Una vendemmia mediterranea: il fiano cilentano di Mario Notaroberto
di Gianni Ferramosca
Inseguendo la bellezza del paesaggio, lungo una delle tante strade impervie del Cilento, arrivo a “Via piedi le vigne” la piccola strada rurale che conduce alle Cantine “Albamarina”, presso Futani (Sa), una meravigliosa cittadina immersa nel verde ed adagiata su di un costone che degrada verso il fiume Lambro, ed è qui, in questo spettacolo naturalistico che non si lascia dimenticare, che incontro, il produttore di vino cilentano, Mario Notaroberto.
Ci arrivo di sera, verso il tramonto, quando la tipica escursione termica che caratterizza le notti cilentane inizia già ad imporre le sue temperature, mentre, tutta intorno, l’aria si gonfia degli effluvi salmastri provenienti dal Mediterraneo che, proprio su questi terreni, incontrano i profumi della macchia mediterranea, del mirto e della nepetella in particolare. Nel frattempo, prima di scomparire in mare, il sole colora di una particolare luce d’oro il cielo che dimora su queste verdi montagne adagiate a picco sul mare di Palinuro (Sa). Un attimo, un solo attimo, in cui le reminescenze elleniche ed i colori caldi della vendemmia si uniscono in un unico soffio leggero.
Un chiaro, inatteso e sorprendente presagio.
La scorsa notte, presso queste Cantine si è celebrato l’antico rito della vendemmia, sono state raccolte e pigiate in notturna, le uve bianche di Fiano cilentano dalle quali prenderà vita il “Fiano cilentano Valmezzana 2014”. Mentre l’Aglianico, le uve rosse, saranno raccolte e lavorate tra qualche giorno. Al mio arrivo, Mario Notaroberto, che fino a qualche minuto prima era impegnato al lavoro con il suo team, mi accoglie mostrandomi con orgoglio il profumatissimo nettare d’oro.
Dalla qualità delle uve lavorate, il grado di maturazione, la cura prestata durante le varie fasi di lavoro, capisco subito che l’accontentarsi non rientra nei termini e nelle condizioni volute dal produttore, è sin troppo evidente, che qui si lavora alla ricerca del particolare e dello straordinario.
Difficile parlare del fiano Valmezzana senza aver prima conosciuto il suo produttore, tuttavia, a tentare un ritratto di Notaroberto si smarrisce il tempo e la penna, la sua è una bella storia italiana di generosa e tenace volontà di riscatto.
Folta barba bianca ed un innata propensione alle pubbliche relazioni, Mario Notarberto è un self-made man del vino, che con la propria testa ed il proprio coraggio ha osato intraprendere con successo, ancora una volta iniziando da zero, una nuova strada, diventando sin da subito, uno dei riferimenti di eccellenza vitivinicola della sua regione. Partito giovane, durante i primi anni ottanta dalla sua terra affamata di lavoro, in breve tempo si è fatto strada nel mondo della ristorazione europea, in particolar modo in Lussemburgo, dove ancora oggi possiede alcuni dei ristoranti e delle enoteche più importanti di quel Granducato. Da qualche anno, contando anche sulla complicità della moglie e dei suoi figli, è riuscito a riportare in Cilento, terra da cui non ha mai reciso il funicolo ombelicale, le sue esperienze gastrovinicole accumulate in tanti anni di vita vissuta altrove. In Cilento, assieme al suo amico Pietro Macellaro, della “Pasticceria Agricola Cilentana” di Piaggine (Sa), si adopera, per la costruzione di un modello di sviluppo territoriale basato sulla centralità della ruralità, un percorso, fondato sull’eccellenza dei propri prodotti e sul recupero della stratificata identità contadina locale. Una sorta di agri-cultura ispirata dalla convinta consapevolezza che da qui, dal Cilento, si può ripartire dalla propria storia e dalla generosa natura. Difatti, nei suoi meravigliosi vigneti circondati da una natura ancora intatta e selvaggia, questo produttore ha da subito avviato una gestione ecosostenibile della produzione evitando le concimazioni e l’uso della chimica in vigna ed in cantina.
