Fiano di Avellino 2011 docg Tenuta Sarno
Terza uscita per il Fiano di Avellino di Maura Sarno. Un sogno, un progetto, il ritrovato orgoglio di una proprietà acquistata dal padre di cui adesso gli appassionati si stanno intrigando. E molto. Il Fiano è un po’ come l’attico di un palazzo, quello ambito da tutti ed è sempre più incredibile la qualità che si riesce ormai a raggiungere attraverso una giusta cura del vigneto e la vinificazione semplice ed essenziale in acciaio.
Si ottengono bianchi gentili e complessi al naso, di corpo e maschili in bocca, con allunghi spettacolari verso note fumé e di sottobosco. Il Fiano di Tenuta Sarno nasce a Candida, un piccolo paese appollaiato sopra i 500 metri in provincia di Avellino. Dopo aver convertito il giardino dei ciliegi in vigna, per quattro-cinque anni si è semplicemente coltivata l’uva per conferirla a terzi. Poi nel 2009 la decisione di fare il salto con l’aiuto dell’enologo Vincenzo Mercurio appoggiandosi alle Cantine San Paolo. Adesso in una vecchia casetta ristrutturata, c’è il progetto di una cantina propria a contatto con il vigneto, poco meno di cinque ettari. Il Fiano in questi suoi primi passi si presenta piacevolmente agrumato, solido, dotato di una buona freschezza e dominato da una forma sottile che rende facile e dissetante la beva. Nella seconda parte del palato c’è il cambio di passo, ci si rende conto della reale dimensione del vino che presidia il palato in ogni parte prima di una chiusura lunghissima, leggermente amarognola, decisiva nel lascia una impronta precisa nella memoria olfattiva. Un Fiano che conferma l’annata non eccezionale ma comunque dignitosa per quqesto vitigno, che continua a marciare davanti al Greco in questo millesimo. Un Fiano da collezione, da conservare per stappare tra sei o sette anni, sicuri di ricevere un grande regalo sensoriale, come pochi bianchi in Italia, soprattutto del 2011, possono permettersi di assicurare al consumatore colto.
9 Commenti
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…e dovreste sentire la meravigliosa evoluzione della 2010!!! Un’ “esplosione” di sentori…dal floreale acceso del glicine al fruttato intenso dell’agrumato, sino ad approdare a terziari di idrocarburi…pieno e lunghissimo!!! Appena sentito al Fiano music Festival, per me il migliore presente lì ai banchi d’assaggio, insieme a quello di Villa Diamante. Complimenti Maura, a te e a Vincenzo!!!
Da assaggiare.Ero stato piacevolmente sorpreso dal 2010 lo scorso anno,ora ,come dice Tornatore sarebbe da ritornarci su per godere degli avvenuti cambiamenti positivi dopo un anno in più di affinamento in bottiglia Ad maiora per la signora Maura che conferma come l’eccellenza del Fiano si declini sempre più al femminile.
Tenuta Sarno è una delle tante cantine che ha utilizzato per fermentare il mosto di Fiano il ceppo autoctono STAPA-CEPICA1 della Regione Campania
…e c’hai messo il “cappello”!!! ;-))))))))))))))
Grazie Giancarlo per la precisazione, e’ giusto comprendere dietro un progetto quanto lavoro viene impiegato. Più professionisti collaborano per raggiungere risultati dignitosi . Le scelte giuste oneste e non commerciali alla fine premiano. Grazie Lello per i complimenti , fiano festival per me e’ stato un successone , esporto in California Canada Belgio Olanda e oltre , ma ad Avellino bevono quasi sempre gli stessi prodotti…. Nemo profeta in patria … dopo Aiello invece ho avuto gradi soddisfazioni anche nella mia citta’. La 2011 e’ un annata difficile da comprendere , bisogna aspettare , io la trovo sorprendente nella sua complessita’ ed intensita’ di profumi . Al palato poi e’ potente , ma non sto parlando del mio fiano ma dell’annata, secondo me molto interessante per i bianchi irpini. Con questi cambiamenti climatici cosi’ evidenti , ne vedremo delle belle! Ad ogni produttore poi non resta che il compito di interpretare al meglio l’annata attraverso la collaborazione appunto di professionisti che si impegnano per esprimere al meglio la personalita’ del vitigno. il mio fiano 2011 uscira’ in commercio a ottobre , dopo il dovuto affinamento in bottiglia , mentre il 2010 , inutile dirlo , e’ quasi tutto venduto e in parte impegnato. Sono soddisfatta… Abbastanza! Spero di riuscire a fare sempre meglio, un caro saluto a Giancarlo e a Lello , Maura
Complimenti Maura, la pazienza, la perseveranza ed il terroir premia!!
@Lello, grazie , detto da te che sei “il fianista” è molto gratificante, ricordo la tua telefonata proprio in occasione della rassegna.
@Giancarlo , caro prof purtroppo non abbiamo potuto usare il ceppo stapa, per questioni logistiche, ma abbiamo usato autoctono più commerciale;)
Questo piacevole scritto di Luciano non fa che alimentare il dispiacere per non averlo ricevuto. Sigh…
Ciao a tutti, da studente di enologia volevo un chiarimento circa il ceppo autoctono commerciale.
Vuol dire che si tratta di un ceppo isolato dal Fiano o quantomeno nella zona di Avellino e poi commercializzato ?
Grazie mille,
Luca
Si poteva almeno rispondere …
Grazie