Fattoria del Piccione a Monte Colombo
di Milena Ferrari
Non si può scorgere il mondo attraverso un calice di Tintorio, rapiti nell’esplorare quello che si trova al suo interno. Lo spessore cromatico di questo vino, nuovo nato della Fattoria del Piccione, ferma lo sguardo ed invita, complici i molteplici profumi, a naufragarvi dentro. Quante cose si celano in una bottiglia di Ancellotta, vitigno elaborato in purezza dalla famiglia Pasini.
È stata una scommessa, la loro, vinta con coraggio e lungimiranza. L’Ancellotta è uno di quei vitigni “da contorno”, impiegati spesso per conferire qualcosa all’uva eletta. Nel caso del Tintorio, questa varietà diventa protagonista e recita le battute più significative, in questo momento, dell’intera rappresentazione vitivinicola della cantina riminese.
L’azienda agricola biologica, guidata da Stefano, Andrea e Marina, sorge nella frazione di San Savino sulle colline dell’entroterra riminese. I vigneti, dai quali ogni anno la famiglia Pasini realizza circa 40.000 bottiglie, si trovano nei comuni di Montescudo-Monte Colombo e San Clemente. L’azienda fu fondata nel 1989 da nonno Vitaliano e da allora il carattere familiare, legato fortemente al territorio, rappresenta la loro filosofia professionale. Sei etichette di vini rossi e una dozzina i bianchi – tra fermi, frizzanti e spumanti – costituiscono l’offerta della Fattoria del Piccione che negli ultimi anni ha raggiunto stima e successo nel panorama vitivinicolo romagnolo e non solo.
In degustazione due bottiglie: il Tintorio Rubicone IGP 2019 e il Limo Rubicone IGP 2019.
Nomen omen. Si potrebbe esordire con questa locuzione latina per descrivere il Tintorio della Fattoria del Piccione. Il nettare nel calice è di un rosso violaceo, profondo ed impenetrabile. Il vino tinge letteralmente il bicchiere e non consente di penetrarlo con gli occhi. Ottenuto dalla vinificazione in purezza di uve Ancellotta selezionate, il Tintorio viene affinato per il 50% in tonneaux per quattro mesi e per il restante in vasche di cemento. È un vino che si mostra lentamente e gradatamente. Vinoso al primo impatto olfattivo, con seguito di note fruttate e floreali. Piccoli frutti rossi (ribes, mirtilli e more) sono intervallati da violette e sbuffi di pepe, liquirizia e grafite. Il sorso è morbido e vellutato con un finale elegante e dalla buona persistenza. Da abbinare a salumi, formaggi, primi e secondi piatti di carne.
L’altra etichetta in assaggio è Limo, vino bianco frizzante metodo ancestrale, ottenuto esclusivamente da uve bombino bianco. Il Limo, che deve il suo nome alla componente limosa dei terreni dove sono coltivate le uve impiegate per realizzarlo, conserva i suoi lieviti in bottiglia con rifermentazione senza sboccatura. Può essere apprezzato fresco e limpido versandolo delicatamente nel calice oppure nel suo gusto più pieno e complesso portando in sospensione i lieviti con una leggera rotazione della bottiglia. Giallo paglierino con accenti dorati e una briosa spuma all’esame visivo. Si alternano aromi esotici ed agrumati, arricchiti da sentori donati dai lieviti durante i 90 giorni di affinamento. Fresco e minerale con una chiusura ammandorlata piacevole. Vino da aperitivo, da pizza e da portate di pesce in bianco e in frittura.
Fattoria del Piccione
Via Roma, 1185
47854 San Savino di Montescudo – Monte Colombo (RN)
Tel. 0541 985664
www.fattoriadelpiccione.it
Ettari vitati: 10
Conduzione enologica: Stefano Pasini, Fabio Rossi
Vitigni coltivati: Sangiovese, cabernet sauvignon, ancellotta, grechetto gentile, bombino bianco, rebola, pagadebit
Un commento
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La Romagna è anche questo, luoghi bellissimi… grazie Milena