Cucina d’autore all’Osteria del Taglio: cena didattica con i vini delle Vigne di Raito
All’Osteria del Taglio di Salerno serata che ha visto protagonisti due chef e una signora del vino. In cucina Domenico Vicinanza si è alternato ai fornelli con Gaetano Morese dell’omonimo ristorante di Mercato San Severino.
In sala la cena degustazione è stata seguita da Patrizia Malanga delle Vigne di Raito che si è intrattenuta con gli ospiti riuscendo a comunicare loro le emozioni del lavoro in vigna.
Quattro i vini presentati in abbinamento: Vitamenia Rosato, Ragis Rosso 2010, Ragis Rosso 2009 e Ragis Rosso 2008.
Questo il menu della serata:
Strudel di broccoli e salsiccia su spuma di patate
Cannolo di pane con ricotta affumicata e ceci di Cicerale e guanciale tostato
Paccheri fritti ripieni con braciola e conditi con il suo ragù
Raviolo di cicoria selvatica e patate su salsa di acqua di mozzarella e polvere di timo
Costine di agnello farcite con fichi bianchi secchi del Cilento, salsa bruna e verdurine spadellate
Ricotta e mela annurca
Carciofo dolce con mousse di nocciola tonda di Giffoni su salsa inglese alla liquirizia e cialda croccante di tre zuccheri
Osteria del Taglio
Vicolo Ruggi D’Aragona
Salerno
Tel. 089.9243333
Foto di Luigi Savino
4 Commenti
I commenti sono chiusi.
Due grandi Chef.Di Domenico ricordo una cena mitica al Papavero……di Gaetano,più d’una, sicuramente uno dei talenti migliori del agro nocerino.Insieme devono aver fatto faville.
Anche se sono di parte confermo. Oggi si respirava nella’aria ancora la magia che si era creata ieri sera. Un binomio perfetto dove nessuno cercava di superare l’altro ma entrambi , con una perfetta sinergia nei movimenti per completare i piatti da servire. La narrazione poetica del proprio lavoro ha affascinato un pubblico attento e desideroso di sapere e Patrizia Malanga e’ un nome che ricorderanno sempre quando appoggeranno le labbra su un sorso di vino.
Marco sai quanto Ti ammiro riconoscendo la Tua somma competenza gastronomica.
Ma ritengo imperdonabile uno pseudo ragù pallidino come quello che appare nella foto.
‘O rraù DEVE essere di un rosso brunito, quasi marrone anche se non azzeccato sotto; altrimenti è un modestissimo raguncino
Carissimo Sanfedista, il mio commento prescindeva dalla serata in questione a cui non ho partecipato e su cui non esprimo giudizi non avendo elementi in merito, ma era un tributo a due chef che in altre occasioni mi hanno davvero deliziato. A presto con te per un pranzo che abbiamo arretrato.