Pomigliano Jazz, i piatti per George Benson – contadini e osteria Note di Gusto
di Marina Alaimo
Come sarebbe il mondo se avessimo tutti più o meno lo stesso patrimonio genetico? Provate ad immaginare che uomini e donne abbiano tratti somatici simili, il medesimo colore della pelle, gli occhi tutti uguali, lo stesso odore e lo stesso timbro di voce. La vita sarebbe una noia mortale e certamente l’appetito sessuale di ognuno diventerebbe un ricordo lontano. Ci si avvicinerebbe l’un l’altro solo per assicurarsi la discendenza e forse anche questo desiderio cadrebbe in eterno letargo. Allo stesso modo gran parte degli abitanti della terra si ritrovano a mangiare esattamente le stesse cose noiosamente, ingerendo calorie per colmare la fame, ma senza soddisfare minimamente il gusto. Per riuscire ad apprezzare il valore della biodiversità del cibo, e non solo, oggi è indispensabile una certa cultura sull’argomento in quanto si vive totalmente gestiti dagli input televisivi e dai martellanti spot pubblicitari che vanno in direzione esattamente opposta. Incontrare in uno spazio inconsueto, quale quello di un concerto jazz, un contadino con i suoi prodotti ottenuti secondo il rispetto dell’identità del proprio territorio, costituisce un momento culturale di grande sensibilità.
Se poi accanto allo stand degli agricoltori c’è quello del cuoco che prepara piatti con i suoi prodotti, si passa concretamente dalla teoria alla pratica. Tutto questo accade a Note di Gusto, il programma enogastronomico gestito da Slow Food Vesuvio e Slow Food Agronolano in occasione del Pomigliano Jazz in Campania 2014, alla sua XIX edizione. Giovedì 10 luglio ha dato il via il concerto di George Benson e non abbiamo perso l’occasione di fargli assaggiare i piatti della tradizione napoletana ed i prodotti della terra del Vesuvio. Così si è ritrovato all’osteria Le Gourmet di Giuseppe Caramilello a Sperone a mangiare parmigiana di melenzane, polpette di baccalà, paccheri con baccalà e papaccelle napoletane, peperoni cornetti saltati in padella, crostata di albicocche del Vesuvio, e coda di volpe nel bicchiere.
Ha gradito il tutto con bis e poi ha tenuto un concerto fantastico nell’Anfiteatro Romano di Avella. Più di 2000 persone sono quindi passate a vedere, forse per la prima volta, i pomodori tigrati di Bruno Sodano, agricoltore e poeta della sua terra vesuviana a Pomigliano D’Arco, le sue papaccelle napoletane, i peperoni a cornetto, i fagioli cannellini di Acerra, ma anche i pomodorini del piennolo del Vesuvio e i pomodorini gialli di Saverio Bifulco.
Saverio è un imprenditore tessile di Ottaviano che ha scelto di sostenere il suo territorio dedicandosi alla produzione di pomodorini del piennolo con il marchio Eligo, puntando ad una qualità alta. La stessa strada è percorsa dai contadini dell’Associazione Produttori Pomodorino del Piennolo del Vesuvio di cui Saverio è presidente.
Nello stand dedicato all’osteria, Giuseppe Caramiello ha preparato polpette di baccalà con papaccelle napoletane sotto aceto e bignè con ricotta di pecora e albicocche del Vesuvio. Diciamo pure che i piatti sono finiti velocemente. Parte del ricavato della vendita dei piatti di tutta la durata della kermesse, che vede sei date e sei siti diversi nel territorio Vesuviano e dell’alto nolano, sarà devoluto da Slow Food Vesuvio allo storico Orto Botanico di Portici che è stato fortemente danneggiato dalla tromba d’aria del mese scorso.
Per consultare il programma dei concerti, il calendario degli chef a Note di Gusto, delle visite ai siti archeologici e centri storici, gli itinerari nei parchi, le visite alle aziende agricole, i laboratori del gusto (non perdete il 12 mattina quello sull’olio extravergine d’oliva con il campione mondiale EXTRABIO 2014 Alberto Marulli), visitare il sito www.pomiglianojazz.com
Foto di Fabio Miracolo