Ferrante Di Somma (Cantine di Marzo): e-commerce, non basta avere un grande vino, serve un bel sito e un’ottima organizzazione


Ferrante di Somma

Ferrante di Somma

L’e-commerce è un valida alternativa per un’azienda vitivinicola? Il Covid sta facendo di necessità virtù e molti imprenditori, dal Nord a Sud, si stanno attrezzando per valorizzare un servizio che è sempre stato visto tiepidamente dai produttori del vino, in genere restii a mettere i prezzi delle prprie etichette. Ne parliamo con Ferrante Di Somma, patron delle Cantine di Marzo la cui attività risale al XVII secolo, perchè la sua esperienza è indicativa.

Quando avete lanciato questa forma di vendita online?
Il nostro e-commerce (questo il link per acquistare) esisteva già da vari mesi, ma è decollato definitivamente con la crisi covid. Da subito abbiamo lavorato per implementare la visibilità del nostro shop attraverso sponsorizzazioni mirate fatte sui canali social. Oramai la comunicazione sui social network è un elemento imprescindibile per farsi conoscere; la finestra diretta dell’Azienda ai clienti. E in questo periodo avere un rapporto diretto ed immediato con i propri follower è più importante che mai.

Si tratta di un investimento remunerativo che consiglieresti ai tuoi colleghi?
Lo shopping on line in generale sta conquistando sempre più fette di mercato e soprattutto i giovani riescono con grande facilità a sfruttare questi mezzi. Al giorno d’oggi direi che l’e-commerce è un canale di vendita di cui non si può fare a meno soprattutto se sei una piccola cantina che vuole farsi trovare facilmente. E’ indispensabile però non avere fretta ad aspettarsi risultati immediati. Il posizionamento on line va costruito e consolidato nel tempo. Avere un ottimo vino, ma un sito internet poco attraente non serve a nulla. Più che mai l’occhio in questo caso vuole la sua parte e navigare in maniera facile e piacevole aiuta l’esperienza di vendita. Una cantina però non può vivere di solo shopping online naturalmente. Ma essere proattivi e al passo coi tempi può senza dubbio fare la differenza.

Che organizzazione specifica richiede in azienda?
La presenza di un e-commerce richiede innanzitutto figure professionali dedicate alla cura e gestione tecnica del sito e dei suoi contenuti. Le parole d’ordine sono: reattività e coordinamento. Quando un cliente ordina vuole ricevere il prodotto il più presto possibile; dunque, bisogna evadere gli ordini rapidamente e con cura. Il vino è di per sé un prodotto delicato che non ama viaggiare, quindi è più che mai indispensabile avvalersi di trasportatori che siano in grado di garantire l’integrità del prodotto fino alla consegna. Altro fattore importante è garantire una costante assistenza ai clienti, durante tutte le fasi d’acquisto.

Quali sono i vini più richiesti?
Noi siamo conosciuti soprattutto per i nostri vini bianchi e per il Greco di Tufo ovviamente. Ma le nostre referenze includono anche vini rossi ed il Taurasi si conferma una Docg che mantiene forte il suo appeal anche e soprattutto fuori regione.
Il nostro shop on line, nello specifico, è la vetrina della nostra Linea Premium, costituita esclusivamente da vini che nascono dal solo utilizzo di mosto fiore e che sono poi presenti in ristoranti, vinerie ed enoteche.

Hai misurato un incremento in questi mesi di lockdown?

Assolutamente si, in questi mesi di chiusura abbiamo assistito ad un incremento delle nostre vendite on line del 300% rispetto ai mesi precedenti. Prevedere e anticipare le esigenze dei consumatori in un mondo globalizzato che cambia costantemente è più che mai fondamentale se si vuole crescere. Il lockdown ha cambiato rapidamente le abitudini degli italiani, che non hanno voluto rinunciare alla buona tavola affidandosi però a nuovi canali di acquisto fino a poco prima quasi snobbati. Scontistiche e promozioni dedicate possono poi aiutare ad avvicinare un pubblico sempre più ampio; ma attenzione a non cadere nella ricerca di guadagno facile, svendendo i propri vini e di conseguenza svilendo i vini di un intero territorio. Il rischio è proprio questo, distruggere il lavoro di marketing e promozione del territorio fatto da ogni singolo produttore e dai consorzi in tutti questi anni.

Secondo te l’e-cpmmerce può sostituire le fiere?
Il vino ora più che mai è l’essenza vera e la Storia di un territorio. E il valore aggiunto di un territorio è fatto dal calore umano di chi ci vive e lavora, un aspetto che solo nelle fiere si riesce a trasmettere in prima persona Ridurre tutto ad una vendita on line è impensabile, perché le fiere rappresentano occasione di confronto e scambio reciproco. Le fiere costituiscono un’opportunità incredibile per far conoscere a buyer internazionali territori piccoli come il nostro, che hanno ancora tanto bisogno di acquisire visibilità all’estero. Dunque fiere ed e-commerce sono due canali assolutamente indipendenti l’uno dall’altro.