Federdoc: il 2016 del Vino Italiano
di Marina Betto
Federdoc presenta a Roma il rapporto annuale all’Hotel Ritz ed è un rapporto in positivo. Attraente soprattutto per un mercato estero dove i consumi sono in crescita, il vino italiano è esportato per 5 miliardi di euro ma è fermo sul mercato interno. Siamo i primi produttori al mondo con 48,5 milioni di ettolitri, si registra un +4,5% in volume e un +7,9% in valore che allargano i sorrisi di chiunque lavori ed operi in questo comparto. Il Presidente di Federdoc Riccardo Ricci Curbastro con grande chiarezza e capacità consuntiva e comunicativa offre questi dati ai giornalisti intervenuti alla conferenza sottolineando la scalata del vino italiano soprattutto sul mercato statunitense, inglese e tedesco, mantenendosi saldo in Francia, Australia,Canada e Messico e in grande sviluppo in Cina e Corea; in Italia il consumo è in calo come è ormai assodato da una trentina di anni ed è per questo che l’export ha sempre più importanza per l’economia vinicola nazionale.
Tutto questo successo lo si deve anche al ruolo di vigilanza di Federdoc che ha promosso a tal proposito numerose battaglie come la semplificazione delle regole del vino e l’allineamento a quelle del resto dell’agroalimentare, l’aggiornamento delle varietà di viti e i loro sinonimi e proposta di non estendere l’ uso di tali nomi anche ai vini di altri paesi; da noi gli interessi sono meno industriali e più artigianali cosa che è spesso in contrasto con le dinamiche di Bruxelles.La modifica delle etichette del vino non ha senso scrivendo tutti gli ingredienti in esso contenuti che qualcuno confonde con gli additivi, Federdoc sottolinea il convincimento che un’informazione ridondante non serva. Un’altra importante battaglia è stata quella di attribuzione dei domini .wine e .vin per fare in modo di non trovare nel mondo del web una giungla di nomi usurpati arbitrariamente alle DO più note. Il protocollo d’intesa con l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi, l’AICIG ed E-bay permette di segnalare in modo tempestivo irregolarità e contraffazione o illegittimo riferimento ad una denominazione di origine. Un’altra grande sfida è quella di capire quanto un vino sia legato ad un territorio e di come rispettare questo territorio a trecentosessanta gradi comprendendone la diversità lichenica e animale, aspetto ambientale, sociale ed economico. Tutto ciò si chiama Equalitas un protocollo per certificare la sostenibilità ambientale e sociale dei processi produttivi delle aziende dei territori e i loro prodotti in modo da avvicinare le aziende con un agire eticamente responsabile ai consumatori. Nel 2017 verranno presentate le prime aziende con certificazione in etichetta. Tutto il lavoro di Federdoc è atto a snellire il comparto aggiornandolo ; anche il Testo Unico della Vite e del Vino è pronto, testo in cui si parla per esempio di come semplificare il monopolio dei contrassegni di stato, che devono costare meno e di come le tipografie autorizzate ne agevoleranno il prezzo. Il lavoro per fare sempre meglio non mancherà ma già il fatto che le idee siano chiare dimostra che si è a metà dell’opera. Un evviva per il vino italiano!
Un commento
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Dove posso trovare una classifica sulle regioni italiane a livello di produzione ed esportazione?