Grandi Marchi, la straordinaria jam session di Gennaro Esposito e Piero Mastroberardino
Finalmente il mondo del vino si allea con la gastronomia italiana. La scelta dell’Istituto Grandi Marchi di lanciare Il Gusto della Sfida, 18 cene in 12 regione italiane è un modo per coinvolgere alcuni grandi protagonisti della scena italiana promuovendo il vino.
La cena in Campania da Morabianca a Mirabella Eclano, il resort creato da Piero Mastroberardino dove si oltiva l’uva e si gioca a Golf, ha avuto un significato un po’ particolare: per la prima volta due grandi protagonisti del vino e della ristorazione campana hano promosso una iniziativa comune e così la cena è diventata un momento di riepilogo di tutto quello che è successo nella nostra regione dall’inizio degli anni ’90 ad oggi, quando Piero prendeva progressivamente in mano le sorti dell’azienda raccogliendo il testimone del padre in un momento molto difficile a causa della separazione familiare e Gennaro muoveva i suoi primi passi in un mondo competitivo in cui la Campania quasi non esisteva a parte Don Alfonso.
I due splendidi cinquantenni oggi, ciascuno per il capo di competenza, hanno svolto un ruolo leader e indirizzato la regione verso una progressiva identificazione caratteriale nel piatto come nel bicchiere dando una impronta che tutti, chi più chi meno, è obbligato a seguire, anche la nuova generazione di cuochi piovuta dalle cucina del Nord non può fare a meno di confrontarsi con i temi imposti d Gennaro, primo fra tutti l’esaltazione della materia prima povera che contiene il food cost, tema oggi di grande attualità.
Nel bicchiere l’impostazione sui vitigni autoctoni resta il tema principale su cui si svolge l’identificazione dei diversi territori campani. La Mastrobrardino ha tenuto la barra dritta senza seguire le moda, basti pensare che non ha alcun prodotto spumantizzato, leader assoluta del sistema vitivinicolo campano. riferimento nazionale.
Come tutti i leader di settore, Piero e Gennaro hanno dovuto affrontare tanti problemi, invidie, gelosie proprie dell’Italia, un paese che non perdona il successo e la ricchezza ma di fatto non si può prescindere da loro quando si studia quel che è avvenuto in Campania.
La cena dunque non è stata una esibizione muscolare con fuochi di artificio, bastava la presenza dei due protagonisti per farla diventare un evento, evento nell’evento. Piero ha presentato, oltre all’intramontabile Lacrimarosa, il Fiano e il Greco della linea Stilema, la nuova frontiera aziendale che si allea con il tempo e un magifico More Maiorum, ancora Fiano, del 2013 oltre all’Antheres 2012. Gennaro ha spiazzato un po’ tutti con l’abbinamento ostrica e carne, perfettamente riuscito, per poi conquistare la platea con un grande risotto, genere in cui è tra i pochi specialisti al Sud, e una magnifica e ghiotta triglia. La brigata ha visto rancesco Spagnuolo, executive storico del Morabianca, e lo stellato Giovanni Vanacore di Palazzo Alvino
Insomma, una grande serata. Direi storica perchè è di quelle che si fissano nella memoria