Garantito IGP – La storia del Chianti Classico di Lamole di Lamole in otto grandi annate
di Andrea Petrini
A Lamole ci devi arrivare coscientemente, non ci passi per caso e, per giungere a destinazione, con la fidata automobile devi percorrere una strada stretta che si inerpica tra le colline del Chianti Classico attraverso paesaggi boschivi, quasi montani, che appartengono più a gnomi e fate piuttosto che a piante di vitis vinifera che in certi momenti dell’anno si confondono con il viola dei giaggioli in fiore.
Pendenze importanti, tra il 30% e il 50%, che nel corso del tempo hanno costretto gli agricoltori della zona a realizzare veri e propri terrazzamenti dove piantare il “mitico” “sangiovese grosso di Lamole” le cui caratteristiche organolettiche, definite anche dall’altitudine media dei vigneti che si aggira attorno ai 500 metri s.l.m., hanno reso famoso questo vino nella storia visto che, già nel 1800, questo fazzoletto di territorio toscano veniva indicata da pubblicazioni dell’epoca come una delle “culle” del Chianti di qualità.
Lamole, con la sua piccola chiesa romanica dedicata a San Donato (13° sec.), deve il suo nome probabilmente all’antica parola latina “lamulae” ovvero da quelle “lame” di terra che da sempre contraddistinguono il suolo di questo areale contraddistinto in larga parte dal caratteristico “macigno chiantigiano”, composto di alberese e galestro, ricco di manganese e ferro, ma molto permeabile, costringendo così la vite a cercare in profondità l’acqua per il proprio nutrimento acquisendo contemporaneamente un ricco patrimonio minerale.
Lamole di Lamole, che dal 1993 fa parte del gruppo Santa Margherita, tra le sette operanti nel territorio è sicuramente l’azienda più grande vantando circa 57 ettari di vigneti (esposizione sud-ovest) dove, oltre a sua maestà il sangiovese,
sono stati piantati nel tempo sia vitigni autoctoni come canaiolo, malvasia nera e trebbiano toscano (usato solo per vin santo) che vitigni internazionali come cabernet sauvignon, merlot, petit verdot ed alicante.
Al’interno di questo variegato parco ampelografico il vigneto di Campolungo (9,5 ha divisi tra sangiovese e vecchie vite di cabernet sauvignon) rappresenta il vero e proprio cru aziendale attorno al quale si distribuiscono tutti gli altri vigneti che prendendo nomi molto usati in queste colline grevigiane: Il Prato, Le Masse, Il Piano, Rinaldi (area Lamole), come pure Tordela, Crespine, Paladino e Mazzoli (Salcetino).
Da qualche anno, grazie all’opera di Loris Vazzoler e del suo staff, tutto il patrimonio agronomico dell’azienda (vigneti ed uliveti) sta virando verso una progressiva conversione al biologico che sta avvenendo sia attraverso l’eliminazione dei prodotti di sintesi sia riducendo l’uso rame e zolfo a favore di nuove pratiche atte a favorire l’inerbimento, l’uso di compostaggi naturali e il riuso delle materie prime come, ad esempio, la frantumazione dei tralci che, usati assieme alle vinacce, possono diventare nuovi fertilizzanti per il terreno.
Se il nuovo polo produttivo di Greti in Chianti, inaugurato nel 2015, rappresenta il futuro dell’azienda, è senza dubbio la cantina storica di “Lamole di Lamole”, originariamente un vecchio magazzino del Castello di Lamole risalente al 1300, a legare ancora l’azienda al suo passato e al suo presente visto che ancora oggi è usata per sia affinare parte del vino sia come Vinsantaia. In particolare, al piano superiore sono collocate le grandi botti di legno (mediamente 30 hl) usate per la maturazione del Chianti Classico “Vigneto Campolungo” e, per ora, l’unicabotte “a uovo” da 22 hl usata per alcune sperimentazioni sul sangiovese. Al piano inferiore, invece, troviamo le barrique utilizzate per affinare cabernet sauvignon, merlot e una parte di sangiovese. Qui, inoltre, sono conservate le bottiglie storiche dell’azienda tra cui un Lamole di Lamole del 1966.
Dopo questo bel giro entriamo nella bella ed ampia sala di degustazione dove troviamo già i bicchieri pronti per l’interessante verticale storica di Lamole di Lamole che dal 1987 arriverà fino a i giorni nostri. Un modo, semplice e diretto, per capire come nel tempo si è evoluto il concetto di sangiovese prima e dopo l’avvento Santa Margherita.
