Vini Laura De Vito – Nuove annate


Vini Laura De Vito - Nuove annate

Vini Laura De Vito – Nuove annate

di Enrico Malgi

Nella regione Campania esiste una significativa e suggestiva realtà geografica: la provincia di Avellino, ovvero l’Irpinia. Territorio questo che non ha nessuno sbocco al mare, similmente a quello della confinante provincia di Benevento, con cui condivide alcuni punti in comune a cominciare dalle origini che risalgono alla primaria tribù di stirpe Sannitica detta proprio “degli Irpini”. L’Irpinia possiede inoltre una decina di vette che superano i 1.500 metri di altezza con in testa il monte Cervialto, che con i suoi 1.809 metri è la quarta cima più alta di tutta la Campania.

Questo territorio così montuoso e/o collinare è posizionato su un terreno di natura calcareo-argilloso ed in parte vulcanico; viene spazzato continuamente da forti folate di vento; possiede un basso tasso di umidità; ed è beneficiario di forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Tutto questo determina ed alimenta un clima molto adatto per la coltivazione della vite, soprattutto per quanto concerne le varietà a bacca bianca. Non c’è da stupirsi, quindi, se in Irpinia si producono alcuni tra i migliori e più longevi vini bianchi autoctoni di tutta l’Italia, come il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo, la Coda di Volpe e la Falanghina.

Controetichette vini Laura De Vito

Controetichette vini Laura De Vito

Ecco qui allora che mi trovo alle prese proprio con un vino iconico irpino, declinato in quattro crus: il Fiano di Avellino Docg coltivato a Lapio da parte della giovane e minimalista azienda agricola Laura De Vito, ad un’altezza che arriva fino ai 600 metri.

Elle Fiano di Avellino Docg 2022. Soltanto Fiano. Vendemmia effettuata a metà ottobre. Maturazione in acciaio per nove mesi. Affinamento in bottiglia per quindici-venti mesi come fosse una “Riserva”. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 23,00 euro.

Nel calice sfavilla un luminoso ed attraente colore giallo paglierino.  Bouquet estasiante e propositivo, che inizia subito a corteggiare un naso molto disponibile e collaborativo, trasmettendo di fatto eccellenti e promiscui profumi di pesca gialla, mela annurca, mandorla, banana, ananas, biancospino, eucalipto, muschio, zenzero e zafferano. In bocca esordisce un sorso caratterialmente fresco e morbido, elegante e sapido, raffinato e voluttuoso, balsamico e rotondo, affascinante ed aristocratico, aggraziato e gioioso, increspato e seducente, equilibrato e dinamico. Serbevolezza sicuramente a lunga scadenza. Allungo finale decisamente persistente ed appagante. Perfetto l’abbinamento con un risotto ai frutti di mare e frittura di pesce.

Verzare Fiano di Avellino Docg 2022. Tutto uguale al vino precedente, con la sola eccezione del grado alcolico che si ferma a tredici gradi.

La veste cromatica è segnata da un esaltante colore giallo paglierino, che sprizza grande lucentezza. Spettro aromatico detentore di una moltitudine di fragranze, che rimembrano gradevoli afflati di nocciola, mela renetta, clementina, pera spadona, avocado, mango, ginestra, tiglio, acacia e coriandolo. Approccio palatale tagliente di freschezza, accattivante, pervasivo, succoso, avvolgente, delizioso, sensuale, arrotondato, vellutato, glicerico, sapido, scattante, arioso, fruttato, calibrato, elegante, ritmato e cangiante. Coté godibile, seducente, ammaliante ed intrigante. Espressività tutta mediterranea. Longevità tutta ancora da scoprire. Fraseggio finale edonistico. Da provare su un piatto di vermicelli a vongole e mozzarella.

Li Sauruni Fiano di Avellino Docg 2022. Sempre uguale l’iter di maturazione ed affinamento e così anche il prezzo finale. Mentre il tasso alcolico sale a quattordici gradi.

