Giovani enologi campani per la prima volta insieme a discutere sui loro vini
Venerdì scorso è accaduta una di quelle piccole grandi cose che fanno fare un salto di qualità al settore del vino: una folta pattuglia di giovani enologi si è riunita a Cantina degli Astroni per scambiarsi opinioni sulla 2008, provare vini e stare bene insieme. Voilà, come vedete è possibile cambiare. Mentre registriamo con immenso piacere questo successo dell’intelligenza, vi lasciamo alla lettura dell’articolo scritto dal padrone di casa.
di Gerardo Vernazzaro*
Finalmente ho realizzato un altro sogno: venerdì scorso ho avuto il piacere e l’onore di avere seduti allo stesso tavolo (quello della mitica formaggiata) quasi tutti gli enologi campani. L’intento di questa prima iniziativa è quello di creare maggiore scambio fra di noi (quello che in altre regioni è consuetudine), confrontarci e metterci in discussione.
Abbiamo assagiato alla cieca vini flegrei, vesuviani ed avellinesi, tutti con grande personalità e riconoscibilità.
Possiamo affermare con certezza che la 2008, la “vendemmia dell’attesa”, è stata eccezionale per tutti i bianchi (dopo il Vinitaly ci riuniremo per valutare i rossi 2008)
Dei miei vini (cantina degli Astroni) abbiamo degustato: la Falanghina base campi flegrei Falangos, che è piacuta a tutti per la mineralità, questa volta non predominante, ma in equilibrio con la struttura, e per il naso interessante, fine ed elegante, ciò grazie alle escursioni termiche di ottobre e le fermentazioni a freddo. Il Lacryma Christi con 80% Caprettone e il 20% di Falanghina ha avuto esiti contrastanti, ad alcuni è piacuto tantissimo per la gradevolezza e la struttura e l’ evoluzione olfattiva tale da invitarmi ad aspettare ancora prima di commercializzarlo, ad altri non ha entusiasmato la percezione olfattiva ritenendo questo vino “ossidato”, stanco, questa volta però, personalmente credo che sia proprio l’ impostazione del vino a base Caprettone e non Falanghinaa renderlo così riconoscibile e particolare ( o lo ami o lo odi senza mezze misure).
La grande sorpresa tra i miei vini presentati è stata la Catalanesca flegrea, sono tre anni che la racimoliamo tra le vigne di falanghina nei campi flegrei. Finalmente quest’ anno siamo riusciti a produrre 30 hl ettolitri in purezza. Il vino ha stupito la sala e a messo tutti daccordo, anche Francesco Martusciello jr è rimasto sorpreso dalle caratteristiche e dalle potenzialita’ di questo vitigno che fortunatamente e’ presente in tutta la provincia di Napoli fino a pochi mesi fa ancora uva da mangiare
Sergio Romano ci ha deliziato con un Lacryma bianco (60% falanghina e 40% caprettone), fruttatissimo e di grande equilibrio e gradevolezza (qualcuno lo ha ritenuto troppo fruttato , io dico averne di vini così, vai Sergio!).
Interessantissimi i FIANO provenienti da quattro zone dell’ avellinese presentati da Carmine Valentino che hanno entusiasmato la platea e ci ha fatto capire come il territorio possa influenzare a parità di enologo e tecnica il vino finito. ( Bravo Carmine!)
Massimo di Renzo della Mastroberardino ci ha stupito con due vini buonissimi e di ineccepibile eleganza: un Greco di Tufo, che secondo Massimo quest’ anno in tutta l’Irpinia ha dato grandi soddisfazioni in particolare per la spiccata aromaticità, e un Fiano fermentato in legni diversi e poi assemblato in seguito, un grande vino che ha stupito tutti, personalmente lo definirei “INTERNAZIONALMENTE TIPICO”, la strada da perseguire se si vuole fare bingo nei mercati esteri senza perdere il legame con il territorio di appartenenza. (Bella Massimo!)
Infine abbiamo degustato i vini del mio ” iniziatore”, Maurizio De Simone, che nonostante l’ impegno di andare a prendere la figlia di ritorno dalle Marche, anche se un po’ in ritardo non e’ mancato all’ appuntamento: la grande sorpresa Agostinella 2005 Magnum un bianco con una spiccata aromaticità e una grande predisposizione all’invecchiamento, infatti sembrava un vino 2007, il tempo non ha scalfito per niente le caratteristiche di questo nuovo vitigno (grande Maurizio vigna-scout! Grazie).
Dopo questo vino la “degustazione alla cieca” e’ terminata, abbiamo iniziato a mangiare (ma non smesso di bere) sono arrivati prima gli antipasti e poi il grandioso ragù di maiale preparato il giorno prima alla maniera antica da Francois Di Domenico e mia moglie Emanuela. Tanti i bis!
Su queste pietanze abbiamo degustato e ci siamo “consolati” con il Coste di Cuma Falanghina di Francesco jr, il Falerno di Nicola Trabucco (eccezionale!) l’ Aglianico di Grotta del Sole, un rosso di Montalcino di Maurizio De Simone e i vini dei nuovi giovani enologi della Guardiense.
Veramente una bellissima serata, un misto fra “dovere e piacere” dove il secondo ha sicuramente prevalso sul primo. Sono contento e orgoglioso che tutti questi amici enologi abbiano accolto la mia proposta e mi abbiano onorato con la loro presenza, nonché esortato a rifare una seconda serata dopo il Vinitaly con i rossi 2008.
Tutti finalmente abbiamo capito che l’unica strada perseguibile è il confronto, la collaborazione, l’ apertura, perchè non esistono “ricette” o “segreti”, ma esistono enologi con il proprio stile personale e i territori con le loro peculiarità!
*enologo
Erano presenti:
Massimo Di Renzo, Danila Strollo, Antonio D’Alterio, Gianluca Tommaselli, Maurizio De Simone, Carmine Valentino, Sergio Romano, Ernesto Buono, Giulioli, Francesco Martusciello jr ,Giuseppe Mongelluzzo, Nicola Trabucco, Gianni La Marca, Igor D’errico, Gianni Papagni,Peppino Crotese, Arcangelo Guastafierro, Grimolizzi e Ivan Pavia (a cui va un ringraziamento particolare perchè si è attivato per la buona riuscita dell’ incontro).