Via, si parte!
Lamole di Lamole – Chianti Classico 1987 (sangiovese 90%, canaiolo 5%, trebbiano toscano/malvasia bianca 5%): da uve provenienti da vigneti del 1945 (allevamento ad alberello) e del 1982 nasce un vino di notevole limpidezza e sontuosità grazie ad una dotazione aromatica che ricorda la prugna, la ciliegia matura, il legno aromatico e la cola. Bocca giovanissima, nonostante i 30 anni, grazie all’apporto dell’uva bianca che garantisce freschezza e progressione. Finale sapido, interminabile. Nota tecnica: vinificazione separata delle cultivar con fermentazione in tini tronco-conici a una temperatura fra i 28 e i 32°C (per le varietà rosse) per un periodo di circa 25 giorni. Vinaccia pressata con torchio e pressa meccanica. Al termine della vinificazione il vino è stato posto a maturare in botti di legno di rovere e ciliegio da 25 e 63 hl per circa 14 mesi. Segue assemblaggio e affinamento di almeno 6 mesi in bottiglia. Dati analitici: alcol svolto: 12,67%; pH: 3,37; Acidità Totale: 6,1 grammi/litro; Estratto non riduttore: 25,7 grammi/litro.
Lamole di Lamole – Chianti Classico Riserva 1993 (sangiovese 93%, canaiolo 5%, trebbiano toscano 2%): le uve provenienti dai vigneti il Prato e Campolungo (1982) danno origine ad un Chianti Classico che odora di iris appassito, ribes e spezie orientali. Sorso austero, di lodevole struttura e densità dove risalta il fine tannino e la lunga scia minerale in chiusura. Nota tecnica: vinificazione separata delle tre cultivar con fermentazione in acciaio all’aperto, senza temperatura controllata, ed estrazione parte fenolica con frequenti rimontaggi. La macerazione sulle bucce è durata poco più di due settimane, una settimana in meno rispetto alla media del decennio precedente. Al termine della vinificazione il vino viene posto dapprima per un periodo di qualche mese in acciaio e poi a maturare in botti di rovere da 25 e 63 hl per circa 2 anni. Segue assemblaggio e affinamento di almeno 6 mesi in bottiglia. Dati analitici: alcol svolto: 12,97%; pH: 3,41; Acidità Totale: 5,9 grammi/litro; Estratto non riduttore: 26,6 grammi/litro
Lamole di Lamole – Chianti Classico 1997 (sangiovese 100%): passiamo a questo sangiovese in purezza che, in annata mite e scarsamente piovosa, risulta estremamente complesso in quanto sciorina toni scuri di grafite, terra bagnata, ciliegia sotto spirito, viola e iodio. Sorso caldo, solido, di buon equilibrio e con una sapidità di fondo estremamente piacevole. Nota tecnica: la vinificazione viene effettuata per la prima volta nella nuova cantina di Lamole con metodo Ganimede e vinificazione tradizionale con rimontaggi con macerazione sulle bucce di circa due settimane. Al termine della vinificazione il vino viene posto dapprima per un periodo di nove mesi in acciaio e poi a maturare in botti di rovere asciate da 25, 63 e 110 hl per poco più di 1 anno. Segue assemblaggio e affinamento di almeno 6 mesi in bottiglia. Dati analitici: alcol svolto: 12,74%; pH: 3,44; Acidità Totale: 5,3 grammi/litro; Estratto non riduttore: 24,7 grammi/litro.
Lamole di Lamole – Chianti Classico 1997 Riserva (sangiovese 100%): rispetto al precedente l’ampiezza aromatica si fa più profonda e austera grazie ad un quadro olfattivo dove rabarbaro, prugna secca, macis e iris si confondono a più evidenti note di carattere minerale. Il sorso conferma la grandiosità di questo vino dove la sapidità impera, i tannini sono fitti e perfettamente integrati e la lunga persistenza, fruttata e minerale, gioco un ruolo caratterizzante e indimenticabile. Nota tecnica: al termine della vinificazione il vino viene posto dapprima per un periodo di nove mesi in acciaio e poi a maturare in botti di rovere asciate da 25 e 63 per poco più di 2 anni. Segue assemblaggio e affinamento di almeno 6 mesi in bottiglia. Dati analitici: Alcol svolto: 13,07%; pH: 3,41; Acidità Totale: 5,9 grammi/litro; Estratto non riduttore: 26,6 grammi/litro.
