Verticale Chianti Classico Badia a Coltibuono: 1979, 1999, 2006, 2009, 2010


Il Chianti Classico Badia a Coltibuono al Cieddì di Portici

Il Chianti Classico Badia a Coltibuono al Cieddì di Portici

di Marina Alaimo

1000 anni di storia del vino italiano hanno attraversato Badia a Coltibuono a Gaiole in Chianti. A questi si uniscono quelli della famiglia de’ Medici di Ottajano dei quali Lorenza ed i suoi figli sono gli ultimi discendenti. I Medici di Ottajano rappresentano attualmente il casato più prossimo all’estinto ramo granducale. Nel castello mediceo di Ottaviano, alle falde del Vesuvio, nel 500 questa famiglia produceva grandi quantità di vino, introducendo in zona tecniche avanzate che hanno fortemente contribuito a migliorare la qualità. E proprio Lorenza, oggi ottantaquattrenne, è stata una star della cucina italiana, nel senso che ha scritto diversi libri celebri sull’argomento, in un momento in cui erano ben pochi a farlo.

Si firmava con il cognome del marito, Stucchi, forse per alleggerirsi del peso di una famiglia così importante, ma scoperta dalla tv nazionale americana PBS, le viene imposto di ritornare al nome de’ Medici con un programma seriale di grande successo: The de’ Medici Kichen. Negli anni ottanta ha poi fondato una scuola di cucina per dilettanti a Badia a Coltibuono, richiamando moltissime persone da tutt’Italia e dall’estero e contribuendo in maniera gioiosa ed affabile a divulgare la cultura del suo territorio. L’abbazia ha poi il merito di aver salvato la viticoltura sulle colline chiantigiane dove i monaci Vallombrosiani hanno perseverato a praticarla con passione dopo la caduta dell’impero romano e l’arrivo dei barbari, i Longobardi, che hanno distrutto lungo il loro percorso gran parte dei vigneti. Nel 1946, dopo una contorta alternanza di vicissitudini di proprietà e casati, la tenuta arriva al padre di Lorenza ed è Emanuela Stucchi Prinetti, sua figlia, a raccontare questa lunga ed affascinante storia agli ospiti del ristorante Cieddì.

Carpaccio e tartara di manzo, con crudo di carciofi bianchi di Pertosa, asparagi, pecorino di Pienzs, mandorle salate e papaccelle napoletane - foto di Dora Chiariello

Carpaccio e tartara di manzo con crudo di carciofi bianchi di Pertosa, asparagi, pecorino di Pienzs, mandorle salate e papaccelle napoletane – foto di Dora Chiariello

 

Ravioli di carne con salsa cacio e pepe, piselli e fave di stagione - foto di Dora Chiariello

Ravioli di carne con salsa cacio e pepe, piselli e fave di stagione – foto di Dora Chiariello

 

Filetto di maiale in crosta di salsiccia nostrana, con friarielli, millefoglie di patate, tarallo sugna e pepe, composta di mele annurca e salsa al chianti classico - foto di Dora Chiariello

Filetto di maiale in crosta di salsiccia nostrana con friarielli, millefoglie di patate, tarallo sugna e pepe, composta di mele annurca e salsa al chianti classico – foto di Dora Chiariello

 

Cioccolato che passione! - foto di Dora Chiariello

Cioccolato che passione! – foto di Dora Chiariello

Ci sarebbe tanto altro da dire, ma a questo punto è più utile concentrarsi sulla produzione vitivinicola alla quale l’attuale Badia a Coltibuono ha dedicato studi importanti di recupero massale dei vitigni storici, reimpiantadoli e rinnovandoli nel tempo con la collaborazione dell’enologo Maurizio Castelli. L’abbazia dedicata a San Lorenzo presenta la tipica forma vallombrosiana a croce latina, è circondata da 800 ettari di vigneto ed oliveto a loro volta avvolti da grandi boschi di abete bianco. Ai Stucchi Prinetti è stata da subito ben chiara l’intenzione di salvaguardare un tale patrimonio ambientale e paesaggistico, così si è sempre praticata una agricoltura sostenibile e l’azienda è una delle prime in Italia ad aver ottenuto la certificazione biologica. L’impegno sentito e costante in questa direzione ha procurato un effetto domino tra le colline intorno a Gaiole che hanno visto la nascita dell’Associazione del Biodistretto di Gaiole in Chianti del quale Roberto Stucchi è presidente. I vini di questa bellissima azienda sono considerati una delle più autentiche espressioni del sangioveto di questo areale che si presenta elegante, sottile, molto espressivo sia al naso che al palato.

