Ristorante Maxi del Capo la Gala a Vico Equense
Ristorante Maxi Hotel Capo La Gala a Voco Eqiense
Via Luigi Serio, 8
Tel. 081.801.5757-(58)
www.hotelcapolagala.com
Aperto tutti i giorni, solo la sera da aprile a ottobre
Il Capo la Gala è un posto magico, sicuramente una delle strutture più belle della “Divin Costiera”, cenare nella splendida terrazza del Maxi, che affaccia sul mare di Vico Equense è sempre emozionante.
Non c’è più Danilo di Vuolo in cucina, che era stato lo chef per otto anni. E’ arrivato Oliver Glowig bistellato con il ristorante che porta il suo nome all’Aldrovandi a Roma.
Il resident chef è Domenico Iavarone, secondo storico di Oliver ai tempi del Capri Palace e a Roma con un breve intermezzo da Gennaro Esposito.
La nuova squadra è al lavoro da qualche mese, da aprile per la precisione, come tutte le squadre ha avuto bisogno di un periodo di rodaggio, per essere pronti per la stagione estiva.
La sala è diretta dalla brava Giulia Tavolaro, che è una bella garanzia di professionalità ed eleganza.
I piatti sono tutti belli, le presentazioni piacevoli e l’accostamento degli elementi ricerca una linea di abbinamenti piena di personalità. Intelligente l’antipasto “verdura e frutta”, ben vengano in un territorio ricco di sontuosi orti la valorizzazione di ingredienti vegetali in piatti senza carne e senza pesce, in questo non manca né la piacevolezza né la golosità.
Di altro genere, ovviamente il fegato grasso d’oca con sorbetto di cipolla rossa e lamponi, mi riferiscono di una cottura magistrale e del bel contrappunto di freschezza.
Interessante il piatto di candele spezzate con lattuga, tartufi di mare e bottarga che mi sembra una bella sintesi tra le peculiarità gastronomiche del territorio in una chiave originale che ben soddisfa ed intriga il palato. Il risotto è piacevole con una buona idea di fondo nell’accostamento di elementi intensi e ben dosati.
Gli altri primi ci lasciano qualche perplessità generale che comunque è comprensibile in una fase di avvio di una nuova linea di cucina, come ad esempio gli spaghetti alla Nerano che restituiscono in bocca una nota lattica eccessivamente opulenta.
Sorbetti, coccole finali e zeppoline chiudono con gusto ed eleganza la cena in uno dei posti più belli d’Italia.
3 Commenti
I commenti sono chiusi.
Ciao Barbara,
I tuoi racconti dei locali che visiti sono sempre molto precisi e professionali,ti fanno venire la voglia di andare subito a fare un’esperienza!
Un caro Saluto
Marco
Grazie Marco!
Troppi fiori. A me hanno rotto, nei piatti. I fiori si regalano, come inno alla bellezza di qualcuno che ci piace. Ps: brava Barbara :-)