Greco di Tufo 2009 docg Torricino
Uve: greco
Fascia di prezzo: dai 5 ai 10 euro
Fermentazione e affinamento: acciaio
Mentre Stefano Di Marzo versa il suo vino, parla di emozione, territorio e lavoro. Parla, inaspettatamente, di come si può fare meglio, ed è questo senso di sfida con se stesso che colpisce. Non si è seduto su un vino buono. Lui chiede molto di più ed in bottiglia si sente quella capacità semplice e professionale di produrre e assecondare il continuo mutamento del vino nel fisso colore del territorio.
Stefano Di Marzo critico, focalizzato, onesto e di vivida passione lavora così nella sua cantina dal 2002 assieme alla sorella Federica Di Marzo. Sono 11 gli ettari di vigneto sparsi nelle DOCG Irpine. Ovvio che la maggiore produzione è di greco, qui, a Tufo, in località Torricino. Una delle vigne più indicative è la Vignale. Si nota, nel periodo giusto dell’anno, il colore giallo della terra.
Proprio lì sotto passano ancora le antiche gallerie che i minatori usavano per l’estrazione dello zolfo. Non lontano, infatti, facendosi largo tra la vegetazione fittissima, riesci ancora a scorgere un “camino” che serviva da contatto di luce ed ossigeno tra le gallerie sotterranee e l’esterno. Stefano, enologo, ha molte idee ma io, almeno per ora, vi propongo il suo greco di Tufo 2009. E’ un greco che ha un colore giallo luminoso, intenso e vivace. Il naso ha una bella mineralità, ma per spiegarlo serio bisogna usare le parole di Stefano Di Marzo: “Ha l’odore della capocchia del cerino “. E’ così. Continuiamo: si apre piano piano a sentori vegetali ma leggeri e gradevoli, si arricchisce di frutta ma con delicata presenza. Tutto ben fuso . Il palato è fitto, di bella materia, sapido, lungo e abbastanza fresco. Evolve nel bicchiere e regala a noi un gran bel greco di Tufo, buona espressione territoriale e di lavoro fatto “a mestiere”.
Sara Marte
Sede a Tufo, in località Torricino, 5. Tel e Fax 0825 998119. www.torricino.it [email protected] . Enologo: Stefano Di Marzo. Ettari: 11. Uve: falanghina, greco, fiano, aglianico.
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
la mia prima impressione, nel 2004, fu di una bella realtà, semplice e purtuttavia ricca di sperimentazione. sarebbe stato meglio se si fosse fermato al greco senza disperdere le proprie forze su altri vitigni. ma è un vizio diffuso al sud.. come la vedi? : )
Non c’è ombra di dubbio. Preferibile un Greco spumante charmat fatto al Nord che l’ennesimo Taurasi prodotto da un’azienda fuori dall’areale.
Colpa dei ristoratori ignoranti
Colpa delle piccole aziende che perdono specializzazione e dunque la ragione d’essere
Eppure è questa la parola chiave per sopravvivere, in tutti i campi, in questo momento