Ne dà piena conferma la degustazione verticale condotta da me e da Emanuela che ha coinvolto in maniera profondamente emozionante chi ha avuto il privilegio di esserci.

la degustazione di Chianti Classico Badia a Coltibuono al Cieddì di Portici

la degustazione di Chianti Classico Badia a Coltibuono al Cieddì di Portici

Si è partiti dall’annata storica 1979, protagonista della fine della mezzadria che conferiva il 60% della produzione ai contadini e quella restante ai proprietari i quali, ovviamente, si riservavano la parte migliore. E da questa arrivano le bottiglie messe in degustazione, nelle quali, come si usava allora, è stata vinificata anche una piccola parte di uve bianche (malvasia e trebbiano), e un po’ di canaiolo. Il vino degustato alla ceca non avrebbe fatto minimamente trasparire la sua età. E’ ancora in pieno vigore di profumi e, soprattutto all’assaggio, ha manifestato una certa energia. Pulito al naso, ha voluto il suo tempo per esprimersi, cambiando in maniera intrigante mano a mano che il contatto con l’ossigeno gli ha ridato vigore. E’ profondo, delicato nei sentori di viola, balsamici e sottile nei toni di sottobosco. Spiazzante per la vivacità del sorso austero e vivace nella spinta della freschezza.

Anche il millesimo 1999 rappresenta un momento importante per l’azienda che acquisisce la certificazione biologica delle vigne e reimpianta quelle di Monti in Chianti, la parte più alta della tenuta. E’ molto diverso il vino, del resto dall’annata precedente sono trascorsi ben vent’anni e tante idee rivolte ad un Chianti di altissima qualità. L’uso delle nuove barrique si avverte leggermente nei profumi che hanno richiesto qualche ora per raccontarsi. Anche in questo caso il vino si esprime con eleganza all’olfatto mentre al palato definisce un gioco dinamico tra l’andatura sottile ed una certa austerità tannica, comunque molto piacevole. In questi anni la mancanza di fiducia dei produttori nei confronti del sangiovese, ne ha spesso stravolta l’identità, trasformandolo in un vino rotondo e muscoloso che ha offuscato non poco la sua fama.

Ritroviamo leggerezza ed sinuosità nell’annata 2006 che si fa apprezzare per le note floreali di viola e ciliegia croccante, il sorso dichiara piena energia nella vivacità della freschezza che ben sostiene la presenza alcolica decisa per l’annata calda.

Ha toni ancora diversi la 2009, polposa e croccante allo stesso tempo, raffinata nei profumi minerali di grafite, un po’ cupo nei colori del sottobosco. In bocca il vino è pieno, di buona freschezza e lungo nei toni sapidi. E’ cosa per niente facile riuscire a sostenere l’importanza della storia che passa tra le mura di Badia a Coltibuono e contemporaneamente integrarla nei progetti di lavoro che puntano sempre più alla qualità ed al pieno rispetto per la salvaguardia della biodiversità del luogo.

La giusta misura raggiunta con equilibrio tra i molteplici aspetti di cui tener conto è confermata con fiducia nell’ultima annata in produzione e non ancora in commercio: la 2010. Molto espressiva, esuberante per la giovane età, ha la stoffa di un vino elegante, fiero e vuole tempo per raccontarsi.

Badia a Coltibuono è in Località a Coltibuono, Gaiole in Chianti (SI). www.coltibuono.com

Il ristorante Cieddì è in via Pagliano 5, Portici (NA) www.ristorantecieddi.it