Lamole di Lamole – Chianti Classico 2006 (sangiovese 90%, canaiolo e malvasia nera): passano dieci anni e il vino sembra assumere una nuova veste, più concentrata e solida, dove tornano prepotenti le sensazioni territoriali di iris e frutta rossa croccante che ben si fondono all’interno di un palato ricco e setoso che precede una lunga scia sapida che si dipana tra ricordi di spezie dolci e liquirizia. Nota tecnica: vinificazione separata delle cultivar con fermentazione in vasche di acciaio di piccole dimensioni a temperatura controllata fra i 24 e i 28°C per un periodo di 12 giorni. Al termine della vinificazione il vino è posto dapprima in acciaio per circa 9 mesi e quindi a maturare in botti di legno di rovere da 25 e 63 hl per circa 15 mesi. Segue assemblaggio e affinamento di almeno 6 mesi in bottiglia. Dati analitici: Alcol svolto: 13,21%; pH: 3,51; Acidità Totale: 5,2 grammi/litro; Estratto non riduttore: 27,3 grammi/litro
Lamole di Lamole – Chianti Classico Riserva 2006 (sangiovese 90%, canaiolo e malvasia nera): rispetto alla versione “base” ha un impatto aromatico più ricco e perentorio dove ritrovo la frutta rossa matura in tutte le sue espressioni e meno la parte floreale che viene rimpiazzata da sensazioni più scure di liquirizia e scatola di sigari. Al sorso questo Chianti Classico Riserva non delude per coerenza e complessità. Un vino di stile e personalità che strizza l’occhio all’estero. Nota tecnica: Al termine della vinificazione il vino è posto dapprima in acciaio per circa 9 mesi e quindi a maturare in botti di legno di rovere da 25 e 63 hl per circa 28 mesi. Segue assemblaggio e affinamento di almeno 9 mesi in bottiglia. Dati analitici: Alcol svolto: 14,05 %; pH: 3,51; Acidità Totale: 5,2 grammi/litro; Estratto non riduttore: 27,3 grammi/litro.
Lamole di Lamole – Chianti Classico 2011 Riserva (sangiovese 90% e altre uve locali): quanta gioventù in questo vino ancora scalpitante attraversato continuamente da solidi profumi di marasca, prugna, spezie dolci e giaggiolo. Al palato mostra struttura, sapidità e una carica tannica di buona estrazione. Finale dai lunghi respiri fruttati e speziati. Nota tecnica: vinificazione separata delle cultivar con fermentazione in vasche di acciaio di piccole dimensioni a temperatura controllata fra i 24 e i 28°C per un periodo di 10 giorni. Per il sangiovese si procede a fermentazione differita (metodo Lamole). Al termine della vinificazione il vino è posto dapprima in acciaio per circa 9 mesi e quindi a maturare in botti di legno di rovere da 25 e 63 hl per circa 25 mesi. Segue assemblaggio e affinamento di almeno 6 mesi in bottiglia. Dati analitici: Alcol svolto: 13,75 %; pH: 3,45; Acidità Totale: 5,8 grammi/litro; Estratto non riduttore: 28,1 grammi/litro.
Lamole di Lamole – Chianti Classico 2012 (sangiovese 90% e altre uve locali): da un’annata decisamente complicata per via del caldo e della siccità nasce un Chianti Classico molto tradizionale dove la sensazione territoriale prende le forme di una cesta di iris in fiore e della classica ciliegia del sangiovese grosso di Lamole. Equilibrato e succoso ha la sua forza nella scorrevolezza di beva. Ottimo come compagno di tavole imbandite. Nota tecnica: la vinificazione viene effettuata con macerazione di circa 7-10 giorni e temperatura controllata fra i 24°C e i 28°C con microssigenazione. Al termine della vinificazione il vino viene posto dapprima per un periodo di sei mesi in acciaio e poi a maturare in botti di rovere da 30 hl per circa 15 mesi. Segue assemblaggio e affinamento di almeno 6 mesi in bottiglia. Dati analitici: Alcol svolto: 45%; pH: 3,41; Acidità Totale: 5,9 grammi/litro; Estratto non riduttore: 27,6 grammi/litro.
Un commento
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Complimenti Andrea Petrini!
solo chi ha la possibilità di vivere Lamole di Lamole può capirne e sentirne l’essenza.