Falanghina 2011 Beneventano igt Villa Raiano | Voto 87/100
Villa Raiano
Uva: falanghina – Torrecuso
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e bottiglia
Vista 5/5. Naso 26/30. Palato 28/30. Non Omologazione 28/35
Nessun progetto di vacanze per Capodanno, penso ad un amico chef, per niente certa che organizzasse qualcosa per il 31, il telefono squilla: “ Casa del Nonno 13 buongiorno”, un paio di minuti e arriva alla cornetta Raffaele Vitale, chef stellato ed esempio di eccellenza sussurrata a voce ed urlata nei fatti. “Si – mi dice Raffaele – ho deciso, per la prima volta dopo sette anni, di organizzare qualcosa. Ricevo il menù via mail, tutto pesce, sapori in crescendo, piatti semplici, ma ben pensati. In coda leggo:” Falanghina del Beneventano Villa Raiano e Aglianico Villa Raiano”.
Sono molto curiosa di scoprire perché il Patròn e il suo sommelier Luigi Sasso hanno fatto questa scelta. Secondo le loro intenzioni avremmo dovuto degustare la falanghina fino all’assaggio di primo piatto, per poi passare all’aglianico. Da sfacciata bianchista ho tenuto il calice anche per il secondo. Intanto mi chiedo a voce alta il perché di una falanghina Beneventano igt fatta da un’azienda irpina…mi risponde sollecito il sommelier, le vigne sono a Torrecuso nel beneventano. La spiegazione mi soddisfa, ma non mi impedisce di pensare che i nostri produttori campani dovrebbero farsi influenzare meno dalle richieste del mercato di completezza di gamma e concentrarsi sui crus di territorio, come del resto fa Paolo Sibillo con i suoi soci nella bella cantina di Villa Raiano, basta dare un’occhiata all’anagrafica in calce alla scheda…
Questo non significa che i vini prodotti fuori zona siano cattivi, anzi. Il problema sta nell’immagine del territorio che si offre all’esterno, soprattutto all’estero, ma questa è una lunga storia…Il vino arriva a tavola prima delle pietanze, accompagnato solo dal cestino dei pani della casa. La luce è bassa, ma, il tovagliato bianco mi permette di distinguere un intrigante giallo paglierino carico. Il vino è un po’ freddo, si apre al naso dopo qualche minuto con reminiscenze di fiori gialli e ricordi di frutta esotica, coperti piuttosto velocemente da una pronunciata mineralità varietale che si conferma al palato. In bocca il vino è morbido, sontuoso e, allo stesso tempo, di avvolgente freschezza e soprattutto di ammaliante sapidità e lunghezza. Lo trattengo in bocca per qualche istante e avverto una sensazione di circolarità in tutte le zone del palato. La corrispondenza gusto olfattiva è precisa ed elegante. L’abbinamento che ho gradito di più è stato con l’ ‘Hamburger di Ricciola con nocciola di Giffoni, insalata di puntarelle e maionese di mela ‘annurca’. Il vino ha risposto molto bene alla tendenza dolce, struttura, aromaticità e freschezza del piatto”.
Passiamo ad un po’ di informazioni tecniche: questa falanghina si produce da 14 anni e non ha risentito più di tanto del passaggio di testimone enologico avvenuto nel 2009 tra Luigi Moio e Fortunato Sebastiano. Le vigne, in conduzione biologica(con ‘coraggiosa’concimazione in sovescio, fertilizzante naturale del terreno) sono esposte a sud/ sud est tra i 300 e 450 mt s.l.m. , il terreno è argilloso calcareo, franco sabbioso limoso: genera quindi vini longevi, minerali e di struttura. Si vendemmia a fine settembre, il mosto fermenta in acciaio a bassa temperatura. La resa è nella media per vini di questa tipologia: 80 q.li/ettaro L’annata 2011 è stata abbastanza regolare, poche precipitazioni nevose e buona quantità di pioggia che ha contribuito a riassestare le riserve idriche in difficoltà da qualche anno. La primavera si è mantenuta nella media e per buona sorte non ha visto grandi precipitazioni piovose. L’estate è stata regolare fino a ‘pericolosi’ picchi di 40° dall’inizio di agosto all’inizio di settembre; per fortuna nelle ultime settimane precedenti la vendemmia, la temperatura si è regolarizzata, offrendo una quanto mai opportuna escursione termica giorno – notte che ha contribuito ad esaltare il profilo olfattivo del vino. Il rapporto qualità – prezzo è strepitoso e il vino promette una buona longevità, in linea con la produzione dei vini bianchi campani di questi ultimi anni. Che dire? Fatene scorta per questa primavera, per abbinarla alla pasta e piselli con cipolle e pancetta e per quest’estate, da bere sui primi piatti di mare a base di crostacei o sulle zuppe irpine estive.
Sede a San Michele Di Serino (Av) Via Bosco Satrano 1.Tel.0825.595663. Fax 0825.595361
www.villaraiano.it Ettari totali 18, dei quali: 4 di fiano a San Michele Serino; 3 di fiano a Montefredane; 4 di greco a Montefusco;8 di aglianico a Castelfranci. Vitigni: aglianico, falanghina, greco, fiano. 300.000 btg/anno; Enologo: Fortunato Sebastiano.