Fasano, Ristorante La Manna del Pozzo: l’anima della Puglia è nel mare pop
Stavano aspettando proprio me …volete sapere chi? Ma come non lo sapete…i soliti “ottimizzatori mediatici”!!! Si piantano a “Radici Wines”, a Carovigno(Br), per una settimana e di mattina bevono, bevono, e ancora bevono (loro dicono che degustano) e all’ora di pranzo decidono che per ottimizzare occorre mettere nel carniere una recensione di un ristorante.
Emmica si può scrivere solo di vino??? Se proprio ci fosse ancora qualcuno che non avesse compreso di chi stiamo parlando, porto subito a termine la mia funzione delatrice, tanto sta cantando persino il casalese Antonio Iovine…cosa volete che sia? Si tratta del Pigna (ovviamente) e dell’insospettabile Antonio Muci, ex caporedattore del Nuovo Quotidiano di Puglia, con il quale ho già avuto il piacere di condividere il desco a Bovino, in occasione della disfida del soffritto edizione 2014, e proprio per farci mancare nulla, “imbarchiamo” anche la bravissima Chiara Muci (Slow Wine Puglia) e la dolcissima Chiara Giorleo (Slow Wine Campania).
E visto che il suv di Antonio Muci è in attesa di catalogazione tra i bus più capienti del sud, tiriamo su anche il Montalbano dell’Irpinia, al secolo Gigetto Pagano (commerciale Villa Raiano). Si parte, direzione Fasano), per raggiungere il ristorante “La Manna del Pozzo”. Il locale è semplice, ci accoglie il titolare Peppino Leone, che sprizza simpatia da tutti i pori (assomiglia a quell’attore che impersonificava il servitore di Don Diego nella famosa serie televisiva “ Zorro”). Uomo semplice, grandissimo lavoratore, dopo aver girato le cucine di mezza Puglia decide di aprire un ristorante tutto suo ed è subito un successo. Collaborano con lui, oltre alla sorella Piera, Vito Convertini, Donato Liuzzi e Giuseppe De Mola.
Ci sediamo notando che sulla parete campeggia una foto d’antan di Lady Diana, ma non è come credete, non è mai stata qui. Si tratta solo di una immensa ammirazione del titolare Peppino verso la sfortunata principessa. Si va a tavola, non c’è carta, si recita tutto a memoria ma che “memoria”!!! Lo “spettacolo” inizia con una spasella(termine irpino per identificare un grande vassoio) di frutti di mare comprendenti ostriche, noci e cozze pelose e serviti su un propedeutico letto di ghiaccio. Li accompagniamo, vista la “grassezza”, soprattutto delle ostriche, con delle ottime bollicine di Franciacorta Cà del Bosco.
Avviso ai lettori : da qui in avanti, vi prego di non scocciarvi nel sentirmi ripetere ad ogni piatto “ eccezionale materia prima”, ma oggettivamente è stato così!!! A mio modesto avviso, la Puglia è la regione che può vantare una delle migliori tradizioni in termini di crudità ittiche. Si continua con il crudo di gamberi violetti di Gallipoli e scampi baresi.
Ecchèvelodicoafare??? La delicata dolcezza aromatica-iodata dei gamberi ci ha fatto sognare, bastava chiudere gli occhi ed il mare ti arrivava fin sulla tavola!!! E qui nel beverage … si cambia passo: Fiano di Avellino docg 2012 crù “Alimata”di Villa Raiano.
Un vino di grande carattere all’interno delle pieghe di una grande tipologia. Fiori e frutta a go-go, naso elegante da sferzante mineralità, e corpo sostenuto. Fresco, succoso, e appagante in bocca, riesce a sostenere alla grande la lunghezza del meraviglioso cibo con il quale siamo alle prese. Lasciatemelo accanto…il cartone :-)!!! Una breve pausa all’insegna del cotto: astice al vapore che vede Antonio Muci impegnatissimo con lo schiaccia chele, ma anche sui gamberoni al sale e sui gamberi al purè di fave.
Lui è fatto così, gli impegni li prende letteralmente a cuore-stomaco e giù di lì, in particolar modo questo genere…di impegni!!! J E si ritorna sul crudo: tagliatelle di seppie e polpi cullati (cullati perché per intenerirli vengono letteralmente cullati in acqua di mare).
Nel mentre siamo presi da tutto questo ben di Dio, ci arrivano due cose all’unisono: la telefonata di Michele Cianciulli da New York e quasi a volerci preannunciare la portata…”lu cucumarazz”!!!
E’ una sorta di ibrido tra cetriolo e cantalupo, il suo ruolo tradizionale pugliese è quello di fungere da sorbetto tra una serie di portate e l’altra.
Archiviato anche l’ortaggio, siamo in dirittura d’arrivo, solo altre cinque o sei portate… E quindi, filetto di tonno crudo all’aceto balsamico e Tartarre di tonno a punta di coltello.
Eccellentissimo anche questo … ne potevamo mai dubitare??? Arriva il fritto: calamaretti spillo in frittura, alici imbottite di formaggio e fritte, e fiori di zucca ripieni di ricotta, indorati e fritti.
A questo punto vi faccio una domanda : secondo voi, chi del gruppo ha osato, dopo cotanta libagione, avere il coraggio di osservare “dopo tutta questa bontà un po’ di pasta ci vorrebbe proprio”??? Il Pigna, chi poteva essere…Ma attenzione, “un po’ “ per Luciano significa ALMENO TRECENTO GRAMMI che il buon Peppino ci ha elergito in tre soluzioni: linguine all’astice e pomodorino, spaghetti alle vongole in bianco e spaghetti alle vongole e purè di fave…e siamo appena sotto le venti portate. E vorrei sottolineare che non stiamo parlando, in termini quantitativi, di porzioni gourmet, tutt’altro.
Tenete conto che di ogni “spasella” che vedete in foto, è stata servita la gemella, tutto questo per sette persone!!! Un’ultima nota di cronaca, a dispetto dell’apparenza, anche le due donne del gruppo non hanno sfigurato nelle capacità libatorie, particolarmente la “gatta di tre quarti”al secolo Chiara Giorleo :-). Se proprio dovessi fare un appunto, ma questo girando le tavole pugliesi ormai da tempo noto che è comune alla stragrande maggioranza di esse, abbiamo riscontrato una prevalenza di dolcezza nei primi piatti, sicuramente dovuta alla sommatoria di pasta e astice nelle linguine e un po’ meno di pasta e vongole negli spaghetti. Particolarmente per le linguine nelle quali l’acidità del pomodorino non mi è sembrata all’altezza della situazione.
Beh signori, se andate in Puglia, e volete mangiare pesce, sappiate che a causa della nostra abbuffata è stato imposto il fermo biologico per dare il tempo alle acque pugliesi di reintegrare la fauna marina che ci siamo ingollati :-)
Complimenti Peppino, come diceva De Crescenzo…sei un uomo d’amore!!!
Ristorante La Manna del Pozzo
Viale del Miracolo
72015 Pozzo Faceto – Fasano (Br)
Tel. 080 4890250/4898795
www.ristorantelamannadelpozzo.
Chiuso mercoledì (solo in inverno)
Ferie dal 15 al 30 novembre