FiordilatteFiordifesta dal 2 al 5 agosto: Agerola e il suo Fior di latte
di Antonino Siniscalchi
Fiordilatte di Agerola. Da sabato 3 a lunedì 5 agosto, Agerola ospita la 42ma edizione di FiordilatteFiordifesta, sagra del fiordilatte e dei prodotti tipici locali. Per tre giorni su Agerola diventa il centro in cui si incontrano appassionati buongustai da tutta la Regione e non solo, per rendere omaggio al prodotto tipico simbolo del luogo: il caratteristico fiordilatte agerolese, sarà protagonista dei tantissimi piatti del menù preparato per l’occasione: una selezione di ricette della tradizione unita a tantissime novità che metteranno in risalto i sapori del territorio agerolese. Un menù leggero ma ricco, pensato per essere gustato godendosi l’aria fresca di Agerola, i suoi scorci e i suoi panorami. Un menù selezionato per dare valore alle produzioni locali, esaltando i sapori tradizionali agerolesi. Gli stand della sagra, organizzata dalla Parrocchia di San Pietro e dal Comitato Festa di Sant’Antonio Abate, con il patrocinio del Comune di Agerola, saranno aperti dalle ore 19. La Regione Campania ha sostenuto l’importanza della produzione locale con l’istituzione del premio “Fior di latte di Agerola” come eccellenza dell’antica tradizione enogastronomica campana in cui il Comune di Agerola è soggetto attuatore e la sagra, appunto, è finalizzata alla valorizzazione del prodotto.
Si parte dall’antipasto con Fiordilatte con Fresella e pomodorini rossi di Agerola; primo piatto: mezzi paccheri con pomodorini di Agerola e Fiordilatte; secondo: O’ cuzzetiello del Principe di Napoli con parmigiana di melanzane e Fiordilatte; dessert: gelato artigianale al fiordilatte; fonti di vino locale e acqua accompagneranno ogni pietanza con vino di produzione locale. Accanto alle proposte enogastronomiche FiordilatteFiordifesta si inserisce un cartellone di eventi che nobilita l’arte del territorio agerolese e campano. Spazio anche alla musica, con le esibizioni serali, nel piazzale San Pietro della frazione Pianillo, di artisti locali e, per la serata finale del e sabato 3 alle ore 19.30 con l’apertura degli stand per il via ufficiale alla sagra del fior di latte. Il Gruppo folkloristico “Città di Agerola” si esibirà nel piazzale San Pietro. Domenica 4 la giornata si apre alle ore 9 con l’esibizione itinerante per le principali piazze di Agerola della Banda Città di Agerola. In serata alle ore 20 l’apertura degli stand con la seconda serata Sagra del fior di latte. Alle ore 21,30 Concerto della banda Città di Agerola nel piazzale San Pietro. Lunedì 5 infine, alle ore 19 l’apertura degli stand per la serata conclusiva della Sagra del fior di latte; alle ore 21.30 Andrea Sannino in concerto piazzale San Pietro.
Alla manifestazione collaborano il Campus Principe di Napoli con gli chef e tutto lo staff per l’ideazione e la preparazione del menù, i maestri casari di Agerola per il fiordilatte, Vincenzo Pastry Donnarumma per il gelato e Roberto Salomone per il book fotografico della kermesse che si è ritagliata uno spazio importante nel cartellone delle iniziative estive di Agerola.
Il Fior di latte di Agerola è uno dei latticini più pregiati, ottenuto in origine dalla razza bovina Agerolose selezionata nel 1845 dal generale Avitabile. Nel corso dei secoli questa specializzazione della Penisola Sorrentina ha goduto come mercato naturale la città di Napoli conquistando subito una buona reputazione. Prima ancora della mozzarella di bufala, è proprio il Fior di latte di Agerola il grande protagonista della pizza margherita per tutto il ‘900. Una tendenza che sta tornando perché molti appassionati lo richiedono grazie ad una produzione che si è notevolmente riqualificata nel corso degli anni dopo un periodo non fortunato in cui il mercato fu invaso da robaccia tedesca.
I due elementi che caratterizzano il Fior di latte di Agerola sono l’uso di latte crudo (proveniente non solo dalla razza agerolese) e quello di acidificazione che avviene in modo naturale e dura circa 12 ore. Se lo consumate fresco e non trovate qualcuno che vi ferma andrete avanti all’infinito tanto è buono. Quello di uno o due giorni dopo è molto adatto per cucinare, a parte la pizza, entra infatti in moltissime preparazioni tradizionali.