Falà Falanghina Sannio Doc 2009| voto 80/100
VIGNE STORTE
Uva: falanghina
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Vista 5/5. Naso 22/30. Palato 23/30. Non omologazione 30/35
Sebastiano Falluto e Filomeno Di Bruno Falato: in due poco più di mezzo secolo di vita, ma una grande passione per l’agricoltura trasmessa in eredità da i rispettivi genitori. Nel 20o9 questi due giovani guardiesi decidono di avviare una storia di bottiglie a cui danno il nome di Vigne Storte, dove il termine storte, con cui si vuole indicare vigneti di vecchia data, sta a testimoniare che siamo in presenza di un rapporto con la viticoltura antico, tramandato da generazioni. La grande particolarità di questo discorso aziendale, di cui abbiamo avuto modo di parlare già all’indomani del Vinitaly dell’anno scorso, è quella di voler puntare principalmente sui vini bianchi.
Le tre etichette uscite con la prima vendemmia sono ottenute con uve falanghina, greco e fiano. E diciamo subito che la scelta è convincente, non fosse altro per il fatto che buona parte dei terreni aziendali sono ubicati lungo le colline guardiesi che degradano verso il Calore, quella che più volte abbiamo definito come la migliore zona sannita per la produzione di vini bianchi. E questa scelta è stata ancora più felice anche per quel che concerne l’enologo, visto che Sebastiano e Filomeno hanno deciso di consultare Roberto Mazzer, laziale ma grande conoscitore proprio di questa fetta di Sannio, protagonista da diversi anni con i bianchi di Corte Normanna e De Lucia, per restare in quel di Guardia Sanframondi, e di Terra di Briganti, spostandoci poco più in alto in quel di Casalduni.
L’unica etichetta rossa (un aglianico, vendemmia 2009) uscirà tra qualche mese, alla vigilia del nuovo Vinitaly. Tuttavia anche per il vino rosso non si fa affidamento al legno.
Parlando delle tre etichette bianche va detto che i nomi, nella loro semplicità e immediatezza, cercano di trasmettere l’amore di questi due giovani verso la loro terra e per le loro famiglie. Falà sta per falanghina, Aità (il fiano) sta per Gaetano, il papà di Sebastiano, e Luì (il greco) sta per Luigi, il papà di Filomeno. Le tre etichette, prodotte come detto per la prima volta nella vendemmia 2009, sono tutte Sannio Doc.
La falanghina, provata per la prima volta nell’aprile 2010 a Verona, degustata dopo circa un anno ha mostrato maggiore compiutezza. Il calice presenta un nettare di bella densità, dal colore giallo paglierino carico, cristallino e consistente. La particolare consistenza di archetti ci parlano subito di un vino di buona carica alcolica. Al naso si avverte un frutto che, seppur non particolarmente intenso, si mostra elegante e prolungato: frutta gialla (albicocca) e bianca (pera e banana) con note che fanno avvertire il calore dell’alcol. In bocca il vino diventa ancora più piacevole, rispettando l’impianto olfattivo e colpendo soprattutto per la mineralità ed ancora di più per la sapidità. Un calice di bell’equilibrio, con la freschezza persistente che ben sorregge la struttura e l’alcol. Certamente un vino per i primi piatti della cucina di mare, piacevole però anche su una tagliatella ai funghi porcini oppure, come nel nostro caso, su una semplice pasta con zucca. Dolce e salato si sono sfidati a lungo, per la piacevolezza del palato.
Ci troviamo sicuramente di fronte a due giovani tenaci e volenterosi di portare avanti questo progetto enologico, che si è andato ad affiancare all’esperienza che la famiglia di Filomeno ha avviato da diversi anni nel campo dell’olio extravergine di oliva. Si guarda con fiducia al futuro: con la prossima vendemmia sarà attiva anche la loro nuova cantina.
Questa scheda è di Pasquale Carlo
Sede a Guardia Sanframondi, via Cesco Martone – Tel. 0824.864641 – [email protected] – Bottiglie prodotte: 15.000 – Ettari di proprietà: 14 (10 a vigneto) – Vitigni: falanghina, fiano, greco, aglianico