Alla vista si appalesa un brillante e coreografico colore giallo paglierino. Al naso salgono copiosi e poliedrici profumi, che evocano nell’ordine nuances di nocciola, pera coscia, pesca bianca, albicocca, nespola, susina gialla, mela golden, melone bianco, lime, gelsomino, menta, timo e frammenti speziati. In bocca fa il suo ingresso un sorso rinfrescante, morbido, ammiccante, espansivo, minerale, leggiadro, fibroso, agrumato, balsamico, soave, incisivo, stuzzicante, goloso e rassicurante. Timbrica affumicata. Accelerazione palatale esemplare per ritmo, grazia, voluttuosità, eleganza e raffinatezza, che così regala una bella spinta. Potenzialità di conservazione a lunga gittata. Progressione finale ottimamente distesa e lunga. Da associare ad un piatto di pasta e legumi e carne bianca.

Arianiè Fiano di Avellino Docg 2022. Maturazione, affinamento e prezzo finale tutto identico agli altri Fiano precedenti. Tenore alcolico di tredici gradi.

Arianiè Fiano di Avellino Docg 2022 Laura De Vito

Arianiè Fiano di Avellino Docg 2022 Laura De Vito

Nel calice occhieggia un sospiroso ed adamantino colore giallo paglierino. Dal sontuoso crogiolo si sprigiona un caleidoscopio di genuini, molteplici ed intensi profumi, che si accostano al naso per essere esaminati tout court. L’incipit, come da prassi, è appannaggio di solide punteggiature fruttate di nocciola, mandorla, albicocca, nettarina, mela fuji, melone bianco, ananas, banana, pompelmo e papaya. Subito dopo vengono intercettati gradevoli aromi floreali di biancospino, gelsomino, magnolia e ginestra, uniti insieme ad echi vegetali di macchia mediterranea, a cenni puramente speziati ed a soffi di pietra focaia. L’attacco in bocca disegna un approccio gustativo riccamente affastellato da una compattezza di sapori, da parte di un sorso che si rivela coinvolgente e sapido, fibroso e denso, sferzante e scattante, aggraziato ed intrigante, teso e glicerico, solido ed esplosivo, affascinante ed aristocratico e fatto segno poi di un’ottima matrice agrumata. Siamo appena all’inizio di un lungo percorso. Retroaroma epicureo. Da preferire su un antipasto di salumi e latticini freschi.

Vini da incorniciare, perché il Fiano è sempre il Fiano, cioè stiamo parlando di uno dei migliori bianchi in assoluto, il quale riesce sempre a stupire attraverso la sua eccellente carica organolettica. Quello che si alleva a Lapio poi, acclarata culla della Vitis Apiana, penso che abbia una marcia in più, come è stato più volte accertato.

 

Azienda Agricola Laura De Vito

Lapio (Av) – Contrada Saudoni

Cell. 334 1494724 –   [email protected] – www.lauradevito.it

Enologo: Vincenzo Mercurio

Ettari vitati: 10 – Vitigno: Fiano

Bottiglie prodotte: 10.000

 

Scheda del 2 febbraio 2024

Vini Laura De Vito

Vini Laura De Vito

di Enrico Malgi

Quando si parla del piccolo comune di Lapio subito viene in mente la sua risorsa più importante: il Fiano di Avellino. Dei ventisei comuni irpini che fanno parte del comprensorio a denominazione Docg, Lapio si è sempre distinto come uno dei territori più vocati ed interessanti, perché qui la vite viene coltivata a circa 600 metri di altezza, garantendo così un’ottima escursione termica. In più i vini che se ne ricavano risultano essere ricchi di struttura, acidità e mineralità.

Una minimale azienda lapiana sorta da pochi anni, ma che già si è resa protagonista di un’eccellente produzione di solo Fiano di Avellino è quella di Laura De Vito, coadiuvata dall’enologo campano Vincenzo Mercurio.

Quattro le bottiglie elaborate che ho assaggiato nella versione più recente, cioè l’annata 2021.

Controetichette vini Laura De Vito

Controetichette vini Laura De Vito

Elle Fiano di Avellino Docg 2021. Fiano in purezza vendemmiato a metà ottobre. Maturazione in acciaio per nove mesi. Affinamento in vetro per quindici mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 21,00 euro.

Nel calice serpeggia un radioso colore giallo paglierino abbastanza carico. Dall’ampio e variegato bouquet si espandono nell’aria voluttuosi e permeanti profumi di pesca bianca, melone bianco, pera spadona, nocciola, ananas, tiglio, acacia, erbe aromatiche e spezie a go go. Approccio palatale subito fresco e pervasivo, scorrevole e succoso, morbido e sapido, balsamico e goloso, elegante e raffinato. Sorso decisamente gradevole, ammiccante, arrotondato, leggiadro, minerale, intrigante, solido, aggraziato, fibroso, sfaccettato ed ottimamente strutturato. Siamo appena all’inizio del percorso. Scatto finale intenso ed appagante. Da abbinare ad un risotto ai frutti di mare e latticini freschi.

