Felline Primitivo di Manduria Dop 2012 | Voto 87/100
Società Agricola Felline
Uva: primitivo
Fascia di prezzo: 8,00 – 10,00 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5 – Naso 26/30 – Palato 26/30 – Non omologazione 30/35
Pensi alla cittadina messapica di Manduria, che si trova nelle Murge tarantine, e già sai cosa vuole significare nel settore vitivinicolo: l’accostamento col primitivo, infatti, viene spontaneo, perché questo è un binomio inscindibile, così come associare, con le giuste proporzioni s’intende, la città di Pauillac ai tre premiers crus bordolesi che sono prodotti in questo comune dell’Haut-Medoc che sorge sulla sponda occidentale della Gironda.
Il paragone, seppur eccessivo, serve comunque per fotografare l’attuale situazione dell’areale manduriano, che ha visto Gregory Perrucci, titolare dell’azienda Felline, misurarsi tra i primi col fenomeno del Primitivo di Manduria, facendo accendere i riflettori su quello che oggi viene considerato il più prestigioso e famoso dei vitigni pugliesi.
E la riprova l’ho avuta in questi giorni, quando ho degustato l’ultimo millesimo in commercio di quest’azienda: Felline – Primitivo di Manduria Dop 2012. Un vino certamente ancora molto giovane, ma già segnato dalle stimmate di un sicuro successo.
Il primitivo, com’è tradizione, qui è allevato col sistema ad alberello sciolto su un terreno tipicamente rosso salentino, poco profondo, scheletrico e su strati di roccia calcarea. Dopo la fermentazione, il vino ha sostato per nove mesi a maturare in barriques nuove di rovere di Allier, per poi terminare l’affinamento in bottiglia per altri mesi. La gradazione alcolica è di “appena” 14° C.
Ovviamente il colore che s’intravede nel bicchiere è ancora labilmente purpureo, con lampi lucentemente violacei ai lati, sintomo questo di bella giovinezza. Il profilo aromatico è subito coinvolgente e fascinoso, laddove cattura le narici con profumi di piccoli frutti del sottobosco, come il ribes, il lampone ed il mirtillo, intrecciati a suadenze ciliegiose e prugnose e condite a loro volta da una speziatura morbida ed avvolgente di chiodi di garofano e di vaniglia ed incalzato poi anche da tocchi floreali, vegetali, tabaccosi, mentolati, balsamici e tostati. In bocca il sorso stupisce subito per la sua piacevole morbidezza e l’assenza di una vigoria tannica, che non ti aspetti proprio da uno sbarbatello simile. E’ un vino comunque ben strutturato e potente, ma anche elegante e fine, connotato da un frutto maturo e fragrante e ravvivato da un’acidità espansiva che rinfresca tutto il cavo orale. Possiede anche un perfetto equilibrio ed una giusta armonia. Ritornano poi al gusto rimembranze fruttate e floreali, che preludono ad una chiusura lunga e pervasivamente godibile. Ottimo ed imperdibile vino che migliorerà sicuramente nel tempo e venduto poi ad un prezzo sbalorditivo. Da abbinare a paste al sugo, arrosto di maiale e formaggi semistagionati pugliesi. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Manduria (Ta) – Via XX Settembre, 75
Tel. 099 9711660 – Fax 099 9711530
[email protected] – www.agricolafelline.it
Enologo: Cosimo Spina
Ettari vitati: 120
Bottiglie prodotte: 1.200.000
Vitigni: primitivo, negroamaro, malvasia nera, ottavianello, sussumaniello e minutolo.
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
Date a Cesare quel che è di Cesare:riprende il suo posto ,che ormai gli spetta di diritto ,il nostro inviato speciale in Apulia a cui mi permetto di chiedere,naturalmente secondo disponibilità,un’attenzione particolare al dolce naturale che secondo me ha un brillante futuro ancora non pienamente delineato,FM.
Ciao Francesco. Certamente la variante dolce del primitivo negli ultimi tempi si è ritagliata ottimamente il suo spazio vitale, imponendosi con buoni risultati. A tal proposito, se lo ritieni opportuno, vai a leggerti i miei precedenti report sulle etichette di Soloperto, Attanasio e Picherri. Appena mi si presenterà l’occasione, poi, cercherò di approfondire l’argomento.