Food Law di Carmine Coviello e Davide Mondin: da Alma il primo studio legale su come tutelare le proprie ricette
di Fabiola Quaranta
L’interesse per il mondo della gastronomia e della ristorazione è cresciuto negli ultimi anni in maniera esponenziale. Sempre più il cibo stimola i sensi e la mente, mangiare diventa un’esperienza che eleva lo spirito ed assurge dunque a forma d’arte, al pari di un quadro, di un’opera letteraria o di un brano musicale. Nasce da questa considerazione l’esigenza per molti chef e attori del mondo gastronomico di voler tutelate le proprie idee e la difesa della loro originalità, anche se questo aspetto in Italia non conosce ancora giurisprudenza. Ci ha provato e ancora ci prova strenuamente Gualtiero Marchesi a esigere il riconoscimento della paternità delle sue ricette più famose; recentemente alla Triennale di Milano si è appellato al diritto d’autore per difendere il proprio piatto simbolo, il “ Riso Oro e Zafferano “ e ponendo il tema al centro del dibattito.
Affronta proprio il tema della tutela della creatività in cucina FOOD LAW, un testo, il primo in Italia, interamente dedicato all’argomento, i cui autori, Carmine Coviello ( Avvocato specializzato in arti, musica e spettacolo) e Davide Mondin (specialista in valorizzazione del patrimonio alimentare e gastronomico, docente della scuola Alma), in collaborazione con Alma, Scuola Internazionale di cucina, spiegano con un linguaggio rigoroso ma al tempo stesso accessibile, quali sono gli elementi che fanno di una ricetta un’opera creativa che può essere tutelata anche sotto il profilo legale.
E’ quasi paradossale che il primo brevetto conosciuto nella storia riguardi proprio una ricetta; esiste infatti un documento del III sec. a.C., conservato presso la Biblioteca Marciana di Venezia, in cui lo storico Filarco riferisce che a Sibari in età arcaica (attorno al VII sec. a.C.) fosse stata promulgata una legge che attribuiva una sorta di monopolio annuale al cuoco in grado di creare una preparazione originale e particolarmente elaborata. Ad oggi in Italia è molto difficile per quanti operano a livello professionale nell’ambito della ristorazione o per coloro che siano semplici appassionati, dimostrare che l’elaborazione di nuove ricette sia frutto del proprio ingegno, ma secondo Coviello e Mondin non è impossibile.
Tutti coloro che lo vogliano hanno infatti a disposizione una serie di strumenti che, se correttamente applicati, permettono di proteggere le proprie creazioni, di goderne dei frutti e di opporsi con efficacia ad eventuali attacchi e contestazioni. Occorre certamente che l’opera creativa possegga una serie di caratteristiche per poter essere considerata d’autore; Food law offre attraverso un excursus storico, una spiegazione dei diritti spettanti, un’ampia e diffusa schematizzazione degli strumenti legali a disposizione di ciascuno e delle diverse possibilità di tutela, una guida utile a chi desideri barcamenarsi nel complicato groviglio di leggi e cavilli. Ecco quindi che a determinate condizioni si potrà beneficiare di una serie di vantaggi offerti dalla normativa sul diritto d’autore o da quella sulla segretezza delle informazioni aziendali, o si potrà reagire contestando il reato di concorrenza sleale. I possibili ambiti di tutela della creatività in cucina sono vari perché riguardano di volta in volta specifici elementi dell’opera: spetterà solo all’autore decidere di proteggerla o meno, scegliendo liberamente se farlo o meno ovviamente sussistendo le condizioni necessarie.
La prefazione del libro è di Davide Scabin, pluripremiato chef, tra i più apprezzati in Italia e all’estero. La sua è una cucina che genera emozioni e fa della creatività un elemento distintivo, coniugando la tradizione piemontese con modernità e fantasia. Scabin nella sua introduzione auspica che le regole sulla proprietà intellettuale possano essere applicate anche alla cucina, “ non per blindare le idee più brillanti e impedirne la diffusione, ma piuttosto per evitarne uno sfruttamento del tutto passivo: per dirla con uno slogan, ispirarsi sì, copiare no!”.All’interno del volume è inoltre presente un codice personalizzato che darà la possibilità di ottenere la registrazione gratuita di una ricetta con marca temporale legalmente valida sul portale www.mysocialrecipe.com, piattaforma specializzata nella registrazione delle ricette, ideata da Francesca Marino. Tutti devono potersi difendere e devono vedere tutelata la propria creatività come frutto del proprio ingegno.
La strada intrapresa con Food Law ci fa ben sperare.