Dieci giovani pizzaioli su cui puntare: quattro new entry!
di Tommaso Esposito
E tre.
Questa è la terza Top Ten dei pizzaioli emergenti che riformuliamo
Qui c’è la prima.
E qui c’è la seconda.
L’aggiornamento è necessario giacché il mondo pizza si sta evolvendo con una velocità esponenziale.
Vi troverete giovani che se continuano a lavorare così saranno un punto di riferimento nel panorama della pizza napoletana.
Già l’ho detto, stanno facendo bottega con i loro genitori o hanno fatto palestra con qualche nome di spicco oppure hanno fatto la scelta di rimodulare completamente il loro modo di lavorare in precedenza.
Tutti ragionano su farina, lievito, idratazione, lievitazione, maturazione, cottura.
Tutti farciscono il disco di pasta con materie eccellenti soprattutto campane.
Tutti fanno una pizza che vale la pena di andare a provare.
Tutti lavorano intensamente, ma sono un po’ defilati rispetto ai riflettori mediatici.
Eccovi chi rimane in questa verifica trimestrale.
E chi vi entra.
Buon divertimento.
New!!! Enzo Bastelli. Ha ventiquattro anni. Palestra da Franco alla Stazione. Il suo Guru è Marco Lungo. Sta per aprire a Napoli una nuova pizzeria. Ha lavorato anche da Antonio e Antonio di Via Crispi.
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New!!! Vincenzo Iannucci
ha portato una bella dose di novità nella Pizzeria di Antonio e Gigi Sorbillo in Via Tribunali a Napoli: impasti più leggeri e morbidi e buone materie prime.
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New!!! Mimmo Esposito sta sempre a Napoli, al Vomero con Spicchi d’autore. Qui accanto ai fritti meno conosciuti della tavola dei Monzù, propone una pizza di grande golosità.
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New!!! Diego Vitagliano stava a Pozzuoli ai 18 Archi ma ora è protagonista di 10 a Pozzuoli. Pizza leggerissima guarnita con buon fiordilatte se è una margherita. Una giovane dal futuro già scritto e noi lo seguiremo con amore, autorità e severità:-)
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Francesco Capece. Ho mangiato la sua pizza qui al Bistrot des Amis. Ora si è trasferito a Filetta in provincia di Salerno dove è nato e vive. A gennaio ha aperto la pizzeria tutta sua La Locanda dei Feudi 2.0.
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Carmine Granato è il figlio di Salvatore, il cuoco patron de Lo Scialatiello a Marigliano. Non ha mai voluto stare tra i fornelli, ha sempre preferito il bancone e la pala fin quando ha scelto, pure lui, Ciro Salvo come maestro. Da passarci assolutamente e non perdere la pizza con il baccalà grigliato.
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Alessandro Tirino pizzeria Antovin ad Airola. Un giovanotto tanto timido quanto bravo. Pensate si ispira a Ciro Salvo e ogni tanto va a 50 Kalò, in incognito, per mangiare la Marinara con le scarole. E godere, lui dice. Il suo impasto è leggerissimo e la pizza saporita. Poi se vi va di essere golosi assaggiate la sua Pizzeppola
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Francesco Ciccio Vitiello Pizzeria Casa Vitiello . Sta a Tuoro, un piccolo borgo su a Caserta Vecchia. Pochi coperti, pochissimi, il bancone e il forno a vista. Una squadra di giovanotti in piena attività.
Una fila immensa in attesa. Cosa inaspettata.Per ovviare a questo da a ottobre è aperto a pranzo; di sera ci si accomoda solo su prenotazione. Ha una proposta tradizionale che migliora sempre di più. E poi gioca con gli impasti cosiddetti alternativi. Vale la pena conoscerlo, fidatevi. E adesso la nuova location in un bel palazzo ottocentesco del borgo di Tuoro.
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Carlo Sammarco ex Pizzeria la Cantina dei Mille da giugno ora alla 2.0 ad Aversa. Una bella scoperta, un ragazzone pieno di entusiasmo. Gli amici più stretti lo chiamano Ferrarelle perché la sua pizza è ad altissima idratazione. Cornione a canotto che fa puhhfhhh.
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Ivano Veccia, Pizzeria Il Limoneto a Forio d’Ischia. Scuola e modello Michele Leo ed Enzo Coccia, ha portato una ventata di freschezza, complice Nello Calise il proprietario che gli dato carta bianca, sull’isola maggiore del Golfo dove si potrà finalmente mangiare una pizza napoletana eccellente. Recenti sono i suoi succesi nei giri in Franciacorta e al Vinitaly.
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CONCLUSIONI
Il nostro è sempre un gioco, ma anche la dimostrazione della vena inesauribile che attraversa la pizza napoletana in questo momento. Andate a visitare queste pizzerie, vi divertirete.
5 Commenti
I commenti sono chiusi.
Non sarebbe male fare un salto a Nusco, per capire che una pizza napoletana come si deve la si può fare anche sui monti irpini, grazie al giovane Ernesto Palmieri, Antica Osteria.
Pizzeria Porzio a via dei gracchi a Soccavo fa una pizza eccezionale…perché non viene mai menzionato?
Un pizzaiolo che presenta una pizza tutta bruciacchiata è un incompetente o se ne fotte dei commenti?
Concordo con Michele Racioppi. Andate a Nusco all’Antica Osteria da Ernesto Palmieri a provare la sua “Marinara Sbagliata”.
Spero che i vari Angelo Rumolo del “Grotto Pizzeria Castello” di Caggiano, Valentino Tafuri di “3 Voglie” Battipaglia e Sasà Martucci dei “Masanielli da Sasà Martucci” di Caserta non ci siano poichè non più emergenti ma affermati.
Certo che diverse pizze presentate nell’articolo non si possono guardare. La prima cosa che salta all’occhio subito è la “brucciacchiatura”, poi il resto. Dovrebbe essere il contrario.