La verticale di Greco di Tufo di Sertura che ha inaugurato Radici del Sud 2018
É stato il Greco di Tufo dell’azienda Sertura, meglio ancora se in verticale, ad aprire il Salone dei vini del Sud Italia: Radici del Sud 2018. Così dopo il benvenuto a giornalisti e buyer italiani e internazionali da parte di Nicola Campanile, organizzatore del Salone, gli ospiti hanno avuto modo di scoprire le diverse sfumature di questo storico e prestigioso vino campano.
Siamo alle spalle del Vesuvio come sottolinea sin da subito Luciano Pignataro, il quale ha condotto la degustazione affiancato da Giancarlo Barbieri, il produttore, per inquadrare il territorio di riferimento quindi definibile “vulcanico”, in linea con un trend (quello dei vini vulcanici, appunto) tanto in voga su scala mondiale. E piú precisamente siamo in Irpinia (AV), l’area viticola più importante della Campania per numero di cantine.
La zona di produzione del Greco di Tufo (DOCG dal 2003) è la più piccola delle 3 DOCG irpine: comprende 8 comuni tra i quali Tufo da cui prende il nome la denominazione. Il territorio seppur non particolarmente esteso si caratterizza per una certa variabilità nonché l’influenza del fiume Sabato; i terreni sono tendenzialmente argilloso-calcarei con incursioni vulcaniche e di zolfo, altitudini che variano dai 300 ai 700 m s.l.m., esposizioni e microclimi diversi: la zona più a nord, l’area dei comuni di Santa Paolina e Montefusco (insieme a Tufo), è quella più densamente vitata e imprime note agrumate. Sulla sponda destra del fiume i vini sono spesso caratterizzati da sentori sulfurei; mentre in quelli prodotti sulla sponda sinistra si riscontrano più facilmente note floreali. Tutti sentori che lasciano spesso spazio ad accenni di idrocarburi con l’evoluzione.
Anche i sistemi di allevamento possono variare dalla più tradizionale raggiera avellinese alla più moderna spalliera. Un vitigno per niente facile da coltivare con grappolo serrato e buccia sottile ed esposto così al rischio di muffe e scottature. Ad oggi stili e interpretazioni sono molto diversi: verticale e sapido oppure più fruttato o addirittura tropicale, sulfureo oppure “grasso”. Ad ogni modo, in linea di massima, presenta un bouquet più o meno complesso ma non ci sfuggirà di notare che sia marcato da una sferzante acidità e una struttura decisamente importante, elementi che lo portano ad essere spesso definito un “rosso travestito da bianco”, consentendo l’abbinamento a carni bianche e piatti relativamente elaborati come la carne di maiale o anche l’agnello .
Sertura nasce nel 2008 e produce 20.000 bottiglie tra Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Aglianico e Taurasi. I vigneti del Greco di Tufo sono 2, collocati nei Comuni di Prata di Principato Ultra e Santa Paolina.
Ecco le impressioni di un’interpretazione, quella di Giancarlo, rappresentativa e accattivante.
Greco di Tufo 2017 (campione di vasca)
A fronte di un’annata particolarmente difficile segnata da una terribile gelata primaverile e un lungo periodo di siccità, il vino mostra una sua delineata personalità con profumi di ginestra e scorza di limone candito. Al sorso è coerente, ancora un po’ citrino, asciutto.
Greco di Tufo 2016
A causa delle gelate primaverili e di un andamento irregolare, si è registrata una perdita quantitativa importante. Il Greco ha però dimostrato una bella tenacia rivelandosi nel bicchiere con i suoi tratti più tipici: corpo e tensione. Al naso ritorna una nota agrumata che precede quella iodata. In bocca è sapido con retro leggermente tostato. Gli dona molto questo anno in più che lo smussa a favore di una più facile beva.
Greco di Tufo 2015
Annata dapprima piovosa e fredda poi torrida in estate ma con grandi escursioni termiche che hanno facilitato un buon equilibrio zuccheri-acidi nelle uve portate in cantina. Al naso è invitante con note di cedro, polvere da sparo e mandorla tostata. Sorso pieno e coerente.
Greco di Tufo 2014
Annata anomala, piovosa a maggio, fresca in estate e con temperature basse in autunno, elemento che però favorisce i vitigni tardivi campani come il Greco. Grazie ad una sapiente gestione si è ottenuto un vino verticale ma accogliente. Al naso si alternano profumi di pesca, pompelmo e un tocco fumé. Più corto ma abbastanza armonico. Salato
Greco di Tufo 2013 (prima annata ad uscire sul mercato)
Annata abbondante anche se eterogenea, fresca e tardiva. Il vino che oggi troviamo nel bicchiere è il più completo della batteria. Naso complesso e fruttato di frutto giallo abbastanza maturo seppur spinto maggiormente su pepe bianco e accenni di goudron e burro fuso. Di grande equilibrio, dimostra l’importanza di attendere qualche anno prima di consumarlo.
Greco di Tufo 2009
Si tratta di un vino che appartiene a quella che era ancora la fase di sperimentazione dell’azienda Sertura prodotto a seguito di un’annata non facile, irregolare e umida. Il vino mostra una grande tenuta sin da una prima analisi visiva, al naso è contenuto e ricorda una nota di confetto alla mandorla. Un vino didattico per tutta l’acidità che dimostra dopo quasi 10 anni.