Marina di Gioiosa Ionica, Gambero Rosso e la buona cucina di mare di Riccardo Sculli
Il Gambero Rosso a Marina di Gioiosa Ionica
Via Montezemolo, 65
Tel.0964.415806
www.gamberorosso.it
Sempre aperto, ferie a novembre e gennaio.
Non è poi da tutti avere due mari a disposizione. Ma fa sicuramente la differenze nella gestione della materia prima e questo il giovane cuoco Riccardo Sculli lo sa e la porta nel piatto con grande semplicità. Insieme al fratello Francesco hanno rilanciato l’attività avviata dal padre Giuseppe negli anni ’70. Erano davvero altri tempi, i pescatori gli scampi li buttavano e lui li recuperava. Oggi la sala è stata rifatta, alleggerita di bianco e qui trovate davvero una delle migliori cucine italiane di pesce.
Anche qui ritroviamo uno stile essenziale, che in questo momento ci piace davvero tanto perché pensiamo che avere un rapporto maturo con la materia prima sia assolutamente prioritario per un cuoco moderno. La tendenza è questa e chi si affida alla tecnica per rivitalizzare materia prima da Metro o altro mostra di non rispettare se stesso prima che il cliente, non capisce che il vento del Nord impone lo studio del territorio in cui si opera, una nuova attenzione all’ecocompatibilità ambientale. Senza estremismi, certo, ma senza neanche perdere di vista questa nuova sostanza che resetta la bravura di un cuoco.
Black Code, guance di vitello, tranci di maialini e agnelli neozelandesi uguali dalla Val d’Aosta alla Sicilia, se no nsei in un grande albergo, indicano solo una cosa: la pigrizia mentale del cuoco nel fare la spesa.
Ma torniamo al Gambero Rosso che mi fa salivare mentre sto scrivendo. Per gli amanti della cucina di mare è una piccola Mecca. I crudi sono didattici, ben marinati, e dovrebbero essere mangiati anzitutto per capire la differenza di sapore tra un pesce e l’altro.
Buona tecnica anche nei primi, ricchi di materia, mai scontati, come questo spaghetto che però noi a Napoli, essendoci un fondo di brodo, buonissimo e da bere a secchi, avremmo usati spezzati.
Di grande eccellenza anche la pasta mischiata con un brodino di assoluto valore, intenso e pulito.
Infine un riso al nero di seppia con battuto di gamberi la cui cottura, stupefacente, avrebbe anche l’approvazione di Igles Corelli o dei Costardi Brothers.
Non mancano idee per gestire la tradizione. Questo tentatocolo di polpo, ad esempio, è su un letto di patate affumicato, quanto pasta per non far dilagare l’amido e per allungare l sapore con il tono fumé
Robusti e pensati, mai banali, i secondi.
Dalla spigola al totano con la crema di favette, indice di stagionalità che abbiamo trovato ovunque in Calabria e sotto, un meraviglioso merluzzo che ci ha fatto riconciliare con gli anni in cui era obbligatorio mangiarlo ogni giorno da piccoli. Il Foie Gras ci sta bene, il gazpacho di pomodoro rinfresca e porta avanti il piatto rimandando ad una versione moderna della pizzaiola. L’apoteosi sarebbe mangiarlo con il suo fegato.
Buoni i dolci, fatti in proprio.
Il Gambero non è lontano da Reggio Calabria e se siste sull’autostrada, una superstrada all’uscita di Rosarno vi porterà dritti al tavolo dove abbiamo mangiato noi attraversando l’Aspromonte in venti minuti.
Qui la precedente recensione del Gambero di Marina di Gioiosa Ionica
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Complimenti