Verzare Fiano di Avellino Docg 2021. Solo Fiano, le cui uve sono state raccolte sempre a metà ottobre. Affinamento in acciaio per nove mesi e poi elevazione in bottiglia per venti mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 24,00 euro.

Alla vista risalta un brillante e coreografico colore giallo paglierino. Al naso salgono lusinghieri e pluralistici aromi di mela annurca, pera abate, albicocca, nespola, nocciola, gelsomino, tiglio, timo, coriandolo, camomilla, chiodi di garofano e zenzero. Sottofondo sulfureo. In bocca penetra un sorso avviluppante, succoso, ampio, rotondo, profondo, scalpitante, tonico, morbido, sapido, scattante, arioso, comunicativo, tagliente, dinamico e dotato di un’ottima struttura portante. Coté elegante, vellutato, sfaccettato, seducente, conturbante, gioioso ed affascinante. Longevità a lunga scadenza. Affondo finale persistentemente edonistico. Da preferire su un piatto di vermicelli a vongole e carne bianca.

Li Sauruni Fiano di Avellino Docg 2021. Fiano al 100% vendemmiato sempre a metà ottobre. Maturazione ed affinamento come il Verzare. Come pure la gradazione alcolica ed il prezzo finale.

Veste cromatica segnata anche qui da una sfavillante tonalità di giallo paglierino vividamente giovane. Coinvolgente lo spettro aromatico, connotato da uno sfarzoso pot pourri di fragranze, che trasmettono al naso gradevoli e molteplici percezioni di mela golden, pera spadona, pesca, susina gialla, cedro, clementina, nocciola, biancospino, menta e timo, insieme a godibili effluvi speziati. In bocca esordisce un sorso invitante, espansivo, rinfrescante, sapido, minerale, glicerico, arrotondato, raffinato, intrigante e complesso. Contatto tattile delizioso, armonico, seducente e goloso. Come gli altri due Fiano, ovviamente anche questo vino durerà integro per molto tempo. Chiusura espansiva e goduriosa. Da provare su un piatto di tortellini in brodo e mozzarella.

Arianiè Fiano di Avellino Docg 2021. Soltanto Fiano. Tutto uguale ai due precedenti Fiano, compreso il prezzo.

Nel calice occhieggia un appariscente e solare colore giallo paglierino. Crogiolo depositario di un rimarchevole e composito arsenale olfattivo, che in prima istanza sciorina variegate credenziali fruttate di bergamotto, pera kaiser, mela renetta, fichi, nocciola, ananas e papaia. In appresso ecco emergere poliedriche effusioni di biancospino, ginestra, mimosa, finocchietto selvatico, macchia mediterranea, sambuco, zenzero e curry. L’impatto del sorso sulla lingua si rivela subito accomodante, fresco, morbido, vivace, aristocratico, consistente, palpitante, cristallino e sublimato poi da un input gradevolmente seducente. Aplomb fascinoso, elegante, ammaliante, rassicurante, vezzoso e garbato. Longevità a lunga scadenza. Retroaroma impagabile e leggermente ammandorlato. Da associare ad un risotto allo zafferano e ad una frittura di pesce di paranza.

Non c’era alcun dubbio sulla effettiva validità di questa ottima batteria di Fiano di Avellino di Laura De Vito, che come si è visto escono sul mercato dopo due anni e mezzo dalla vendemmia. Questo vino è diventato ormai una delle migliori e più affidabili espressioni bianchiste di tutta l’Italia.

 

Azienda Agricola Laura De Vito

Lapio (Av) – Contrada Saudoni

Cell. 334 1494724 –   [email protected] – www.lauradevito.it

Enologo: Vincenzo Mercurio

Ettari vitati: 10 – Vitigno: Fiano

Bottiglie prodotte: 10.000

 

Scheda del 27 agosto 2023

Vini Laura De Vito

Vini Laura De Vito

di Enrico Malgi

Fiano, Fiano, Fiano ed ancora Fiano, soltanto quattro bottiglie di crus diversi prodotte annualmente con questo vitigno a bacca bianca dalla piccola azienda Laura De Vito di Lapio, vale a dire il meglio del meglio della Docg che proprio qui ha trovato il suo areale più vocato, laddove i vigneti sfiorano i 600 metri di altezza.

