Francesco Martucci apre una nuova pizzeria di 260 posti vicino la Reggia di Caserta, precisamente a fianco a Rosanna Marziale | FOTO
Masanielli addio. Da settembre in poi si chiamerà così solo quella di Salvatore Martucci. Perché Francesco Martucci lascia via Licoln per aprire in via Appia 6, proprio affianco a Le Colonne di Rosanna Marziale, a ridosso della Reggia di Caserta.
Circa 160 posti a sedere, 100 all’esterno. Almeno 500 metri quadri con una cucina dotata di tutte le moderne tecnologie. Così il re dell’impasto invetse sui sacrifici che ha fatto sinora, pizza dopo pizza.
Un altro grande vantaggio è che questa nuova pizzeria è a circa due chilometri dall’uscita del casello autostradale di Caserta Nord. Una pacchia insomma.
Ieri l’accordo, subito i lavoro. L’apertura è prevista a settembre.
Il nome della nuova pizzeria? Francesco Martucci, of course!
3 Commenti
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Dispiace leggere che anche il Sig. Martucci si avvia ad aprire l’ennesima caserma da 250 posti per contenere più persone e, quindi vendere più pizze.
Ormai la bravura, ma soprattutto la professionalità, pare si misuri con il numero di pizze che si riesce a sfornare in un giorno, 600, 1000.
Se penso al locale Morsi e Rimorsi di Iervolino penso a quello a Caserta, locale piccolo, curato dove appena si entra c’è l’attenzione per il cliente e dove perfino il cibo è migliore. Andando ad Aversa il nuovo locale, una caserma da 300 posti si è perso tutta la magia di un cibo artigianale ed un servizio che a Caserta ritenevo uno dei migliori per quanto riguarda una pizzeria si è ridotto ad un servizio da ristorante da cerimonia.
Penso che queste persone non stiano sfruttando al meglio il boom mediatico che sta avendo la pizza come cibo e non è colpa dei giornalisti che ne parlano, anzi ben venga, Il problema è che se la pizza è vista solo come business e non più come ristorazione, qualità dei prodotti, servizio in sala ecc, prima o poi finirà per perdere quel ruolo di grande risorsa che rappresenta per la Campania.
Il futuro della pizza, a mio modesto avviso, non è dover aumentare i posti a sedere o il numero di pizze da sfornare al giorno, ma bensì un lavoro serio di ricerca dei prodotti degli impasti e soprattutto del servizio in sala. il futuro sta nella qualità e no nei numeri.
La questione che lei pone è interessante per due motivi: primo perché evidenzia che noi italiani istintivamente siamo contro a quello che è grande, più grande. Secondo perché confonde il grande con l’industriale. Se Martucci, come Iervolino, i Salvo e tutti i grandi mantengono un buono standard qualitativo con 600, 1000 pizze a sera, ben venga. Più consumo di prodotti di qualità, più reddito per i nostri agricoltori e artigiani del gusto. Incredibile come nella pizza sto rivivendo quello che ho visto nel vino. Anche lì, vent’anni fa, polemiche contro i feudi considerati giganti. Peccato che siano loro con la loro agricoltura ad aver salvato il Vulture e che contribuiscano in maniera determinante a sostenere quella Irpina.
Sono pienamente d’accordo sul fatto che la pizza debba essere mangiata in un locale accogliente, non casermoni.