Feudi Studi: le sfumature dei vini di Feudi di San Gregorio presentati a LSDM
di Adele Elisabetta Granieri
Scegliere tra gli oltre 700 vigneti di proprietà quelli che sono i più espressivi e produrre le medesime varietà in terreni diversi e ad altitudini diverse: è questa l’idea alla base di Feudi Studi, il progetto intrapreso da Feudi di San Gregorio e guidato dal guru dell’enologia Pierpaolo Sirch. L’intento è quello di frazionare il più possibile la produzione, per riportare in bottiglia la vera essenza del vitigno e riuscire a coglierne tutte le sfumature in rapporto al territorio, creando vini che diventano pezzi unici, prodotti in tiratura limitata (circa 2000 bottiglie) e non destinati ai canali commerciali tradizionali.
La linea di vini Feudi Studi ha debuttato sul mercato nel 2014 con due Fiano di Avellino vendemmia 2012: Contrada Arianello e Sorbo Serpico. Per l’annata 2013, la gamma in bottiglia si è arricchita del Fiano di Avellino Fraedane e di due Greco di Tufo: Contrada Laura e Contrada Bussi. Con l’ultimo entrato in commercio, il Taurasi Candriano vendemmia 2011, Feudi Studi arriva a cinque etichette.
Feudi Studi sono stati presentati per la prima volta al pubblico per Le Strade della Mozzarella presso il Savoy Beach Hotel di Paestum. La degustazione si è svolta sotto la guida sapiente di Pierpaolo Sirch, coadiuvato da Luciano Pignataro e Aldo Fiordelli.
“Dal punto di vista climatico, l’Irpinia non può essere accomunata al resto del sud Italia perchè presenta caratteristiche anomale, dovute alla vicinanza agli Appennini, alla maggiore frequenza delle precipitazioni, alle forti escursioni termiche e, al tempo stesso, alla presenza di un suolo vulcanico con la più alta concentrazione di vulcani spenti d’Italia”, spiega Pierpaolo Sirch al pubblico intervenuto in sala.
Il primi vini in degustazione sono due Greco di Tufo Docg 2014. Il primo, proveniente da Contrada Laura, il cui vigneto di provenienza è composto da un terreno argilloso-calcareo, offre note di zagara e gelsomino ed intensi sentori agrumati e oscilla tra freschezza, quasi citrina, e sapidità, lasciando alla fine prevalere quest’ultima. Il secondo, proveniente da Contrada Bussi, da un vigneto posto su terreni argilloso-tufacei, vira decisamente verso note minerali, con piacevoli sentori sulfurei, accompagnati da freschezza e sapidità, sostenute da un struttura più imponente.
Passiamo al Fiano di Avellino Docg, di cui assaggiamo due diverse versioni: il Fraedane dell’annata 2014 e il Contrada Arianiello delle annate 2014, 2013 e 2012.
Mentre Freadane 2014 mostra il profilo di un Fiano di più semplice interpretazione, che gioca sulle note fruttate e floreali, accompagnate da una bocca generosa, il Contrada Arianiello presenta tutta la complessità del Fiano di Lapio, che si compone di una perfetta integrazione tra note erbacee e minerali, con un sorso verticale e lungo. Particolarmente interessante la versione 2012, una declinazione più evoluta, che regala note di pietra focaia e cera particolarmente intriganti ed un sorso di gran piacere.
È la volta del Taurasi Docg Candriano 2011, proveniente da vigneti posti a circa 700m di altitudine, dove l’escursione termica tra notte e giorno registra sbalzi di anche 25°. Un vino caratterizzato al naso da sentori di frutti di bosco maturi ed una piacevole nota di cardamomo, seguiti da sbuffi fumosi; in bocca è ben equilibrato, con l’esuberante tannino parzialmente domato dai 20 mesi di barrique, ma ancora presente con decisione.
Un commento
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Taurasi accattivante, complimenti del buon lavoro fatto. È destinato a migliorarsi nei prossimi anni offrendo tannini decisamente più morbidi. Mi aspettavo, invece, qualcosa di più dal Greco di tufo contrada Laura.