Ecco presentate le nuove annate del 2020 messe in commercio da poco tempo, perché ormai è diventata prassi consolidata quella di fare uscire questo vino dopo due anni e rotti dalla vendemmia, decretando di fatto la sua forte inclinazione ad un’ampia serbevolezza.

Controetichette vini Laura De Vito

Controetichette vini Laura De Vito

Elle Fiano di Avellino Docg 2020. Soltanto Fiano vendemmiato a metà ottobre. Maturazione per nove mesi sulle fecce fini in acciaio e poi affinamento in vetro per ulteriori quindici mesi. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 21,00 euro.

Nel calice occhieggia una tonalità di giallo paglierino luminosamente dorato. L’eterogeneo e sontuoso bouquet catalizza tutta l’attenzione possibile da parte di un naso estremamente attento ed indagatore. Dall’ampio e multiforme bouquet si espandono in abbondanza calibrati e performanti profumi di nocciola, come nota prettamente varietale, insieme a costumanze di pera, pesca bianca, albicocca, mela annurca, gelsomino, ginestra, camomilla, tiglio, acacia, menta, muschio e citronella. Sospirosi poi gli aliti speziati di ottima caratura. In bocca penetra un sorso fresco, scorrevole, avvolgente, morbido, sapido, succoso, e dotato di ottimo corpo. Tensione palatale elegante, sfaccettata, seducente ed affascinante. Serbevolezza ancora tutta da verificare. Chiosa finale appagante e persistente. Ottimo l’abbinamento su un piatto di zuppa di legumi e frittura di pesce di paranza.

Verzare Fiano di Avellino Docg 2020. Uve raccolte sempre a metà ottobre. Nove mesi di sosta sulle fecce fini in acciaio e poi venti mesi di elevazione in boccia. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 24,00 euro.

Alla vista si presenta un coreografico colore giallo paglierino lucente. Spettro aromatico portatore di eclettiche e gioiose fragranze, in cui l’incipit esprime subito palpiti fruttati di nocciola, pesca, mela golden, pera williams, melone bianco, mandarancio ed ananas, unitamente ad effusioni floreali di acacia e di biancospino, a credenziali di erbe aromatiche ed a nobili proposizioni speziate. Approccio palatale avvolgente. sensuale, comunicativo, solido, leggiadro tagliente, glicerico, arrotondato, sapido, minerale, equilibrato e dinamico. Silhouette affascinante, sontuosa, raffinata, ed intrigante. Tensione gustativa profonda, solida, fibrosa, balsamica, cangiante, raffinata, aggraziata, scattante, espansiva, ariosa e corroborante. Longevità a lunga scadenza. Scatto finale sublimato da un’edonistica persistenza. Da preferire su un risotto ai frutti di mare e mozzarella.

Li Sauruni Fiano di Avellino Docg 2020. Raccolta delle uve sempre a metà ottobre. Maturazione ed affinamento come il Verzare: nove mesi in acciaio e venti mesi in bottiglia. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 24,00 euro.

Nel bicchiere si staglia un colore giallo paglierino sfolgorante e giovane. Crogiolo riccamente costellato da una moltitudine di gradevoli punteggiature fruttate, floreali e vegetali di ottima caratura, in cui risaltano effusioni di nocciola, clementina, mandorla, cedro candito, ginestra, sambuco, macchia mediterranea e refoli speziati. In bocca esordisce un sorso bello fresco e godurioso, seducente e raffinato, elegante e balsamico, delizioso ed avvincente, scalpitante e tonico, Timbrica sapida, minerale e sulfurea. Polpa setosa. Sublime ed ottimamente articolato lo sviluppo palatale così rinfrescante, irresistibile, pervasivo, morbido, soave, cristallino, agrumato, goliardico e sfaccettato. Appeal dotato di grande personalità. Ne avrà ancora per molto tempo. Affondo finale solido ed edonistico. Perfetto il connubio con un risotto alla pescatora e carne bianca.

