Etna Rosso Doc 2015 Contrada Santo Spirito | Azienda Palmento Costanzo
di Enrico Malgi
Azienda moderna, rampante e vincente, questi sono i segni distintivi della Società Agricola catanese Palmento Costanzo, dei coniugi Valeria Agosta e Mimmo Costanzo. Una viticoltura estrema e biologica, contrassegnata da viti centenarie coltivate a piedefranco e delimitate da terrazzati muretti a secco. Lo spettacolo che si apre davanti agli occhi è meraviglioso, appena si guarda la mole del vulcano che fa da sfondo alle vecchie viti, che si arrampicano senza timore alcuno lungo i fianchi del versante nord dell’Etna fino ad ottocento metri di altitudine, sfidando il pericolo sempre immanente.
Tipiche e territoriali le varietà coltivate: nerello mascalese e cappuccio, carricante e catarratto, con le quali si producono eccellenti bottiglie che hanno fatto incetta di premi dappertutto, in Italia ed all’estero. L’ultima etichetta s’intitola Contrada Santo Spirito Etna Rosso Doc 2015, volendo ricordare con questo nome il luogo di provenienza delle uve. Solo 5.000 bottiglie prodotte per questo cru, frutto di un blend dei due nerelli, con ampia preponderanza del mascalese. Etichetta già bene avviata sulla strada del successo e che è stata appena selezionata nella terna finale degli Oscar del Vino di Bibenda nella categoria di “Miglior Vino Emergente 2019”.
Uve vendemmiate a fine ottobre. Macerazione sulle bucce per venti giorni, maturazione in botti ovali di rovere francese da 2.000 litri per due anni e poi elevazione in vetro per un altro anno. Tasso alcolico di quattordici gradi. Prezzo finale di circa 40,00 euro.
Classico lo sfolgorante colore rosso rubino non troppo concentrato. Ecco allora che al naso si sentono rituali zaffate sulfuree, seguite subito da note di corbezzolo, di finocchietto selvatico, di tamarindo e di ottima frutta rossa matura, in modo particolare l’arancia etnea, la marasca e le fragoline di bosco. Profumi d’incenso, di cenere sotto traccia, di cera d’api, di ciclamino e di erbe officinali. Ed ancora impronte speziate, derivanti dall’eugenolo, di chiodi di garofano, di cannella e di vaniglia. Sorso ferroso e sublime, caldo e tagliente, morbido ed elegante. Tannini gentili ed aristocratici. Bocca saporita, sapida, minerale, tonica, vibrante, rotonda, fine, equilibrata e sottolineata da parvenze fumé. La chiusura è ben rifinita su toni gradevoli e calibrati. Vino ancora giovane, con ampi margini evolutivi. Sicuramente tra i migliori della sua categoria di appartenenza. Da preferire su piatti di carne rossa e bianca, salumi e zuppa di pesce.
Società Agricola Palmento Costanzo
Passopisciaro di Castiglione di Sicilia (Ct) – Contrada Santo Spirito
Tel. 0942 983239
[email protected] – www.palmentocostanzo.com
Enologo: Nicola Centonze
Ettari di proprietà: 14, di cui 10 vitati
Bottiglie prodotte: 65.000
Vitigni: nerello mascalese e cappuccio, carricante e catarratto.
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
Gentile dottor Malgi mi permetta l’ardire ma ho l’impressione che lei stia per tradire il nostro Cilento con un Palmento.Dopo il Rovittello di Benanti stappato per parenti e amici ancora un gran rosso Etneo cui giustamente non ha rilevato quasi nessun neo.Scoperta da poco anche da parte mia devo convenire che ha imbroccato con decisione del successo la via.Ad maiora e …..se il mio viaggio in Sicilia conferma avrà di sicuro “e jammo a truvà”.FM.
Caro Francesco, stai tranquillo che non tradirò mai il “nostro” Cilento”, ma cosa sai “là fuori c’è tutto un mondo da scoprire”. Ben vengano, quindi, bottiglie da testare di tutta il Meridione. Ed è proprio quello che mi propongo di fare appena è possibile. Tra le altre cose, poi nell’azienda di Palmento Costanzo c’è anche un pizzico di cilentanità come saprai certamente.