#lsdm: Franciacorta di Bellavista: il valore delle vendemmie, 2009-1995!
di Enrico Malgi
Sempre più importanti i prodotti della Franciacorta, risultato della capacità di investire in vigna, cantina e comunicazione oltre che del disciplinare più rigido in tema di spumantizzazione.
La splendida degustazione dei Franciacorta Bellavista di Vittorio Moretti che si è tenuta alle Strade della Mozzarella presso il Savoy Beach Hotel di Paestum è stata uno degli eventi clou della kermesse.
Ssi dice Franciacorta e non spumante proprio come ci si riferisce allo Champagne, perché rappresenta il particolare e vocato territorio che s’incrocia intorno al lago d’Iseo, dove maturano le uve di pinot nero e bianco e di chardonnay, con cui si producono bottiglie eccezionali con metodo classico. E proprio l’azienda Bellavista di Erbusco, nata nel 1977, è uno dei fiori all’occhiello.
L’azienda oggi possiede 190 ettari vitati e vede impegnato Mattia Vezzola, uno dei massimi esperti in questo settore e più volte premiato come migliore enologo d’Italia.
La degustazione, condotta da Luciano Pignataro, Chiara Giovoni, Mattia Vezzola e Maria Sarnataro e con la partecipazione di Alessandro Scorsone e Roberto Di Meo, prevedeva una verticale di cinque millesimi, ma poi alla fine come gradita sorpresa si è aggiunta una chicca del 1995.
Si è iniziato con il blanc de blancs Saten 2009, 100% chardonnay. Lo spumante trascorre cinque anni in bottiglia in cantina. Colore ben definito di un giallo vibratamente paglierino, con lampi dorati. Perlage finissimo e persistente con fitte e piccole bollicine che dal basso corrono verso l’orlo della flute a respirare. Al naso frutta fresca e matura: pesca bianca, di pera e di pompelmo. Fragranti ed eleganti vezzi floreali di glicine si dispiegano poi intorno alle narici completando il soave appeal. La bocca è suadente, morbida, cremosa, mielosa, fresca, setosa, raffinata ed equilibrata.
Il secondo millésime è il Brut 2008, una cuvée per due terzi di chardonnay e saldo di pinot nero. Anche qui passano cinque anni dalla vendemmia alla commercializzazione. Effetto cromatico giallo pieno e lucente. Perlage elegante, fine e calibrato. Sentori di biancospino con polpose e vivaci concentrazioni agrumate, ancora notedi nocciole, di lieviti nobili, di crosta di pane e di pasticceria. La bocca è piena, freschissima, voluminosa, sapida, resinosa, stilisticamente perfetta. Pronostico a lunga scadenza.
Terzo assaggio con il Rosé 2009, assemblato con lo chardonnay al 62% e saldo di pinot nero. Canonici cinque anni di maturazione in cantina. Il colore ricorda la buccia di cipolla: un rosa tenue e delicato. Bollicine finissime, continue e persistenti che salgono verso l’alto, andando a formare una mousse spessa e cordonata. Profumi intensi di piccoli frutti rossi del sottobosco, di agrumi e di mela golden e coinvolgenti sensazioni floreali di petali di rosa. Il sorso entra in bocca fresco e soave e rilascia caratteri sapidi, minerali, setosi e leggermente ammandorlati. Slancio finale con uno sviluppo dinamico e ritmato.
Il quarto millesimo è il Pas Operé 2007, utilizzando il 65% di chardonnay e saldo di pinot nero. Ha sostato ben sei anni in cantina dopo la vendemmia. Il colore è un affascinante e profondo giallo dorato con pregevoli componenti luccicanti ai bordi. Il perlage formato da sottilissimi e numerosissimi ballons che lottano tra loro per arrivare primi alla sommità della flute. Bouquet elegante e complesso che mette in mostra un persistente corollario di frutta tropicale, fiori, camomilla, erbe aromatiche, minerali e miele. Il sorso, per l’assenza di liqueur d’expédition, fa salivare la bocca con la sua fresca e secca acidità. Gentile verve fruttata, floreale ed erbacea, che rimembra il ribes, il mirtillo, il sambuco, l’acacia, l’anice e la salvia. Mineralità sapida e pervasiva. Finale tagliente, snello, succoso, croccante e persistente.
