Etna rosso 2000 doc Valcerasa |92/100, ossia verso il mio vino rosso perfetto
Uva: nerello mascalese e nerello cappuccio
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro franco cantina
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5. Naso 26/30. Palato 26/30. Non Omologazione 35/35
Siamo davvero appassionati di questa azienda non ancora molto conosciuta, tanto da inserirla nella nostra guida 101 vini da non perdere pubblicata dalla Newton Compton.
Ci piace la storia di Alice che si impegna sull’Etna ad alta quota con una agricoltura pignola, esasperante nei dettagli.
E ci piace anche il rispetto ambientale di questa viticoltura, il recupero dei muretti a secco, un ritorno al passato non museale ma contadino.
Il risultato si vede nel bicchiere. A distanza di oltre dieci anni questo vino esprime finezza ed eleganza senza pari, proprio come del resto il territorio ci ha ormai abituato e, speriamo, continui a farlo senza cedere a facili scorciatoie.
Già, perché come diceva Veronelli, il successo di un vino porta alla sua omologazione e non vorremmo che dopo aver prosciugato e sprecato le enormi potenzialità del Nero d’Avola con il risultato dell’abbassamento verticale dei costi delle uve e dell’apprezzamento delle bottiglie, ora si passi ai Nerello.
In fondo la voluttà di reddito e la fretta di realizzare porta spesso alcune aziende a consumare il patrimonio vitivinicolo proprio come i palazzinari consumano il territorio cementificandolo. Dopo non resta più nulla e l’orda di cavallette attacca qualcos’altro.
Ci vorrò adesso molto tempo per togliere gli schiaffi da faccia al vitigno simbolo della Sicilia e una delle chiavi di successo dell’Etna è stata proprio la necessità profonda di voltare pagina con il passato.
Becchiamo questo rosso alla Locanda Serafino giù a Ibla, è uno dei meno costosi in carta, appena 30 euro, ma di sicuro tra i più straordinari.
Sin dal colore ancora rosso rubino non concentrato rivela una vocazione al profilo basso e contenuto, senza inutili esuberanze olfattive ma al tempo stesso ricco di nuances strepitose, a cominciare dalla ciliega ancora frutto pulito e fresco, all’incredibile finocchietto e note fumé di cenere, ancora arancia candita e un po’ di tabacco biondo tostato dolcemente.
In bocca si rivela con un attacco fresco, ampio, con qualche rimando alle note dolci olfattive subito coperto da una straordinaria e composta sapidità. Il cammino nel palato è svelto, non invasivo, la bocca è piacevolmente occupata grazie al buon corpo del vino e al tempo stesso gratificata dal calore dell’alcol che appaga il bisogno di vita nelle vene.
Il finale è lungo, piacevole, molto pulito e intenso.
Una vino di grande equilibrio, senza eccessi di sorta, che invita a bersi sino al fondo della bottiglia proprio grazie alla sua leggerezza e alla pimpante freschezza. Certamente più facile dell’Aglianico grazie a tannini vellutati e ben risolti dal tempo oltre che dalla vinificazione attenta.
Da fare ogni anno rifornimento con un camion e conservarlo per la vita. Ogni volta che desiderate stare in pace con voi stessi e il vostro cibo.
Sede a Piedimonte Etneo
Tel 095.337134.
Ettari: 12 di proprietà.
Enologo: Marinka Polecic.
Bottiglie prodotte: 40.000
Vitigni: nerello mascalese, nerello cappuccio, carricante
3 Commenti
I commenti sono chiusi.
altrochè se è buono. c’ero anchio, a ibla: una delle cose migliori della serata. e senza rumori di fondo :-))
L’Etna è forse, in questo momento, il comprensorio vitivinicolo di cui più si parla, in Italia e fuori, anche perchè lì si stanno fiondando in molti; ne fa fede il crescente successo della manifestazione “Contrade dell’Etna”, organizzata dal lungimirante Andrea Franchetti in quel di Passopisciaro.
Indubbiamente il Nerello Mascalese ha un fascino particolare, soprattutto da quando sono stati pubblicati studi che ne comprovano le corrispondenze genetiche con il Pinot Nero; così come molto variegate sono, già oggi, le interpretazioni del vitigno, da quelle “estremiste” di Frank Cornelissen (Magma) a quelle più tradizionali (nel senso più alto e positivo del termine) quali quelle che vedono come “regista” Salvo Foti. E, fra queste, mi piace ricordare il “Vigo” della Tenuta Romeo del Castello, opera di un’altra piccola, grande ed emozionante donna del vino siciliana, Chiara Vigo.
forse l’annata non era felice e non la ricordo neanche,ma tutti i vini di Frank , dal monjebel bianco e rosso al Magma, una volta li ho comprati , li ho aperti, li ho attesi per giorni ….ma sempre puzzavano ….cioè avevano un cattivo odore…e ho dovuto versarli nella botte dell’aceto ( il magma costava 60 euro), non dissi niente a Frank perchè ,forse, non ci avrebbe creduto e avrebbe ,forse, pensato che si trattasse di un trucco per avere i soldi indietro o altro vino gratis ; invece era la cruda verità…..in compenso faccio dell’aceto meraviglioso…..senza rancore,ciao Frank, mi è rimasto il desiderio di bere un magma (purchè sia vino degno di questo nome) ma non rischierò più 60 euro…..;che siate vini ecologici che seguono i i cicli lunari ,che siate oggetti di lusso di Gaja , Dal Forno, Monfortino,Chateau Petrus, Romanée-Conti ,Sassicaia etc etc :se costate più di 50 euro non siete VERI ( ma noi stronzi vi compriamo lo stesso).