Falanghina dei Campi Flegrei | Le dieci etichette da non perdere
Chi sta al caldo è abituato al caldo. Viene da pensare a questo bevendo le migliori Falanghina dei Campi Flegrei 2017 che stanno raggiungendo livelli altissimi di qualità, impensabili un tempo. Colpisce soprattutto la freschezza e la delicata eleganza mantenuta anche in una stagioen dove il sole non ha perdonato. Vini del sole e del suolo vulcanico in continua ebollizione, una viticoltura in perenne lotta con l’antropizzazione del territorio. Diventa difficile scegliere visto il livello della proposta di questa pattuglia di viticoltori. Ma ecco qua
1 – Falanghina Campi Flegrei Vigna Astroni 2016
Cantine Astroni
Confermiamo al primo posto questa etichetta per due motivi politici più che gustativi. Il primo è la decisione di puntare al nome della vigna più che al vitigno, decediamente controcorrente- Il secondo è la decisione di aspettare un anno prima di uscire, anche questo abbastanza raro. Il risultato è un bianco molto ricco, complesso al naso in cui si intrecciano sentori agrumati, note di macchia mediterranea e frutta bianca. Sorso sapido, pulito, preciso. Da conservare ancora
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2- Falanghina dei Campi Flegrei 2016
Contrada Salandra
Un classico imperdibile. Annata dopo annata, dalle due masse ottenute dai due principali vitigni Giuseppe Fortunato realizza il miracolo di una Falanghian che riesce ad andare d’accordo con il tempo. Anche in questo caso la 2016, annata non particolarmente prorompente, viene interpretata alla perfezione, con un bel naso ricco e ampio, con un frutto croccante e succoso al palato in cui prevalgono la sapidità e la buona tenuta acida. Una Falanghina elegante come tutte le altre.
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3-Falanghina dei Campi Flegrei 2017
Agnanum Raffaele Moccia
Al terzo posto, primo per l’annata 2017, mettiamo un altro grande solista della falanghian flegrea, il viticolture raffaele Moccia impegnato ad Agnano a ridosso delle mura borbonico che circoscrive gli Astroni. La Falanghina di raffaele, sempre impegnato in vigna, è ricca, conunaso pieno di frutta matura ed erbe di campo, al palato è grassa, inbuonequilibrio, con una base di freschezza che sostiene agilmente la beva. Un piccolo grande capolavoro capace di evolvere molto bene negli anni.
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4-Falanghina dei Campi Flegei Cruna Delago 2016
La Sibilla
Quarta come lo stesso anno questa falanghina risultato di un grandissimo equilibrio tra il legno leggero e il frutto potente, coltivato con passione da Luigi e vinificato con competenza dal figlio Vincenzo. Una Falanghina capace di esprimersi molto bene anche a distanza di anni con sentori terziari di idrocarburi e marcato fumè. In ogni caso in questo millesimo si esprime una grande sapidità al palato arricchita da una verve acida fruori dal comune.
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5-Falanghina dei Campi Flegrei 2017 Settevulcani
Salvatore Martusciello
Quarto imbottigliamento per l’erede di una grande tradizione familiare che tanto ha fatto negli anni ’90 per rilanciare i vitigni autoctoni campani tra cui la Falanghina dei Campi Flegrei. Questa versione ricca, come esige il millessimo siccitoso, denota un completa padronanza della materia, il naso è fresco, mediterraneo, fruttato, al palato c’è già equilibrio tra la freschezza e le altri componenti del vino, tra cui il ritorno della frutta croccante, fragrante. Chiusura lunga e piacevole.
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6-Falanghina dei Campi Flegrei 2017
Carputo
Siamo nel cuore dei Campi Flegrei, a via Viticella, nome omen, non lontano dalla Montagna Spaccata. Questa azienda familiare è da sempre impegnata nella produzione di Falanghina e Piedirosso dando una interpretazione di tipo tradizionale, non strillata e poco esuberante. In questo caso la versione è da manuale, con un buon frutto in piena evidenza al naso corredato da fiori di ginestra, al palato il sorso è leggero, dissentante, fresco. Bella la chiusura sapida e piacevolmente amarognola.
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7- Falanghina dei Campi Flegrei Colle Imperatrice 2017
Cantine Astroni
Ecco una bellissima esecuzione di un vino cosiddetto base, ma mai termine è più sbagliato per definire il Colle Imperatrice. Parliamo di una grande Falanghina, ottenuta da ottime uve, quelle almeno che ha risparmiato la siccità, che si distingue per la gioia del sorso, la velocità, l’immediatezza e la efficacia della beva, la possibilità di abbinarla ai piatti dell’orto e del mare. Una Falanghina che vale la pena aspettare ancora qualche mese prima di iniziare a stappare senza ritegno.
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8-Falanghina dei Campi Flegrei 2017
Cantine Federiciane
Questa pimpante azienda giovanile è a cavallo tra Napoli e Marano, sulla collina dei Camaldoli, ancora oggi un vero e proprio fuori porta per i napoletani dove si respira ancora l’anima contadina. Qui da sempre la Falanghina è stato il vino bianco di riferimento, in questo caso ben eseguita attravers un protocollo molto semplice: gradevoli profumi di fiori e frutta, sorso fresco, sapido con il finale piacevolmente amarognolo che la rendono abbinabile.
www.cantinefedericiane.it
9-Falanghina dei Campi Flegrei 2017
La Sibilla
Nel 2017 ha vinto chi sta in vigna davvero e non per sentito dire. Una stagione difficile che però può regalare spunti interessanti come in questo caso, nel vino messo a punto da Vincenzo Di Meo. Un bianco sicuramente più imponenti di quelli gentili e delicati a cui siamo stati abituati nel coro degli anni da questa azienda, ma non per questo fresco, e veloce al palato. Fiori e frutta, sapisità, buona verve e chiusura precisa, dissetante che lo rende abbinabile.
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10 Falanghina dei Campi Flegrei 2017
Cantine del Mare
Chiudiamo questa bella rassegna in cui è stato davvero difficile mettere in sequenza i vini con il bianco di questa piccola azienda di Gennaro Schiano a Monte di Procida. Si tratta di una buona esecuzione che interpreta bene la 2017, una classica Falanghina dei Campi Flegrei in buon equilibrio, fresca, da spendere sulla cucina di mare o su quella contadina dell’orto. Fresca, fruttata, buona la chiusura che lascia il palato completamente pulito e pronto a ricomincuare.
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Un commento
I commenti sono chiusi.
Beh, ognuno ha i suoi gusti… Personalmente direi che Le Cigliate 2012 Cantine Farro è una grande bottiglia, ma grande davvero, peccato che in giro non se ne trovi più, purtroppo le cose belle finiscono presto… E costava solo 10 euro…