Garantito IGP. Il Bric a San Giuseppe di Castagnito: sia lode al coniglio!
di Carlo Macchi
Nel mondo ci sono moltissime religioni: c’è chi crede in Gesù, chi in Maometto, chi in Budda, chi in Confucio e via cantando. La mia personalissima religione (molto poco difendibile dal punto di vista teologico e del colesterolo), spudoratamente laica ed ancor più brutalmente gastronomica, mi porta a credere in un unico dio: Giancarlo Montaldo. Preciso che i confini di questa religione sono praticamente quelli del Piemonte per prenderla larga, di Langa e Roero per essere più precisi.
Voi direte che sto bestemmiando, che Giancarlo pur essendo un personaggio importante (giornalista, scrittore, ex sindaco di Barbaresco, ex presidente Enoteca del Barbaresco) non ha certo connotazioni divine, ma io vi dimostro il contrario. Dio deve essere infallibile? Giancarlo nel consigliare un ristorante lo è. Deve essere uno e trino? E Giancarlo per me forma un triangolo familiar-cultural-gastronomico perfetto con la sua incomparabile compagna Teresa Baccini ( una Madonna con la M parecchio maiuscola) e uno spirito forse non santo ma particolare che si chiama Primo Culasso, con cui scrive bei libri sulle tradizioni e sui modi di dire piemontesi. Qui sta la dimostrazione teologica del tutto, perché solo un dio potrebbe avere il coraggio di scrivere libri con uno che si chiama a quel modo.
Quod erat demonstrandum e quindi possiamo andare avanti e parlare finalmente del locale che l’ennesima apparizione telefonica della mia divinità mi ha permesso di visitare e di godere circa un mese fa. Siamo a San Giuseppe di Castagnito (non so se mi spiego…), in quel pezzo di Roero che ancora strizza l’occhio alla Langa ed in particolare alla zona del Barbaresco. E proprio da quella terra enoica, in particolare da Neive che Antonio e Luciana Terranino sono arrivati qui per aprire la Trattoria Bric. La aprono per pranzo e cercano (non riuscendovi dal giovedì alla domenica) di tenerla chiusa la sera, perché il loro grande orto a Neive, nella zona di Starderi, ha bisogno di essere curato. Ora…..non sto a dirvi che chi usa la terra di Starderi per fare l’orto potrebbe avere bisogno di cure psichiatriche, ma nel caso di Antonio e Luciana questa è una falsità degna di Giuda, perché altrimenti come farebbero ad arrivare al ristorante le ottime verdure e i frutti di stagione? Se così non fosse dove dovrebbero andare a prenderla? Magari dal supermercato? ANATEMA!!!!!! Antonio e Luciana non lo permetterebbero mai, come non permetterebbero mai che carni men che perfette arrivassero nel loro locale.
A proposito, ma come è il locale? La classica trattoria pulita e linda, che trae il suo appeal dalla signorile rusticità dei titolari, con Antonio che si rifiuta di fare una carta dei vini e li mette semplicemente in mostra sugli scaffali e con Luciana che esige un locale lindo e accogliente, dove però lei non metterà mai piede perché la timidezza la tiene rinchiusa a quattro mandate in cucina.
Per questo, dopo aver mangiato dell’ottima carne cruda battuta al coltello, della buona Salsiccia al Roero con polenta fritta, dei peperoni al forno con salsa di acciughe, i Tajarin al ragu di carne e gli agnolotti al plin, nel momento in cui la transustanziazione del più buon coniglio in tegame che abbia mai solcato il mio palato si è materializzata nel piatto (e smaterializzata velocissimamente….) non ho potuto fare a meno di richiedere a gran voce l’uscita della cuoca. Se non fosse stato per la solita divinità, alias Giancarlo Montaldo, che l’ha convinta ad uscire dal suo bunker, io non avrei mai conosciuto la creatrice del, lo ripeto per i sordi e i miscredenti, più buon coniglio che abbia mai mangiato in vita mia: carne saporita, consistente ma morbida, perfettamente cucinata: una vera libidine!
La stessa timidezza ci ha impedisce di mostrare una foto dei coniugi Terranino e quindi vi dovrete accontentare delle foto dei piatti e del locale.
Di dolci non vi parlo, perché dopo quel coniglio niente ha più fatto breccia nel mio deliziato pancino, salvo del buon vino. A tal proposito vi ricordo che le mura del vino (cioè le pareti con i ripiani con su le bottiglie) presentano una buona selezione dei vini di Langa e Roero, con prezzi molto interessanti. Prezzi interessanti anche alla fine del pranzo, con un menù completo (dall’antipasto al dolce) che si aggira sui 30 euro vini esclusi.
Adesso sta a voi, fedeli o infedeli (fa lo stesso) essere folgorati sulla via di Castagnito da questo locale dove i piatti sono pochi ma buoni, dove a pranzo si mangia bene e velocemente perché si deve tornare a lavorare, dove la sera c’è più tempo per rilassarsi e godere una buona bottiglia e dove soprattutto il miracolo del coniglio in tegame si ripete giorno dopo giorno, amen!
Trattoria Bric
Via Manzoni 5
12050 San Giuseppe di Castagnito (CN)
Tel-fax 0173211167
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