Ci sono voluti impegno, passione e soprattutto fiducia per allontanare lo scetticismo che aleggiava sino a qualche anno fa intorno a questo progetto. In pochi credevano che sarebbe stato possibile reggere il confronto con il più noto Fiano prodotto in Irpinia; ma la fiducia riposta in questo “terroir” lo ha ripagato, gli ha dato ragione, caratterizzando queste uve, con un sorprendente e gradevole sapore segnatamente cilentano.
Nel frattempo, mentre mi racconta della nuova cantina che sarà realizzata interamente sotto terra, non appena arriveranno i permessi (l’aria in questione è soggetta ai vincoli del Patrimonio UNESCO), mi propone una degustazione delle ultime tre annate del suo Fiano cilentano “Valmezzana”, accompagnata da prodotti locali e da un profumato pane preparato qui in paese.
L’aspetto più sorprendente, emerso dall’assaggio, è chiaramente l’ottimo trend di crescita qualitativo del prodotto, quindi, del lavoro svolto sul vigneto ed in cantina durante questi ultimi tre anni. Una qualità innalzata in maniera prepotente sino al picco massimo raggiunto nel 2013, un annata firmata dall’enologo campano Carmine Valentino. Un vino, quest’ultimo, che esalta ed apre, dilatandoli, nuovi confini rimasti inesplorati nelle precedenti annate; segno della serietà del progetto intrapreso e delle possibilità di ulteriori ed importanti margini di miglioramento. La prima impressione che ne ricavo, è di un vino assolutamente mai banale, con una personalità territoriale tale da raggiunge vette insospettabili di eleganza, profondità e carattere, poggiati sulla forza della sapidità e della freschezza. Un vino di cui sentiremo molto parlare nei prossimi anni, credetemi.
Il colore è di un paglierino carico, vivido e lucente, un vino equilibrato e complesso che conserva ed esalta l’unicità del terroir cilentano, non solo dal punto di vista ambientale ma anche da quello umano, artigianale, frutto di esperienze e tradizioni sedimentate. Contraddistinto da una continua evoluzione sul palato, dove, essenze erbacee di piante aromatiche come il timo, fiori gialli come la ginestra, oppure frutti come albicocca, agrumi, prugne e mele limoncelle, si susseguono gradatamente. Un vino che si caratterizza elegantemente sul palato con una materica texture minerale, capace di aprire ed accoglie in se, l’idea salmastra del paesaggio costiero, ritraendosi dolcemente, nel suo lungo finale, tra i profumati ed argillosi terreni di montagna da cui proviene. Ideale, su piatti di mare, lago e fiume.
Del Fiano cilentano “Valmezzana”, colpisce l’atmosfera, la fresca esperienza espressiva, in grado di evocare, a noi nativi cilentani, i freschi pomeriggi estivi trascorsi all’ombra dei pergolati davanti alle case in pietra di campagna, in cui le lunghe ore trascorse ad ammirare una bellezza cosi straordinaria e cosi incredibilmente intatta, sono ancora oggi, accompagnati dall’unico sottofondo possibile, quello delle instancabili cicale. Un tempo lento, vissuto dinnanzi allo stupore della prima volta, tra i forti profumi dell’erba selvatica e da quelli provenienti dagli antichi “panari”, i cesti in vimini utilizzati dai contadini e lasciati appesi alle pareti ricolmi ancora di frutti appena raccolti. Uno spensierato e decadente lascito, questo, dei coloni Greci che abitarono queste terre.
Come spesso accade nella viticultura estrema, le vigne strappate alla fitta macchia selvatica da Mario Notarberto, sono adesso in grado di trasmettere al mondo, l’espressione di un grande micro-territorio mediterraneo.
Cantine Albamarina
Sede aziendale presso Castinatelli di Futani (Sa)
Via Piedi le Vigne, 4
Tel. 0974.950785
Ettari di proprietà: 25, di cui 4 vitati
Ubicazione dei vigneti: Foria-Palinuro (Sa)
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Altitudine dei vigneti: tra 180 e 250 mt s.l.m.
Bottiglie prodotte: circa 20.000
Vitigni: Fiano e Aglianico