Fiano di Avellino 2016 docg Colli di Lapio Romano Clelia
di Enrico Malgi
Dopo aver degustato e recensito in questi giorni il Fiano Colli di Salerno 2015 di Mila Vuolo, ecco qui il Colli di Lapio Fiano di Avellino Docg 2016 di Romano Clelia. Eccellente millesimo che avevo già assaggiato nel 2017 e poi anche nel 2018 a seguito di due strepitose verticali. Quanto mai opportuna, quindi, la comparazione tra le due etichette, perché nel mio precedente report avevo evocato a giusta ragione come termine di paragone proprio il Fiano irpino e questo di Clelia Romano rappresenta sicuramente un ottimo banco di prova.
Colore giallo dorato. In primis risaltano gradevoli percezioni fruttate di pesca, mela, pera ed anche dell’immancabile nocciola, insieme a pure parvenze vegetali di macchia mediterranea e a diffuse nuances floreali. Dopo poco ecco poi qui saltare fuori rimandi balsamici e terrose, fumè ed idrocarburiche. Bocca molto ricettiva, che accoglie orgogliosamente un sorso tensitivo, espressivo, avvolgente, dinamico e sapido. Grande freschezza. Seducente l’equilibrio palatale. Il capolinea è ancora molto lontano per questo grande vino. Chiusura da favola, lunga, persistente e godibilissima. Su piatti sia di terra e sia di mare. Io l’ho abbinato ad un meraviglioso piatto di vermicelli a vongole, seguito da una magnifica frittura di pesce. Alè!
Scheda del 21.08.2017
Fiano di Avellino Docg 2016 – Vino giovanissimo naturalmente, per cui non è possibile emettere adesso un giudizio definitivo, bisogna aspettare almeno qualche anno. Ma i prodromi lasciano ben sperare per un futuro roseo. Anche perché l’annata 2016 si è rivelata ottima in questo collinare areale di Arianiello, connotato da un clima secco e ventilato. Ed infatti la conferma arriva subito appena si scruta il vino nel bicchiere che evidenzia un colore giallo paglierino già quasi assestato. La protuberanza nasale si tuffa nel vetro per aspirare profumi eterogenei di pesca, pera, camomilla, nocciola ed erbe aromatiche. E poi intrisi sospiri sapidi e minerali. La generosa bocca accoglie un sorso ampio ed espansivo, che delinea un profilo palatale acido, morbido, energico e succoso. Buona struttura ed ottimo equilibrio. Chiusura lunga e gradevole.
Scheda del 26.12.2018
Fiano di Avellino Docg 2016. Tasso alcolico di tredici gradi.
Veste cromatica più evoluta che vira già verso un colore giallo paglierino carico. Per la tipologia si tratta comunque di un vino ancora molto giovane, ma che sta cercando di riassestarsi al meglio. Incontro perfettamente riuscito tra la componente fruttata e quella floreale di ottima stoffa e splendidamente supportate entrambe da note di macchia mediterranea. In aiuto anche pregevoli fragranze speziate. Sorso aromatico, sapido, agrumato, equilibrato ed armonicamente in linea. Bocca complessa, tagliente e sospirosa. Retroaroma leggermente amarognolo e fumé. Spaghetti alle vongole e mozzarella di bufala.
Sede a Lapio (Av) – Contrada Arianiello, 47
Tel e Fax 0825 982184 – Cell. 348 7626010
Enologo: Angelo Pizzi
Ettari di proprietà: 5 – Bottiglie prodotte: 65.000
Vitigni: fiano, greco ed aglianico
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
Qui con la scusa che a quaresima non si mangia carne si va comunque di lusso con buon pesce e grandi annate di ottimi bianchi tra i migliori che l’Irpinia e non solo ci regala ma si sa ad una certa età peccato più non si fa.FM
Come si dice caro Francesco: salti chi può. Tieni presente però che tutto questo fa parte del mio lavoro…!