Dattilo a Strongoli, la cucina di Caterina Ceraudo e il segno di Niko Romito
Ristorante Dattilo
Contrada Dattilo – 88815 Strongoli Marina (Kr)
Tel.+39.0962.865613 – fax 0962.865696
Chiusura: gennaio e febbraio
www.dattilo.it
[email protected]
Venire in questo agriturismo significa misurare l’unica grande forza dell’Italia nel Sud: la famiglia. Come questa costruita da Roberto Ceraudo e i suoi tre figli. Una proprietà in coltivazione biologica da oltre trent’anni dove si coltiva la vite (20 ettari) per produrre vino, l’olivo per l’olio, gli agrumi, gli ortaggi, altra frutta, erbe ed essenze.
C’è questo contesto vero, non inventato negli ultimi anni alle spalle della cucina di Caterina Ceraudo, una delle giovani promesse della nuova cucina calabrese.
Caterina ha studiato da enologa perchè l’idea era quella di curare la cantina, ma alla fine la sua vera natura ha prevalso ed è entrata in cucina perfezionandosi in corsi e soprattutto frequentando assiduamente Spazio di Niko Romito con cui si è costruito un rapporto vero di lavoro e di amicizia.
Niko Romito, si sa, è uno scarnificatore della materia. E questa mano la si riconosce nella cucina di Caterina che sui prende il vantaggio della stupefacente qualità dei prodotti della propria terra e del mare vicino, alleggerisce lo stile tradizionale calabrese riproponendolo in maniera non greve, giustamente creativa e addirittura arricchito dalle conoscenze acquisite sulla botanica e sull’uso di erbe e spontanee di cui questa regione è un serbatoio infinito oltre che sulle tecniche di lievitazione.
Lo si vede subito dai due benvenuto, con materia pura, giusta punta di acidità, freschezza e preparazione al pranzo.
L’esperienza dunque è davvero ricca e sfaccettata. I cappelli ripieni di baccalà sono golosi ma leggeri, i plin con le fave un gioco di stagione che scherza sulla territorialità e ci ricorda che l’unità è un bene prezioso, almeno a tavola.
Nei bottoni in brodo di ‘nduja e mandorle si vede la mano di Niko Romito, starei per dire l’influenza di Salvatore Tassa con il suo raviolo di aglio in brodo di mele ma il richiamo diretto è al mitico assoluto di cipolla. Due piatti tra i più geniali della cucina italiana degli ultimi anni che qui ritroviamo in una declinazione calabrese perfetta ed entusiasmante, leggera e moderna, intensa ed elegante.
Ma ci ha convinto anche la linea dei secondi, di pesce come di carne dove il sapore intenso è sempre coniugato alla leggerezza.
La mano sicura di Caterina si vede anche nel pollo e nella trippa, due piatti su cui è difficile inventarsi qualcosa se non mettere la tecnica al servizio della nmateria.
Gran finale con dolci non dolci, comunque sicuramente non stucchevoli.
Insomma, una esperienza a tutto tondo. Una grande cucina destinata sicuramente a crescere perché ha ben chiaro in quale direzione si muove la cucina moderna. Di cui un territorio come la calabria può diventare, non è un sogno ma una previsione, la locomotiva.
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
L’influenza della cucina giapponese nella presentazione dei piatti e’ estremamente evidente.
stupefacente e spettacolare!