Arianiè Fiano di Avellino Docg 2020. Fiano vendemmiato sempre a metà ottobre. Maturazione ed affinamento di nove mesi in acciaio e venti mesi in vetro. Gradazione alcolica di tredici e mezzo e prezzo finale di 24,00 euro.

Arianié Fiano di Avellino Docg 2020 Laura De Vito

Arianié Fiano di Avellino Docg 2020 Laura De Vito

Colore giallo paglierino carico e lucente. L’ampio profilo aromatico offre in primis all’attenzione di un naso oltremodo disponibile una vasta gamma di tanta buona frutta fresca della pianta e del sottobosco da scansionare, unitamente ad eleganti echi di biancospino, salvia, zafferano, miele di acacia, e pietra focaia. Sorso penetrante, avvolgente, voluminoso, complesso, prorompente, grasso, glicerico, tagliente di vibrante acidità, fibroso, denso, sferzante e molto godibile. Fraseggio palatale gratificato da una tattilità esplosiva, profonda, aristocratica, seducente, ammaliante, affascinante, coinvolgente, imponente e caratteriale e segnata da una spinta garibaldina, tanto da donare al sorso una lodevole grinta quasi da rosso. Inutile sottolineare la grande longevità di questo meraviglioso vino. L’abbinamento può spaziare tra piatti di mare, formaggi freschi e verdure. Perfetto comunque su un piatto di tonnarelli a vongole come ho testato personalmente.

Che dire ancora di questi meravigliosi vini di Laura De Vito? Diciamo che essi fanno parte di un areale molto fortunato e privilegiato, per cui diventa “normale” riuscire a primeggiare sempre, perché il Fiano di Avellino è un bianco di assoluto valore internazionale.

 

Azienda Agricola Laura De Vito

Lapio (Av) – Contrada Saudoni

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Enologo: Vincenzo Mercurio

Ettari vitati: 10 – Vitigno: Fiano

Bottiglie prodotte: 10.000

 

Scheda del 30 settembre 2022

Vini Fiano Laura De Vito

Vini Fiano Laura De Vito

di Enrico Malgi

Quattro etichette ed un solo vitigno. La minuscola e giovane azienda di Laura De Vito, coadiuvata dal marito Carmine De Maria e seguita scrupolosamente dall’enologo Vincenzo Mercurio, è collocata nel vocato comune di Lapio, per cui è molto facile indovinare di quale specie varietale si tratti: il Fiano di Avellino naturalmente, declinato in tre particolari crus più una bottiglia cosiddetta base. “La scelta di creare un’azienda dalle piccole dimensioni garantisce la possibilità di poterla rendere grande e riconoscibile attraverso un prodotto di qualità…”. Così si esprime Laura, secondo una sua personale filosofia di vita, e penso che abbia proprio ragione, anche perché i suoi vini sono davvero speciali.

Poco più di due mesi fa ho avuto la possibilità di degustare le quattro bottiglie datate 2018 e le ho trovate eccellenti. Adesso, invece, ecco qui che mi trovo tra le mani le stesse bottiglie con i millesimi 2019. Questo fa capire il progetto che porta avanti Laura, come ormai succede fortunatamente con la maggioranza dei produttori del Fiano di Avellino, che è quello di aspettare due-tre anni dalla vendemmia per assestare al meglio un prodotto che si rivela sempre più straordinario col passare del tempo, tanto è vero che nel suo Dna è scolpito a chiare lettere la parola “longevità”.

Elle Fiano di Avellino Docg 2019. Soltanto Fiano allevato a 500-600 metri sul livello del mare a Lapio. Raccolta delle uve nella seconda settimana di ottobre. Maturazione del vino per nove mesi in acciaio e poi affinamento in vetro per un anno. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 19,00 euro.  Vino commercializzato a fine 2021.

Apprezzabile e costumato il coreografico colore giallo paglierino ancora giovane. Dal sontuoso bouquet guizzano fitti ed intensi profumi fruttati di pesca bianca, pera, mela e nocciole, seguiti da scalpitanti essenze di gelsomino e di macchia mediterranea e/o da respiri speziati. In bocca entra un espressivo sorso così penetrante, pervasivo, fresco, sapido, minerale, balsamico, armonico, equilibrato ed elegante. Sviluppo palatale aristocratico, affascinante, avvincente, seducente e sensuale. Grip arioso, solido e vibrante. Ne avrà ancora per molti, anni. Allungo finale decisamente gratificante. Da preferire su un piatto di vermicelli a vongole e mozzarella.