Per la quinta degustazione bisogna arrampicarsi sulla vetta più alta per arrivare a toccare il top aziendale Vittorio Moretti Extra Brut 2006, che vuole omaggiare il fondatore con il suo nome e che è prodotto soltanto nelle migliori annate. Cuvée fifty-fifty di chardonnay e pinot nero. Sette anni di vieillisement sur lies. Colore vividamente giallo oro, con riflessi iridescenti. Bollicine perlate estremamente fini, fitte e persistenti, che coronano la spumosa superficie nella flute. Reminescenza di frutta bianca matura e prorompente e piccoli fiori bianchi. Miele , frutta secca, essenza vanigliosa e pronunciata ed elegante verticalità permeano i caractères odorosi di questo Franciacorta. In bocca il vino esprime una tessitura ampia e suadente, con tratti distintamente fini, eleganti, e sapidi. Sapore armonico, equilibrato, musicale e pienamente fresco. Finale decisamente appagante.
Ed eccoci giunti alla fine del percorso degustativo con una sorpresa fuori programma che completa meravigliosamente la serata. Si tratta di due bottiglie in formato Jéroboam della Riserva Vittorio Moretti Extra Brut 1995. Un Franciacorta raro, le cui uve sono state attaccate dalla pourriture della botrytis cinerea. Stesse uve del precedente. Cromatismo color giallo scuro ancora brillantemente lucente. Perlage estremamente vivo, minuto e giovanile, con migliaia di bollicine che salgono su lievemente e costantemente in ascensore, andando a formare una cremosa ed esuberante spuma. Il bouquet mette subito in mostra note sulfuree ed ossidate. Ma è un attimo, perché il vino si riprende subito la scena con piacevoli effusioni fruttate, floreali e vegetali, che reggono ancora il passo, nonostante i quasi vent’anni dalla vendemmia. In sottofondo si coglie anche una pregnanza tostata e quasi affumicata. Il bocca il vino fila liscio e coinvolgente. Frutta candita e sciroppata, acidità ancora in groppa. Finale lungo, asciutto, armonico, sensuale, seducente e persistente. Un Franciacorta prestigioso, austero e strutturato quasi come un rosso di vaglia, che sa emozionare.
Sede a Erbusco (Bs) – Via Bellavista, 5
Tel. 030 7762000 – Fax 030 7760386
[email protected] – www.bellavista.it
Enologo: Mattia Vezzola
Ettari vitati:190
3 Commenti
I commenti sono chiusi.
Esperienza stupenda, che arricchisce notevolmente e che rivivo piacevolmente attraverso questo minuzioso articolo.
Fatti sentire dal presidente Vezzola che al posto di Franciacorta usi ancora il termine generico di spumante e ti fulminerà quasi a volerti ridurre in cenere:a differenza dell’altra importante denominazione( Trento DOC)che non é mai decollata ,loro ,invece,sono riusciti ad imporre il nome della tipologia.Non sono particolarmente attratto dalle bollicine e ,in questa denominazione,preferisco il Saten,ma quando si affrontano questi campioni bisogna alzare le mani in forma di resa e poi ringraziare Iddio che ci rende capaci di realizzare prodotti di qualità così elevata.FM.
Oreste, vai sempre avanti così e non rinunciare mai a partecipare a questi “grandi eventi” per arricchire sempre di più il tuo bagaglio culturale e professionale.
Francesco, mi dispiace tanto che non hai potuto presenziare a questa grande degustazione franciacortina, ti saresti sicuramente sollazzato, perchè ti assicuro che a questi livelli il gap tra lo Champagne e la Franciacorta è molto ridotto. Sarà per la prossima volta. Ciao.