Castiglion del Bosco: tre Brunelli per l’annata stellare 2010
di Carlo Bertilaccio
A poco più di un anno di distanza (vedi il nostro precedente articolo), ci ritroviamo con il team di Castiglion del Bosco da Settembrini a Roma, ritrovo ormai “cult” per enogastronauti, ospiti dell’A.D. dell’azienda Simone Pallesi che ha affidato la regia dell’incontro con i rappresentanti della stampa alla sempre attenta e puntuale Francesca Pelagotti.
L’occasione è data dalla presentazione di significative novità che riguardano sia i vini sia i “winemakers”. Per i vini, il focus è sul 2010, annata stellare per il Brunello di Montalcino a detta di quasi tutti gli addetti ai lavori e soprattutto degli importatori/distributori che hanno già acquistato una grandissima parte dell’annata. Per la cantina invece l’attenzione si sposta sulla nuova coppia di enologi formata da Cecilia Leoneschi che rappresenta storia e continuità dell’azienda e da Beppe Caviola che, insieme a lei, porterà alcune innovazioni nella produzione proprio a partire dalla vendemmia appena trascorsa che ha sancito il suo ingresso nel team.
Insieme ci raccontano dei vini e dei vigneti che hanno caratterizzato il 2010 ma soprattutto di una nuova scelta nella vinificazione in cui verrà progressivamente introdotto l’uso del legno grande, come diremo più avanti.
Questa importante novità, a nostro parere, potrà regalare ai vini maggiore identità territoriale, personalità e forse una maggiore freschezza. Vedremo prossimamente i risultati. Intanto riportiamo caratteristiche e note de gustative degli assaggi dei Brunelli 2010: tre vini (Annata, Campo del Drago e Riserva) che hanno in comune una bella e apprezzabile bevibilità ma per il resto presentano sfumature e accenti diversi tutti comunque fondati sull’eleganza, come tengono a precisare gli enologi, e sulle caratteristiche dei singoli appezzamenti da cui provengono le uve. I vini sono stati affinati in barrique a parte la Riserva che ha fatto anche un anno di botte grande.
BRUNELLO 2010 (120.000 bottiglie, a scaffale circa 32 euro)
Al naso, bell’impatto floreale e di frutta rossa(ciliegia), con sentori minerali e di macchia; in bocca, piacevolmente acido, asciutto e speziato con ricordi di cioccolato amaro. Nella lunga persistenza, bel finale con tannini in evidenza ma non sgradevoli.
CAMPO DEL DRAGO 2010 (8.000 bottiglie, a scaffale circa 62 euro)
E’ il cru dell’azienda, dal vigneto omonimo di un ettaro e mezzo: un vino “scontroso” che si presenta scuro, complesso, grafitoso, con profumi di liquirizia e vaniglia. Al palato, è succoso, vellutato, persistente con bell’acidità e sentori di prugna e susina, Tannini ben presenti che lasciano presagire una notevole longevità. Avevamo detto a suo tempo un vino “senza se e senza ma” ed è proprio così, da bere e/o conservare senza riserve.
RISERVA 2010 (10.000 bottiglie, a scaffale circa 70 euro, in commercio nel 2016)
Grande impatto olfattivo per questa riserva in cui dominano eleganza e potenza. Al naso, profumi di macchia mediterranea, incenso e spezie. In bocca, un piccolo festival di corbezzolo, china e rabarbaro con finale agrumato e speziato (chiodo di garofano). Piacevoli i tannini, delicatamente rugosi.
Infine, last but not least, il vino presentato a inizio degustazione da Beppe Caviola e Cecilia Leoneschi come esempio-paradigma del nuovo corso: un campione di botte del Brunello 2014, frutto di un’annata difficile e impegnativa che ha visto tante ore dedicate al vigneto. Estrazione soffice e macerazione lunga (svinatura a Natale), niente lieviti selezionati e affinamento in botte grande.
Anche se è prematuro e complicato parlare di note gustative, il 2014 presenta già un bel carattere: frutta rossa e macchia(alloro) all’olfatto, lungo, succoso e agrumato in bocca. E tannini apprezzabili. Insomma, tutti i presupposti per augurare buon lavoro agli enologi e al team di Castiglion del Bosco.
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