Verzare Fiano di Avellino Docg 2019. Fiano in purezza coltivato sempre a Lapio. A parte il prezzo finale di 24,50 euro è tutto uguale alla bottiglia precedente, compresa la gradazione alcolica. Vino commercializzato nella primavera del 2022.

Nel bicchiere risalta una brillante tonalità di bianco paglierino vivo e seducente. Dal copioso crogiolo si espandono sensitive e molteplici fragranze di clementina, melone bianco, albicocca, nocciola, tiglio, acacia e muschio selvatico. Approccio gustativo solido, affidabile, accattivante, delizioso, arrotondato, glicerico e scattante e sublimato poi da una pregevole spalla acida che apporta tanta freschezza. Appeal elegante, aggraziato e dinamico. Percezione tattile densa, fibrosa, reattiva, dinamica e voluttuosa. Purezza varietale connotata da una grande verticalità gustativa. Serbevolezza a lungo raggio. Chiusura persistente e godibile. Da abbinare ad un risotto ai frutti di mare e carne bianca.

Li Sauruni Fiano di Avellino Docg 2019. Tutto identico alla bottiglia precedente, compreso il prezzo finale e la data di uscita del vino sul mercato.

Alla vista si appalesa un solare colore giallo paglierino appena schizzato di giovani lampi verdolini. Al naso salgono radiose nuances di nocciola, mandorle, pera, ananas, ginestra, erbe aromatiche e sospiri speziati. Sentori idrocarburici. Impatto del sorso sulla lingua godibilmente fresco, gradevolmente sapido e poi è anche tonico, gioviale, soave e fruttato. Coté affastellato da pregevoli sensazioni palatali morbide, intriganti, cristalline, polpose e fascinose. Aplomb elegante e raffinato. Longevità tutta da scoprire. Fraseggio finale persistente ed edonistico. Perfetto su un piatto di linguine ai ricci di mare e formaggi freschi.

Arianiè Fiano di Avellino Docg 2019. Scheda tecnica, gradazione alcolica prezzo ed uscita del vino sul mercato uguale alla bottiglia precedente.

Canonica la sontuosa veste cromatica costellata da un luminoso colore giallo paglierino limpido e vivace. Spettro aromatico depositario di un poliedrico caleidoscopio di profumi, in cui la parte del leone è appannaggio di iridescenti captazioni fruttate di mela golden, melone, albicocca, banana, mandarino e pompelmo, insieme con l’immancabile e varietale nota nocciolata. In seguito il naso intercetta anche svolazzi di biancospino, tiglio, eucalipto e camomilla. Sorso voluminoso, teso, morbido, elegante, convincente, seducente e comunicativo. Compatta e solida l’ottima tensione gustativa, che prelude ad un rimarchevole e lungo finale. Infinita la serbevolezza. Ottimo compagno di un risotto alla pescatora e frittura di pesce di paranza.

Anche questa batteria delle nuove annate di Fiano di Avellino di Laura De Vito mi ha letteralmente conquistato. Ormai è risaputo che nell’areale di Lapio è nascosto un prezioso gioiello che si chiama Fiano, chi ha la fortuna di scoprirlo sarà sicuramente premiato. Nel caso specifico abbiamo i tre crus che sembrano diversi, ma che invece si completano a vicenda insieme all’etichetta base Elle, esprimendo così compiutamente la grande valenza ampelografica di questo privilegiato areale.  Viva il Fiano allora.

 

Azienda Agricola Laura De Vito

Lapio (Av) – Contrada Saudoni

Cell. 334 1494724 –   [email protected] – www.lauradevito.it

Enologo: Vincenzo Mercurio

Ettari vitati: 10 – Vitigno: Fiano

Bottiglie prodotte anno 2019: 10.000

 

16 luglio 2022

Fiano di Avellino Docg Laura De Vito

Fiano di Avellino Docg Laura De Vito

di Enrico Malgi

Azienda giovane quella di Laura De Vito e di suo marito Carmine De Maria, posizionata nel vocato e privilegiato areale di Lapio intorno ai 500 metri di altezza e seguita dall’enologo stabiese Vincenzo Mercurio. Produzione minimale di solo Fiano di Avellino, con quattro etichette e tre crus diversi che ho appena assaggiato, tutte dell’annata 2018.

