca matura, note di pasticceria e sbuffi di idrocarburi che sono tipici dell’evoluzione dei vini bianchi irpini invecchiati. La beva è gradevole, un bianco davvero molto interessate. Da conservare ancora a lungo.
www.dimeo.it
3-Greco di Tufo 2015 docg
Sertura
E’ partita con il piede giusto questa piccola azienda creata dall’agronomo Giancarlo Barbieri: una impostazione che non ha fretta e che si presenta sul mercato con un anno di ritardo. Agronomo, una vita spesa nelle principali cantine del territorio, Giancarlo coniuga l’esperienza sul campo e la passione di presentarsi con una etichetta propria. Una verticale di tutte le annate, comprese quelle non etichettate che risalgono sino al 2008, ha dato ottimi risultati. Il Greco di Sertura è tipico, efficace, minerale, ricco di energia e decisamente proiettato a migliorare nel tempo.
www.sertura.it
4-Greco di Tufo 2016 Cutizzi docg
Feudi di San Gregorio
Da sempre questa azienda lavora alla grande sui bianchi, con l’arrivo di Pierpaolo Sirch si sono accentuati i toni minerali, freschi. Questa versione del Cutizzi è forse la migliore di sempre. Restiamo colpiti dalla energia del vino, dalla complessità olfattiva e dalla velocità della beva. Uno di quei bianchi che ti fa venire la voglia di bere direttamente dal collo della bottiglia. Lungo, ampio, chiue in maniera magnifica e con grande persistenza. Una esecuzione che conferma la validità della scelta della storica vigna dei Feudi e che induce anche ad aspettare un anno prima di stapparlo.
www.feudi.it
5-Greco di Tufo 2016 Novaserra docg
Mastroberardino
Anche questa versione del bianco ottenute con le uve coltivate a Montefusco è uno dei migliori di sempre oltre che in ottimo rapporto tra qualità e prezzo. Un vino che esprime bene il territorio e che soprattutto si declina annata dopo annata in modo affidabile e sicuro. Anche in questo caso prevalgono ancora le note agrumate e sentori di frutta a pasta gialla, al palato il sorso conferma la giovinezza e la necessità di aspettare almeno qualche mese per poterne godere al meglio l’evoluzione. Agli appassionati consiglia di conservarlo a lungo, darà ancora maggiori soddisfazioni.
www.mastroberardino.com
6-Greco di Tufo 2016 docg
D’Aione
Altra azienda che esprime in modo compiuto il territorio di Tufo da un osservatorio privilegiato, la frazione San Paolo. In cantina c’è l’enologo Angelo Valentino che ha ormai una militanza con i vitigni irpini più che ventennale avendo iniziato da Caggiano nel 1994. Il Greco di D’Aione esprime opulenza, ricchezza, buon equilibrio di frutta e note minerali e sulfuree, un buon allungo finale e tanta verse al palato. Per questi motivi è un bianco operaio, da abbinare soprattutto al cibo, sia quello robusto della tradizione contadina che quello più moderno della cucina d’autore.
www.terredaione.it
7-Greco di Tufo 2016 Raone 2016
Torricino
Stefano Di Marzo è da sempre un piccolo grande artigiano del Greco, figlio d’arte perché la famiglia è nel vino da molte generazioni con un ruolo molto importante. I suoi bianchi hanno sempre il pregio di essere al tempo stesso ricchi di personalità ed espressione del territorio. Ecco perché si ricordano sempre. Buono il suo base 2016 ma preferiamo segnalare questo cru che viene messo in commercio con un anno di ritardo rispetto alla vendemmia. Gli effetti sono corroboranti e tranquillizzanti: un grande bicchiere di carattere, anche questo con promessa di longevità
www.torricino.it
8-Greco di Tufo 2016 Vigna Breccia docg
Montesole
Sono sempre interessanti i cru messi a punto da Montesole, una cantina che dopo aver comprato per anni le uve ha deciso di investire progressivamente nei vigneti. Questo Greco nasce a Montefusco, in uno dei territori dove la frutta prende il sopravvento sulla mineralità. Niente pausa, nessuna dolcezza: si tratta di una beva fresca, sapida, con un finale piacevolmente amaro. Davvero un bianco che si iscrive nella tradizione del nuovo corso di Montesole.
www.montesole.it
9-Greco di Tufo 2015 Miniere docg
Cantine dell’Angelo
Lavora sempre bene questa azienda di Tufo, una delle ultime ad imbottigliare ma che ha alle spalle una bella conoscenza del territorio. Il vino realizzato in collaborazione con Luigi Sarno nasce come indica il nome nella zona delle antiche miniere del paese dove all’inizio dell’80 lavoravano centinaia di persone. Tutta quella fatica si trasferisce in questi bicchieri carichi di energia, vibranti, mai banali. Anche in questo caso possiamo prevedere un futuro lungo, lunghissimo.
www.cantinedellangelo.com
10-Greco di Tufo 2016
Petilia
Deve essere molto chiaro che questa classifica potrebbe vedere tutti alla pari, o comunque separati da poca distanza. In questo caso parliamo di una cantina a noi cara, gestita dai fratelli Teresa e Roberto Bruno, in quel di Altavilla Irpina. Roberto ama il greco di Tufo e lo interpreta sempremin maniera magistrale, non c’è annata che non vaga la pensa di essere conservata. Toni sapidi e freschi al palato, una decisa mineralità e piacevole chiusura amarognola sono le caratteristiche di questa bottiglia ancora giovane.
www.aziendaagricolapetilia.it
Un commento
I commenti sono chiusi.
Luciano, non si può non mettere Pietracupa, il suo Greco G, ma anche il Greco di Tufo “nomale”, Vini stratosferici, ti assicuro.