Garantito IGP | Tenuta I Gelsi: il Vulture nel bicchiere
di Andrea Petrini
Tenuta I Gelsi nasce nel 2003 per valorizzare il patrimonio viticolo della famiglia Potito in quello che è uno degli angoli più suggestivi della Basilicata per bellezza naturalistica e paesaggistica. Il nome si ispira al viale di ingresso della cantina, puntellato a destra e sinistra da centenari alberi di gelso utilizzati per l’allevamento del baco da seta (allevamento molto presente in zona fin dalla metà del XIV secolo). Ruggiero Potito è la colonna aziendale, vignaiolo di grande esperienza che ha affinato le sue conoscenze soprattutto delle vigne attraverso scambi di informazioni con i più importanti consulenti agronomici ed enologici italiani.
Siamo a Rionero in Vulture (PZ), nella frazione Monticchio Bagni, a due passi dai celebri laghi di origine vulcanica e dalle fonti dove sgorgano alcune delle acque minerali e oligominerali più apprezzate del Bel Paese. E’ il versante del Vulture che si affaccia sulle colline dell’Irpinia, a circa 400 metri di altitudine, tra l’altopiano calitrano e la Valle dell’Ofanto, dove le ceneri e i lapilli vulcanici si mescolano a giaciture argilloso-calcaree di medio impasto.
La superficie aziendale si estende su circa dieci ettari di vigneto, quasi tutti ubicati nel comune di Rionero in Vulture e potati a cordone speronato doppio. La varietà dominante è naturalmente l’Aglianico, coltivato in tre parcelle: ai tre ettari che circondano la cantina, chiamato “Vigneto I Gelsi”, piantati nel 2004, se ne aggiungono quattro in un unico corpo denominato “Vigneto Ferrovia” piantato nel 2005, sul versante che volge verso Melfi. I vigneti piantati ad Aglianico sono completati da una vecchia vigna di circa cinquanta anni (un ettaro) denominata “Vigneto Calaturi”, dal quale nasce l’omonimo cru di Aglianico del Vulture DOCG, ubicata su un poggio ad un chilometro dalla cantina. il quadro delle vigne aziendali e perfezionato due ettari dedicato alla Malvasia, la varietà a bacca bianca tradizionalmente coltivata nel comprensorio vulturino.
Dal 2018 la Tenuta ha iniziato un nuovo percorso, non ancora terminato, che ha determinato già una serie di cambiamenti significativi: dalla direzione enologica a quella agronomica, ora affidata ad uno dei tecnici più talentuosi d’Italia Dott. Enologo Sebastiano Fortunato, fino ad arrivare alla nascita del progetto bollicine che vede l’azienda impegnata anche nella produzione di vini spumanti utilizzando sia il Metodo Charmat (Brut Bianco e Brut Rosé) che il Metodo Classico (I Cinque Cerri) con soli vitigni autoctoni. Il totale di bottiglie prodotte, per quanto riguarda i vini fermi, si aggira attorno alle 60.000 unità, mentre sono circa 30.000 le bottiglie di spumante, sia metodo charmat che metodo classico, che l’azienda produce annualmente.
Durante la manifestazione Beviamoci Sud, svoltasi a Roma, ho potuto degustare quasi tutta la produzione della famiglia Polito e, le seguenti, sono le mie note di degustazione:
Tenuta I Gelsi – Spumante Metodo Classico “Cinque Cerri” 2017 (100% aglianico): caratterizzato da perlage fine, questo spumante si fa apprezzare al naso per una chiara espressione minerale a cui seguono slanci di fiori bianchi, agrumi, pesca e pan brioche. Teso all’assaggio, dalla spiccata sinergia acido-sapida e caratterizzato da un finale leggermente ammandorlato. Interessante espressione di aglianico spumantizzato che consiglio come aperitivo. Nota tecnica: vinificato ed affinato in acciaio. Presa di spuma in bottiglia, sboccatura dopo 12 mesi sui lieviti e successivo affinamento in bottiglia per almeno altri 6 mesi.
Tenuta I Gelsi – Gelso Bianco Basilicata IGP 2019 (100% malvasia): in un territorio giustamente consacrato al vitigno lucano per eccellenza, cioè l’Aglianico, la Malvasia è tradizionalmente una delle poche varietà a bacca bianca coltivate, specialmente nelle vigne più fredde ed acclivi, dove l’Aglianico ha difficoltà a maturare in maniera efficace. Il vino ha un profilo aromatico molto delicato, ha fragranze di mineralità vulcanica, mela golden, salvia e gelsomino. Il gusto è segnato dall’apporto di acidità, quasi agrumata, e da ritorni intensi di sapidità vulcanica. Il finale è piuttosto salino, intenso. Nota tecnica: vinificazione e affinamento in acciaio.
Tenuta i Gelsi – Basilicata Rosso IGT Gelso Rosso 2019 (100% aglianico): il piccolino di casa, come lo chiamo io, è un vino proveniente dalle vigne aziendali più giovani e, a mio giudizio, proprio ad un pubblico giovanile, scusate il giro di parole, è destinato questo aglianico vinificato per rendere l’approccio con questo vitigno, soventemente austero, più facile e sbarazzino e quindi destinato ad un pubblico anche di neofiti. Piacevolmente fruttato, scattante, senza eccessi tannici e di insistita freschezza è il classico vino quotidiano che dovrebbe accompagnare la tavola di molti italiani. Nota tecnica: vinificazione in acciaio e affinamento, sempre in acciaio, per sei mesi sulle fecce fini.
Tenuta i Gelsi – Aglianico del Vulture DOC “Casello 105” 2017 (100% aglianico): proveniente dai migliori grappoli del vigneto “Ferrovia”, questo vino rappresenta ovviamente un step successivo rispetto a quello precedente. Si apprezza, infatti, una maggiore complessità olfattiva grazie ad un ventaglio aromatico dove si riconoscono le more selvatiche, il gelso, viola che fanno da contorno ad un timbro territoriale di grafite e ferro. La non forzata astrigenza tannica e il moderato contenuto alcolico (13,5%) lo rendono scorrevole ed equilibrato tanto da richiamare continuamente il sorso. Nota tecnica: vinificazione in acciaio mentre la maturazione, per il 50% continua in acciaio mentre il restante 50% avviene in anfora Tava per 12 mesi. Infine, dopo l’imbottigliamento, affina altri 12 mesi in bottiglia.
Tenuta I Gelsi – Aglianico del Vulture Superiore DOCG “Calaturi” 2015 (100% aglianico): il Cru aziendale, che nasce da un ettaro di vigneto di circa mezzo secolo, non può che essere il vino più importante e complesso della gamma dei vini di Tenuta I Gelsi. E’ l’Aglianico delle grandi occasioni, il vino che ti incanta appena metti il naso nel bicchiere e rimani incantato dal turbinio aromatico che rimanda alla frutta scura e matura, al rosmarino, alla viola appassita, al ginepro con guizzi di pepe rosa e terra rossa. In bocca le componenti gustative sono una vera e propria summa di autorevolezza e piacere; persistenza nettamente minerale e di meravigliosa lunghezza. Nota tecnica: vinificazione in acciaio e Affinamento in botti di rovere di Slavonia da 10 ettolitri per circa 18 mesi ed in bottiglia fino al quarto anno dalla vendemmia.