Elle Fiano di Avellino Docg 2018. Non me ne vogliano gli altri venticinque comuni che si avvalgano della Docg ma Lapio è sempre Lapio, proprio come ribadito dal nome di questo Fiano “Elle” come Lapio appunto, dove sono posizionate le vigne nelle rispettive contrade di Verzare, Arianiello e Saudoni, con un’altitudine che sfiora i seicento metri.

Soltanto Fiano vendemmiato a metà ottobre. Affinamento per nove mesi in acciaio e poi elevazione in vetro per un anno. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 20,00 euro.Bottiglie prodotte numero 2.500.

Si sa che il Fiano è detentore di un colore meno carico rispetto al Greco, ma questo invece è contrassegnato da un cromatismo giallo paglierino leggermente più accentuato, dovuto in parte certamente ai suoi quattro anni di invecchiamento. Lo spettro aromatico si avvale di un esagerato pot pourri, dal quale un naso fortunato riesce a captare in primis solidi profumi fruttati di nocciole (dominante e tipico varietale di questa specie), pesca, albicocca, mela golden, cedro, ed ananas. Conseguenziali poi le credenziali di fiori bianchi, gli echi di macchia mediterranea ed i rimandi speziati.
In bocca penetra un sorso bello fresco e pimpante, elegante e sapido, raffinato e voluttuoso,balsamico e mentolato. Percezione tattile voluminosa, complessa e scalpitante. Serbevolezza a lunga scadenza. Allungo finale decisamente persistente ed appagante. Con che cosa lo abbiniamo? Personalmente preferisco sempre la cucina di mare, ma senza disdegnare qualche preparazione terragna senza pomodoro.

Verzare Fiano di Avellino Docg 2018. Fiano maturato sempre in acciaio per nove mesi e poi affinato in bottiglia dai dodici ai diciotto mesi. Tenore alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 27,00 euro. Bottiglie prodotte numero 500.

Veste cromatica segnata da un colore giallo paglierino lucente. Ben registrato ed elegiaco l’avvincente bouquet, che esprime
subito coreografiche e pluralistiche connotazioni di tanta buona frutta, con in testa l’immancabile ed inossidabile nuance di nocciola, seguita immediatamente da sospiri di mela, clementina e pera e poi anche da gentilizie di tiglio, acacia, camomilla, muschio e citronella. Tiepidi i sentori idrocarburici. Più pronunciati invece i profumi speziati e balsamici. Sorso avvolgente, profondo, scalpitante, tonico, morbido, scattante, arioso e tagliente di primaria acidità. Appeal elegante, cangiante e dinamico. Longevità tutta da esplorare. Chiusura su toni edonistici. Da provare su un piatto di linguine ai ricci di mare e frittura di pesce di paranza.

Li Sauruni Fiano di Avellino Docg 2018. Tutto uguale all’etichetta precedente, compreso il prezzo. Cambia soltanto l’alcolicità che qui arriva a quattordici gradi.

Sintomatico il colore giallo paglierino luminoso. Crogiolo ricco di esuberanti fragranze fruttate, floreali e vegetali in egual misura e di ottimo livello. Non mancano poi all’appello conturbanti segnali di zafferano, di miele e di spezie orientali. In bocca esordisce un sorso palpitante, invitante, espansivo, rinfrescante, glicerico, sapido, agrumato, seducente, equilibrato e succoso. Profilo palatale ottimamente temprato e per questo anche pervasivo, perché non dimentichiamoci che il Fiano di Avellino e lo stesso Greco di Tufo sono due bianchi strutturati quasi quanto un rosso, corposi e molto resistenti al tempo che avanza.
Allungo finale persistentemente giovane e godibile. Perfetto su un piatto di vermicelli a vongole e mozzarella.

Arianié Fiano di Avellino Docg 2018. Identica la procedura, il prezzo ed il numero delle bottiglie prodotte de Li Sauruni.

Fremente di gioia il perfetto colore giallo paglierino sospiroso. Al naso si approcciano intense e variegate costumanze fruttate di nocciola, melone bianco, bergamotto e lime, seguite da parvenze floreali di biancospino, gelsomino e ginestra e da scorribande vegetali di erbe aromatiche. Sottofondo vivacemente speziato. L’attacco in bocca disegna un fraseggio gustativo coinvolgente e sapido, fibroso e denso, sferzante e scattante, aggraziato ed intrigante.
Esplosiva l’acidità che implementa una freschezza infinita. Frutto polposo.
Coté sontuoso, sensuale, solido, consistente, minerale, affascinante, sublime ed aristocratico. Tutta da esplorare la potenzialità della tenuta temporale. Retroaroma epicureo. Su carne bianca e latticini.

 

Azienda Agricola Laura De Vito

Lapio (Av) – Contrada Saudoni

Cell. 334 1494724 –   [email protected]www.lauradevito.it

Enologo: Vincenzo Mercurio

Ettari vitati: 10

Vitigno: Fiano – Bottiglie prodotte nell’annata 2018 numero 4.000.

 

6 Commenti

  1. Con la 18 che sta venendo fuori alla grande ha giocato facile.Con al timone Mercurio Alato che anno dopo anno dimostra di avere una mano sempre più felice con l’amato Fiano ancor di più.Con me poi che sono Fiano dipendente(per la precisione Lapio dipendente e ancor più precisamente di contrada Arianiello)sfonda una porta aperta.Grazie per il consiglio e a buon rendere da FM

  2. Caro Francesco hai proprio ragione: mi piace vincere facile per davvero. Il Fiano di Avellino è da considerarsi in assoluto uno dei migliori vini bianchi d’Italia senza ombra di dubbio. Tutto il comprensorio esprime valori di alta qualità e l’annata 2018, come sottolineavi tu, si sta imponendo alla grande. Ma la forza di questo vino risiede anche nel fatto di sapersi affermare col trascorrere del tempo a prescindere dall’annata più o meno favorevole. Dici Fiano di Avellino e tutto scorre facile, come potrebbe essere uno Chablis di Ravaneau o di Dauvissat, oppure un Riesling di Weinbach. Vini questi con cui il Fiano di Avellino condivide la grande serbevolezza.

  3. Renato Renato Renato cantava Mina negli anni più belli della nostra età ora invece che di acqua sotto i ponti e vino nelle nostre fauci ne è passato(a)in abbondanza dobbiamo fare buon viso alla nuova sorte che prevede nella quasi totalità dei nostri piaceri cibo e vino anche se di qualità e qui grazie a Dio ce n’è in abbondanza e credo ancor di più negli anni a venire dobbiamo fare nostro,naturalmente senza problemi, l’eccitamento del maestro Malgi:Fiano Fiano Fiano.Ad maiora semper al re dei vini bianchi campani e non solo. PS Fiano di qua Maura Sarno (in magnum che vale anche di più )di la:non vi affollate!Uno alla volta per carità per carità. FRANCESCO

  4. Si caro Francesco hai proprio ragione. Può sembrare paradossale che in un Paese a vocazione prettamente rossista come l’Italia si preferisca spesso bere vino bianco. E come dare torto a coloro che fanno questa scelta così oculata. Fiano, Greco, Falanghina, Vermentino (specialmente quello di Gallura), Carricante, Verdicchio, Ribolla Gialla, Timorasso e poi anche Moscato, Malvasia, Riesling, Gewurztraminer, ecc. ( e chiedo scusa se dimentico per strada qualche altro vitigno autoctono a bacca bianca) rappresentano il meglio in assoluto. Senza dimenticare poi che questi sono vini immortali che sfidano il tempo.

  5. La nostra mente è strana!Tutti i grandi terroir anche in Italia stanno procedendo verso la zonazione ed è naturale che ciò avvenisse anche in Campania per cui non è spiegabile la meraviglia quando trovi una produttrice sartoriale a farlo con ottimi risultati.Non è certo la prima ma di sicuro ne ha avuto di coraggio a farlo con una produzione che,come giustamente dice Malgi,rimane pur sempre esigua per cui auguro il meritato successo a questa iniziativa tesa a valorizzare uno dei migliori bianchi italiani e non solo .FRANCESCO

  6. Bravo Francesco, come al solito hai colto nel segno. A dire il vero mi è venuta in mente un’idea che forse potrebbe valorizzare ancora di più il privilegiato areale del Fiano di Lapio. Per adesso la tengo nascosta, poi si vedrà. Ciao.

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